L'Xbox non va bene? Lamentatevi, ma non fate class action

Microsoft ha approfittato dell'aggiornamento di Xbox 360 per introdurre nuove clausole nei termini di servizio, che obbligano gli utenti a non risolvere eventuali dispute legali in tribunale e vietano di allearsi in class action contro l'azienda. La mossa del colosso di Redmond assomiglia a quella di Sony e di Electronic Arts, ma il provvedimento vale solo negli USA.

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a cura di Roberto Caccia

Microsoft ha aggiornato i termini di servizio di Xbox 360, introducendo nuove clausole che impediscono agli utenti di portare l'azienda in tribunale o di organizzare eventuali class action. Il colosso di Redmond non sono è il primo a cimentarsi in questo tipo di cavilli.

I pionieri sono stati i legali di Sony (PSN, Sony cambia i termini: niente più dispute legali), qualche mese dopo aver sistemato il guaio del Playstation Network. Electronic Arts ha preso la balla al balzo e ha deciso di seguire la stessa strada dell'azienda nipponica (EA come Sony, niente più tribunali e class action).

Tribunali vuoti negli Stati Uniti, Microsoft si cautela con Xbox 360

Ora anche Microsoft ha deciso di cautelarsi contro gli utenti particolarmente arrabbiati e ha pensato d'introdurre queste nuove clausole con il nuovo aggiornamento di Xbox 360, disponibile da ieri.

I più curiosi devono sbirciare la sezione 18.1.4 dei termini di servizio (disponibile in versione integrale, in inglese, cliccando su questo link) che riassume l'obbligo di non risolvere le dispute legali in tribunale ma tramite negoziazioni informali e arbitrati. Perché questa scelta?

Le nuove clausole dei termini di servizio sono state introdotte con l'ultimo aggiornamento di Xbox 360

A differenza delle sentenze emesse in tribunale da una giuria, che spesso simpatizza per i piccoli consumatori piuttosto che per le grosse multinazionali, le decisioni degli arbitrati pendono spesso verso la parte dell'azienda, e anche quando si schierano a favore del consumatore offrono minori benefici, anche a livello economico.

Inoltre è difficile appellarsi alle decisioni degli arbitrati e  non ci sono strumenti pubblici o independenti di verifica delle sentenze. Infine, questo tipo di negoziazioni sono condotte in forma privata, lontano dall'occhio del pubblico. Sommando tutti questi elementi non è difficile capire perché le aziende vogliano privilegiare questa forma di giustizia.

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Per nostra fortuna le nuove clausole sono applicate soltanto ai residenti negli Stati Uniti, ma gli abitanti degli USA sono ancora in tempo per giocare una carta a loro favore. Come nel caso di Sony, gli utenti in disaccordo possono infatti rifiutarsi di accettare i nuovi termini.

Basta infatti munirsi di "carta e penna" e mandare una lettera all'attenzione di Microsoft Corporation entro trenta giorni dall'accettazione dei nuovi termini. Purtroppo niente email, SMS o altre forme di comunicazione elettronica. In sostanza un altro modo di mettere il bastone fra le ruote ai consumatori.

Il consiglio per i nostri amici d'oltreoceano è di cominciare subito a scrivere una bella letterina natalizia, soltanto che al posto di spedirla in Lapponia basterà mandarla a Redmond. Siamo sicuri che ci saranno molti utenti ansiosi di augurare ai legali di Microsoft un… ottimo Natale!