L'Esport ora può contare su un testimonial d'eccezione come Shaquille O'Neal!

Anche l'ex cestista approva il mondo dell'Esport e si schiera con chi chiama i videogiocatori atleti: ecco le sue dichiarazioni.

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a cura di Alessandro Adinolfi

Che il mondo dell'Esport stia raccogliendo consensi ogni dove negli ultimi anni è un fatto oramai accertato. Pensiamo, per esempio, al presidente della Francia Emmanuel Macron, che ha spinto per una loro ammissione alle Olimpiadi nel più breve tempo possibile. Al di là del mondo politico, ora anche Shaquille O'Neal, ex cestista dell'NBA, si è schierato a loro favore, con un discorso decisamente condivisibile.

O'Neal ha espresso il suo parere sul settore Esport durante un'intervista con Jake Lucky, co-founder di Full Squad Gaming. Alla domanda "Cosa ne pensi del gaming competitivo?", O'Neal non si è tirato indietro e ha risposto nell'unica maniera possibile. "Essere un atleta può avere diversi significati, ma anche nel caso dei videogiochi lo sei. Il 15% dei tuoi sforzi è a livello fisico, il resto è mentale", le parole dichiarate dall'ex atleta, oggi in pensione e sempre più protagonista della cronaca.

Il discorso di O'Neal non è ovviamente errato. Anche nelle competizioni più classiche come proprio la pallacanestro oppure il calcio gli atleti sono impegnati sia mentalmente che fisicamente. La concentrazione in un match decisamente importante può essere tutto, tanto che oramai tantissimi calciatori, ciclisti e tennisti sono puntualmente affiancati da mental coach, che offrono un aiuto molto importante a tenere sotto controllo l'ansia e il focus sui loro match più importanti, come può essere la finale di Wimbledon, il Giro d'Italia oppure una finale di Champions League.

Dalla sua nascita a oggi, il mondo dell'Esport ha saputo lanciare delle vere proprie celebrity in tutto il mondo. La maggior parte degli atleti continua nel suo lavoro vero e proprio, ovvero quello di giocare e vincere tornei. Altri sono invece diventati dei veri e propri testimonial e ambasciatori, lavorando a stretto contatto con player importanti dell'industria per studiare e proporre prodotti che aiutano ad agevolare le sessioni di gioco. Una piccola parte, invece, è passata dal mondo dei videogiochi a quello del poker, spesso con ottimi risultati.