Life Goes On: morire nei videogiochi non è sempre un male

Life Goes On è un puzzle-platformer senza troppe pretese ma che con una meccanica piuttosto interessante riesce a catturare il giocatore nel suo fantastico mondo.

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a cura di Tommaso Manfredini

Introduzione

Non tutti i giochi nascono per essere grandi capolavori, Life Goes On è un puzzle-platformer senza troppe pretese ma con una meccanica piuttosto interessante che riesce a catturare il giocatore nel suo fantastico mondo.

Life Goes On è uno di quei titoli indie che ruotano attorno ad una sola meccanica, in questo caso lo scopo del gioco è suicidarsi per procedere nel livello. Ovviamente vi chiederete come: l'idea è che voi usiate i cadaveri dei vostri predecessori come piattaforme o pesi morti per procedere nel livello.

Per esempio potrete trovarvi di fronte a fossi pieni di spine che sarebbero insormontabili con un salto: nessun problema, usate un cadavere come piattaforma intermedia e il gioco è fatto. O ancora, dovete tenere un pulsante premuto mentre vi trovate in un altro luogo, semplicemente buttatevi contro la motosega posta sopra il pulsante e il vostro cadavere cadrà su di esso. Gli esempi sarebbero infiniti, ma vediamo se questa meccanica funziona bene, perché tutto il gioco è basato su di essa.

 

Ovviamente ogni volta che il vostro personaggio morirà vi ritroverete a partire dall'ultimo checkpoint, la cosa interessante è che a volte i checkpoint stessi vengono usati per risolvere puzzle poiché vi consentono di ritornare a un punto precedente. Visto che ritornando al punto di controllo non modificate in alcun modo il livello potrete compiere azioni (come attivare pulsanti) in una zona da cui non si riesce a tornare indietro per poi suicidarvi e riprendere da una zona precedente.