Linux: basta un titolo per fare il botto nel mondo dei giochi

Linux può sfondare nel mondo dei giochi, ci vuole solo il titolo giusto.

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a cura di Andrea Ferrario

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Usare costantemente Linux come piattaforma da gioco è un'utopia? Neppure per sogno, secondo Lars Gustavsson, direttore creativo di DICE; intervistato da Polygon ha dichiarato che basterebbe un gioco di grande appeal e successo per sdoganare il pinguino come piattaforma da gioco al pari di Windows e delle console.

Gustavsson ha poi affermato che DICE guarda con molto interesse alla piattaforma Linux, e non ha risparmiato paralleli. "Alla prima Xbox è bastato Halo per prendere piede. In genere serve una sola killer application per far sì che le persone diventino molto più disponibili ad abbracciare la novità. Per quanto riguarda Linux ci vuole solo un gioco che spinga a sceglierlo".

Il direttore creativo ha anche spiegato che lo studio di sviluppo usa server Linux perché è un "sistema operativo superiore" per tale scopo e ritiene che l'iniziativa di Valve con SteamOS e Steam Machines sia salutare per il mercato console. "L'unica cosa che so è che tra 5 o 10 anni da oggi il gaming non sarà così come è oggi. Con servizi di streaming, nuovi dispositivi di input e così via, non sarei sorpreso se ci sarà minor bisogno di hardware e più richieste sul fronte dell'esperienza di gioco".

Insomma Gustavsson non ha dichiarato che DICE sta lavorando su un gioco compatibile con Linux, ma l'interesse c'è, e non è da escludere con un futuro Battlefield possa girare su una Steam Machines. Certo, sempre a patto che EA realizzi Origin per Linux, dato che oggi è disponibile solo su PC e Mac. E poi c'è da chiedersi quale potrebbe essere il gioco in grado di far fare "boom" a Linux in ambito gaming: Half-Life 3 in esclusiva temporanea?

Il creative director ha infine parlato dell'ormai imminente Battlefield 4, spiegando come DICE abbia lavorato per rendere la curva di difficoltà più "piatta", ma allo stesso tempo si è impegnata molto nel garantire un'ottima esperienza anche al cosiddetto pubblico hardcore, sottolineando che più volte ha dovuto aggiustare il tiro, data la tendenza a realizzare giochi per un pubblico di persone più smaliziate ed esperte.