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Recensione

Lords and Villeins | Recensione - Un city builder spietato e divertente

La nostra recensione di Lords and Villeins, un videogioco indipendente ben orchestrato e forte di una componente simulativa convincente

Avatar di Nicholas Mercurio

a cura di Nicholas Mercurio

In Game of Thrones, la celeberrima serie di HBO, si racconta che nel gioco del trono o si vince, o si muore. Lords and Villeins, in tal senso, non sembra per nulla tradire queste premesse, arrivando allo scopo proponendo un’avventura immaginifica, una lode al Medioevo e alle sue turbolenze. E mentre mi interfacciavo con le sue dinamiche, mi accorgevo che qualcosa mi attirava al suo interno, come se una ballata cercasse in ogni modo di attrarmi a sé. Il liuto al fianco, il cappello con la piuma d’airone sul capo e via, ancora una volta, a raccontare le vicende di un regno da costruire. Se Crusader Kings ci ha insegnato qualcosa, infatti, è che la famiglia conta più del benestare altrui. Lords and Villeins, però, affronta il lignaggio con estrema leggerezza, non appesantendo una meccanica che nel videogioco di Paradox Interactive era fondamentale per accrescere la propria famiglia. Stardust ci dice che nessuna stella risplende nel cielo, e le opere di Neil Gaiman ci raccontano che il futuro è là dove gli astri splendono, poiché illuminano le esistenze altrui.

Il concetto alla base di Lords and Villeins parte da questo presupposto, che viene affrontato con coscienza da parte del team Honestly Games, al debutto con un videogioco non solo ambizioso e potente, ma anche sfaccettato, ben caratterizzato e attento ai dettagli. Avete presente, sì, quando le apparenze possono ingannare? Ecco, mentre appoggiavo la mano sul mouse, muovendolo in maniera forsennata, temevo che mi sarei trovato davanti all’ennesimo city builder sul mercato privo di personalità. Invece, devo ammettere che non è stato affatto così.

Un contesto affascinante e classico

Prima che possiate chiederlo, no, non c’è alcuna trama in Lords and Villeins. È un’opera che, tuttavia, mette il giocatore nella condizione di dover indossare una corona, pur non essendosela mai guadagnata. Mentre diventavo re, sapevo già come mi sarei chiamato e quale nome avrebbe utilizzato il mio regno. Ho puntato, e non me ne vergogno, proprio sulla Valle d’Aosta… o meglio, il regno della Valle d’Aosta, scegliendo come caratterizzare il mio protagonista in un editor del personaggio davvero intuitivo. Ho scelto i capelli, gli occhi e pure gli indumenti. Mancava solo lo scettro, ma quello non si può scegliere: lo si deve guadagnare.

In un modo o nell’altro, mi sono trovato come se fossi in Stronghold. Se non ne avete mai sentito parlare, si tratta di un videogioco strategico che si fonda essenzialmente sulla costruzione e la conquista. Il team di sviluppo, in tal senso, ha ricreato atmosfere quasi simili, non limitandosi al classico ma presentando un contesto che il giocatore apprende man mano che avanza nella sua avventura.

Il Medioevo – o il fantasy, a dir si voglia – è sempre affascinante. Un’epoca buia che, però, è giunto fino a noi parlando di dame, signorotti e cavalieri impavidi, pronti a tutto pur di soddisfare il loro signore. La letteratura ne ha parlato in maniera particolareggiata e attenta, affrontando certi temi con intelligenza e passione. La storia, poi, ne ha tessuto le lodi e ha romantizzato forse fin troppo un’epoca oscura che, nata dalle ceneri dell’Impero di Roma, era divisa, senza guida e governata dalla cupidigia.

Il contesto di Lords and Villeins affronta, in maniera coscienziosa, un periodo delicato e complesso, affrontandolo con maturità. In opere del genere, insomma, è sempre complesso equilibrare certi avvenimenti, eppure non c’è una catalogazione dedicata al periodo, e neppure una spiegazione sul periodo storico. Essere re o regine, in un momento del genere, permette di gestire un regno che necessita delle attenzioni del giocatore. Il fantasy ci ha abituato a reami lontani e fatati, ma qui la magia non c’è, e non esiste un regno da conquistare, né dinastie da annientare. C’è solo un futuro da costruire, che dipende dalle decisioni di ognuno, e nello specifico da quelle del giocatore. Se alcune sono facili da prendere, altre sono complesse. Il dovere di ogni sovrano, d’altronde, non passa dalla corona che indossa, ma dal peso delle decisioni che intraprende.

Economia, società, guerra e strategia. Non c’è tempo da perdere, perché là fuori c’è chi aspetta un passo falso e un momento di debolezza per mettere in atto la propria strategia, assestando il colpo fatale. Il nemico è fuori e dentro la corte di ogni re, ed è meglio partire prevenuti. Il contesto di Lords and Villeins, al contrario di altri videogiochi del genere, presenta un’opera capace di intrattenere per svariate ore, dando al giocatore le redini di un regno da fare crescere e prosperare.

Non si potrebbe desiderare altro, in effetti, considerando le qualità encomiabili di una produzione che, osando, è riuscita a ritagliarsi in questi ultimi due anni degli ottimi sostenitori. Parlo di una community incredibilmente attiva su Discord, che partecipa spesso a discussioni costruttive e utili per dare preziose informazioni agli altri giocatori. È quel tipo di contatto che fa sempre comodo ed è utile.

Lord and Villeins: la vera guerra è in casa

Il videogioco sviluppato da Honestly Games è un simulatore medievale con dinamiche da city builder e un ritmo forsennato da sandbox e, per non farsi mancare nulla, abbraccia appieno lo stile già collaudato da Prison Architect e altre produzioni di Paradox Interactive. Quando parlo di sanbox, sia chiaro, non ha a nulla a che vedere con Mount and Blade e neppure con certe produzioni celebri del panorama, e il tutto è in realtà bilanciato in modo tale da essere approcciabile a chiunque.

In Lord and Villeins, infatti, c’è un grande potere decisionale nelle mani del giocatore, che può scegliere cosa fare indipendentemente da cosa gli capita davanti. C’è anche, però, un lunghissimo tutorial che spiega come muoversi e decidere quali decisioni compiere. Ben argomentato e sempre puntuale, le spiegazioni mi sono servite per comprendere al meglio le varie azioni di gioco e come usarle a mio vantaggio. Certo, non è stato semplice, ma sono comunque riuscito ad apprendere le nozioni principali del buon governare. La struttura di gioco, in tal senso, è costruita e orchestrata in modo chiaro, anche se le tante interfacce, alcune delle quali davvero troppo invadenti, potrebbero in effetti confondere il giocatore in più di un’occasione.

La costruzione della propria città, insomma, avviene su un terreno spogli suddiviso da colori che rappresentano laghi, fiumi, terreni boschivi, foreste e pianure, oltre a montagne e terreni paludosi. Prima di avviare una nuova avventura, è infatti possibile selezionare il bioma preferito, dedicandosi poi alle peripezie più sfaccettate. Il tutorial spiega, in sintesi, come costruire le abitazioni, da rimpinguare con le famiglie, che necessitano di posti di lavoro e luoghi meritevoli in cui vivere.

Questo genere di approccio, già collaudato in passato con altre opere, si presenta però in modo preciso e rifinito, appassionando il giocatore e tenendolo attacco allo schermo. Ergere un edificio, infatti, richiede materiali specifici e i villici, tenuti a pagare dazi e a contribuire alla crescita demografica, sono chiamati a lavorare per dodici ore al giorno nei campi, nelle foreste e al largo dei fiumi. L’economia, da tenere d’occhio, può essere compromessa a causa dell’insoddisfazioni dei cittadini. In Lords and Villeins, sebbene inizialmente sembri tutto complesso, ogni decisione deve essere presa dopo averla esaminata a fondo, in maniera da non rischiare il fallimento e la fine del reame prima del tutto.

Si passa da costruire case da assegnare ai villici, a dover costruire alte mura con porte e bastioni. Tuttavia, in Lords and Villeins è la pace a garantire ricchezze e prosperità, più delle guerre fratricide. Dimenticatevi, infatti, battaglie campali di qualunque genere, anche se la violenza non manca. L’opera, volutamente complessa per far ragionare il giocatore all’infinito, propone mappe sempre casuali in cui è necessario sopravvivere con quanto si ha. Non esistono terre di nessuno, quindi, e il modo miglior per interfacciarsi con la produzione è sbloccare ogni singolo potenziamento man mano che si avanza, in maniera tale da essere sempre pronti alle sfide che potrebbero arrivare all’improvviso. È complesso riuscire a tenere d’occhio tutto quanto, ma è proprio questo l’enorme pregio di Lords and Villeins, perché bilancia l’esperienza in modo tale da catapultare il giocatore in un videogioco in cui a sopravvivere non è soltanto lui, ma anche le famiglie che si sono scelte un re (o una regina) alle prime arme. Costruite le abitazioni, messo a posto il mercato e sistemato le difese, è il momento di far fruttare l’economia e di guadagnare oro e ricchezze.

Se avete giocato in passato a Victoria, una delle opere più complesse ma migliori di Paradox Interactive, credo sappiate molto bene cosa significhi dare vita a un’economia di sostentamento che sappia soddisfare i requisiti necessari per la sopravvivenza. In Lords and Villeins, se le cose vanno male, la colpa è direttamente del sovrano: i paesani, insoddisfatti e presi in giro dalle promesse del loro re, possono addirittura non produrre quanto necessario e nelle fasi più avanzate dell’opera pensare addirittura a tradirlo. Per evitarlo si possono mettere al gabbio, oppure farli trucidare dal boia per dare un esempio alle altre famiglie: in Lords and Villeins si sceglie chi essere sin dal primo momento, e non sempre si è costretti a essere magnanimi e buoni.

Nonostante non sia possibile impartire gli ordini direttamente alle unità come avviene con altre opere del genere, in Lords and Villeins si ha però controllo sulle loro statistiche e, in generale, persino sulle interfacce dedicate alla produttività. Chi non produce, infatti, può essere un problema: i danari servono per sostentare le ricchezze e alimentare il potere assoluto. Non c’è per il dolce far niente, non in un videogioco del genere, che ha una scala di apprendimento davvero ostica ma assolutamente ben implementata. Se fossi stato lasciato alla mercé di me stesso, non sapendo come muovermi, ora non avrei ricoperto totalmente la mappa di miei possedimenti, che ogni giorno attirano nuove famiglie che rimangono impressionate dalla mia terra. Sia chiaro, non è affatto semplice riuscire a far funzionare tutto: una mossa sbagliata potrebbe essere irreparabile, oltre che costare caro per risistemare l’equilibrio duramente raggiunto.

Il team, optando per una scelta così complessa, è stato capace di confezionare un game design capace di appassionarmi e farmi considerare ogni minima scelta, dandomi realmente filo da torcere nelle prime due partite. Il mio reame, ovvio, non è stato costruito in un giorno e il mio feudo, che ora è il centro nevralgico del mio potere, è forte anche grazie ai fallimenti e alle scelte compiute. Alcune di esse sono state impopolari ma efficaci, mentre altre sono riuscite a salvare il mio reame. Lords and Villeins, oltre a offrire una simulazione efficace della vita medievale, riesce nel difficile tentativo di tenere attaccati allo schermo. Nel menu principale, forse per aiutare i meno avvezzi al genere, si sarebbe potuto aggiungere un selettore di difficoltà, in modo tale da andare incontro alle esigenze degli inesperti. Il tutorial, tuttavia, riesce a dare tutte le informazioni necessarie per sopravvivere e vincere. La sconfitta non è contemplata, e non lo è mai stata.

Regni casuali in pixel art dal fascino irresistibile

Prima che possiate spaventarvi, Lords and Villeins non è affatto un videogioco pesante e non ha problemi di ottimizzazione di alcun genere, complice soprattutto il suo motore grafico. La sua unica pecca, in realtà, risiede proprio nelle interfacce, davvero troppo piccole per riuscire a leggere i caratteri scritti al suo interno e capire quali passi siano necessari compiere per avanzare nell’avventura.

I mondi in pixel art, sempre colorati da vedere, sono belli da giocare. Il tutorial ci parla di acri da conquistare, perché non c’è la classica nebbiolina che contraddistingue altri videogiochi del genere, e consente al giocatore di avere già tutto sotto controllo. Prima di costruire, infatti, è necessario studiare in modo attento il terreno. Se gli appezzamenti sono bagnati, significa che sono ottimi per costruire una fattoria, mentre se un luogo è colpito dai rigori dell’inverno, è meglio lasciare stare, perché può compromettere la felicità delle famiglie. Come accennavo prima, ogni mossa deve essere pensate e ripensata all’infinito, e se in alcune occasioni potrebbe sembrarvi di star facendo grossi risultati guadagnando poche risorse, credetemi che è meglio essere cauti.

Lords and Villeins è un videogioco complesso, spietato e crudele, ma lo è a fin di bene. Spinge il giocatore oltre i suoi limiti, a ripensare all’infinito e a ragionare, che è importante in produzioni simili. È un’opera che dà sfogo alla nostra libertà, che deve essere guadagnata a caro prezzo man mano che si avanza nell’espansione del proprio regno.

Non si tratta di nulla di nuovo nel mercato e neppure di un city builder che propone chissà quali novità, eppure funziona e diverte, intrattenendo inaspettatamente. I modelli poligonali dei personaggi, compreso quello impersonato dal re, sono piacevoli da osservare mentre lavorano, si lamentano o non fanno nulla. Costruire un videogioco simile, in un mondo dominato da altri esponenti del genere, non è per tutti. È una prima opera inaspettata e ben orchestrata, che arriva all’obiettivo e coinvolge. Già questo è ottimo.

Voto Recensione di Lord and Villeins - PC


7.8

Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • Un contesto classico ma sempre piacevole

  • Un game design costruito al dettaglio, curato e minuzioso in ogni componente

  • Interfacce di gioco esaustive e sempre puntuali...

  • La reale originalità i binomi tra dinastie e famiglie

Contro

  • ... ma davvero troppe e alle volte poco leggibili

  • Una difficoltà che potrebbe allontanare i giocatori meno avvezzi

Commento

Lords and Villeins, in sintesi, è un city builder ben orchestrato e complesso, costruito in modo tale da essere approcciabile a chiunque e capace, allo stesso tempo, di essere un'esperienza intricata. Il lungo tutorial, che spiega ogni aspetto della produzione, è ottimo e ben strutturato, perché getta le basi sull'esperienza nella sua totalità. Un'opera di debutto che arriva all'obiettivo senza innovare ma riesce comunque a incantare.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Lord and Villeins - PC

Lord and Villeins - PC