Le remastered e i remake non preservano il videogioco

Nell'anno ormai trascorso, si è discusso della difficoltà nel preservare le esperienze del passato, spesso riproposte. Parliamone!

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a cura di Antonio Rodo

Nel corso dell’anno che ormai tutti ci siamo lasciati alle spalle si è tanto discusso della preservazione del videogioco, un problema che, nel tempo, diventerà sempre più centrale e importante per ogni publisher e sviluppatore. Il guaio, in sostanza, è di non avere modo di mettere le mani – in modo legale – sui titoli che hanno fatto la storia del videogioco, e non solo, poiché anche tutti quei giochi oramai fuori dai radar da un tempo, meriterebbero comunque di essere fruiti.
 

Sull’argomento, tra l’altro ancora bollente, è persino intervenuto Phil Spencer, il capo della divisione Xbox, consapevole della situazione vantaggiosa che ricoprono le console One e Series, attualmente capaci di far girare in modo del tutto legale una buona libreria di titoli Xbox e Xbox 360. A detta di Spencer, l’intero settore dovrebbe lavorare sull’emulazione legale in modo da consentire agli hardware moderni di eseguire qualsiasi gioco del passato. Inutile girarci intorno, nonostante sarebbe lo scenario più roseo, quello ideale, è destinato a rimanere un sogno poiché, in un percorso simile, tra copyright e accordi vari che diventerebbe prioritario fare, gli ostacoli sarebbero troppi. 

Purtroppo, e lo scrivo con amarezza, escludendo possibili piattaforme di streaming che potrebbero permettere di recuperare svariati videogiochi in un sol colpo (pensiamo a piattaforme come PS Now, che Sony potrebbe allargare offrendo agli utenti una ricca selezione di titoli delle passate generazioni PlayStation), l’approccio più gettonato – con molte probabilità - sarà quello delle rimasterizzazioni, il quale, però, a mio avviso ha davvero poco a che fare con il tema preso in esame, e nel corso dell’articolo proverò a spiegarvi perché.

Remastered: stessi videogiochi ma alterati

La scorsa generazione, che ha visto protagoniste Xbox One e PS4, è da molti ricordata come una fucina di titoli già usciti sulle scorse console, tra remake, remastered e remastered +, se così vogliamo definire quei lavori a metà tra le due operazioni, focalizzati esclusivamente sul comparto audiovisivo. Per quanto forte, quella degli utenti non è un’affermazione del tutto errata; in fin dei conti, i giochi riproposti sono stati tantissimi, chi potrebbe mai negarlo? Potreste non sapere, però, e lo conferma anche Digital Foundry, che una simile situazione era proprio necessaria. Infatti, PlayStation 3 e Xbox 360, pur avendoci regalato esperienze molto convincenti da un punto di vista tecnico (pensiamo a giochi come Gears of War o il primo The Last of Us), eccezion fatta per alcuni ottimi lavori di ottimizzazione, la maggior parte dei videogiochi usciti in quegli anni giravano ad un frame rate deludente, ben al di sotto dei 30 FPS stabili. Dall’equazione, non vanno esclusi neanche titoli blockbuster come gli Assassin’s Creed, afflitti da gravi problematiche. Capite bene che, una situazione del genere, ha spinto molte case a riproporre nuovamente gli stessi giochi. Infatti, non è un caso che il pubblico console abbia avuto modo di godere appieno di esperienze come Dark Souls o Dark Souls II, solamente nella passata generazione, merito delle edizioni rimasterizzate. Tutto sommato, quindi, sull’utente che gioca esclusivamente con le console, le tanto criticate riedizioni non hanno avuto un riscontro negativo. Certo, ci sono delle eccezioni: di rigiocare per l’ennesima volta Resident Evil 4 non fregava nulla a nessuno, ma anche qui, complice il fatto che la console Sony non fosse retrocompatibile, una spiegazione è possibile tirarla fuori.

Per cui, nonostante il costante desiderio di vedere l’arrivo di nuovi giochi, le riproposizioni, che siano remastered o remake, possono aver senso, e soprattutto consentire ad un pubblico più giovane la fruizione di titoli più vecchiotti, favorendo la preservazione del videogioco. Come esplicitamente detto in apertura, però, almeno allo stato attuale e dopo aver avuto diverse conferme, mi sento comunque di sostenere che, lavori di questo tipo, nonostante alcuni innegabili pregi, siano ben lontani dal preservare le esperienze del passato, forse per motivi che potrebbero interessare pochi di voi. Mi spiego meglio: l’immagine che vedete sopra, che ritrae il buon Ezio Auditore nella città di Firenze, è tratta dalla versione PC. Se notate, è accompagnata da una tinta parecchio sbiadita e poco vivace. Tuttavia, sebbene possa non convincere alcuni di voi, è la visione originale degli autori nonché una scelta ben ponderata per adattare al meglio il videogioco al periodo storico preso in esame, ossia Il Rinascimento Italiano. Ciò detto, qualche anno fa arrivò la Ezio Collection, versione rimasterizzata dei tre Assassin’s Creed più apprezzati di sempre, il 2, Brotherhood e Revelations. Ecco, mentre il mondo intero osservava e rideva di un NPC tristemente riproposto, focalizzavo l'attenzione su due aspetti: sul fatto che stessi nuovamente giocando a 30 fotogrammi al secondo, e sul fatto che la cara tinta sbiadita fosse ormai un lontano ricordo, cedendo il posto ad un’immagine molto vivace e colorata ma per nulla accostabile al Rinascimento, forse al Barocco, probabilmente. A quel punto mi domandai: come può un lavoro del genere preservare esperienze che, tra il 2009 e il 2011 appassionarono milioni di giocatori? In nessun modo. Fortuna vuole, come dicevo prima, la richiesta di un occhio sensibile a attento a questo genere di cose, di poco interesse o secondaria importanza per molti utenti, non di certo per un appassionato di storia o, banalmente, per chi è solito, durante la visione di film e serie televisive, concentrarsi sull’aspetto tecnico e artistico.  

Tristemente, di lavori simili a quanto visto con la raccolta di Ezio Auditore, ce ne sono a dozzine, che non ho utilizzato come riferimento principale perché ben noti al pubblico: mi riferisco alla rimozione della nebbia nella remastered di Silent Hill, al recente GTA Trilogy e a tanti, tantissimi altri.

È andata meglio ai remake?

Sì e no. Perché se da una parte abbiamo visto l’arrivo di progetti incredibilmente curati e riproposti con astuzia, d’altra parte, l’esperienza originale ne ha risentito molto, ancor più che con le remastered. Persino in lavori come Shadow of the Colossus Remake o Demon’s Souls, sebbene vicini alle tradizionali esperienze, si portano dietro differenze sostanziali nell’atmosfera e nella palette cromatica utilizzata, talvolta anche nelle architetture. Nonostante siano a tutti gli effetti dei lavori eccellenti, sono quindi lontani dal conservare con cura e assicurare alle nuove leve la fruizione del prodotto originale. Ma è normale, direte voi, è un remake! E avete ragione. Tuttavia, persino in lavori di questa tipologia, che giustifica per sua natura possibili cambiamenti o rifiniture, andrebbe in qualche modo custodita anche l'esperienza tradizionale. Suvvia! Quanto potrebbe essere difficoltoso in un progetto come Resident Evil 2 Remake, inserire anche la copia originale? Dovessi scommettere, direi poco. In moltissimi casi, parliamo di client che non supererebbero i 500MB. Certo, potrebbero sorgere difficoltà nell’adattare i controlli, magari nel caso in cui il titolo utilizzasse i tasti analogici, ma nulla di insormontabile, a mio avviso. 

Inoltre, tralasciando lavori davvero ben confezionati, una mossa del genere permetterebbe all’utenza meno colta e informata di fare una comparazione tra i due lavori, originale e remake, ad oggi persino spietata in alcuni casi, considerando che in certi lavori di restauro non si è riusciti a ricostruire in modo soddisfacente l'esperienza classica (pensiamo al remake di Mafia o al terzo Resident Evil). 

Se ci pensate, pur essendo una remastered, un gran bell'esempio è la Halo: The Master Chief Collection, che con la sola pressione di un tasto permette di passare alla versione originale, il tutto in tempo reale, preservando, sebbene ad alto frame rate e risoluzione, il lavoro degli autori principali.

Tirando le somme

Insomma, il tema affrontato non è di certo tra i più leggeri, e possiamo dare per assodato il fatto che torneremo (o tornerò) sull’argomento. A tal proposito, visti i temi tirati in ballo, sarebbe davvero interessante conoscere il vostro punto di vista, se siate o meno giocatori legati alle scelte artistiche e d’autore. Come ampiamente ribadito all’interno dell’articolo, io lo sono, e gradirei che la versione originale venisse rispettata nel caso di una remastered e riproposta all’interno dei remake. Adesso mi congedo. La parola è vostra!