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Matchpoint - Tennis Championships | Recensione

Scandiamo in campo per provare Matchpoint - Tennis Championships: vittoria netta o sconfitta al tie-break?

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a cura di Pietro Spina

Matchpoint - Tennis Championships è arrivato su pc e console con l’umiltà di una produzione mossa dalla reale passione per questo sport, nel tentativo di fare forma a una simulazione che potesse essere un nuovo punto di approdo per i tanti amatori di questo sport che non ha ancora trovato la sua giusta quadra in ambito videoludico, orfani di un’era in cui giganti come Virtua Tennis e Top Spin riempivano le conversazioni anche di chi non era necessariamente entusiasta della disciplina.

Abbiamo ampiamente discusso in fase di anteprima di come il titolo di Torus Games e Kalypso Media metta al centro l’aspetto più puro della simulazione, sacrificando in parte fruibilità, trasporto e alcune modalità per concentrarsi su animazioni, gestione della palla e comportamento dei giocatori in campo, con il supporto di veri specialisti del settore.Traducendo tutto in pixel, però, qual è il risultato?

I primi momenti con Matchpoint - Tennis Championships possono ottenere due differenti risultati: il primo è la totale refrattarietà ai sistemi - invero complessi - del gameplay, il secondo invece è l’innamoramento totale verso delle dinamiche estremamente impegnative ma dall’alto tasso di soddisfazione.

Pur nutrendo qualche personale dubbio nel merito della reale necessità di una simulazione sportiva videoludica a scapito di esperienze più leggere e accessibili, è innegabile che dedicarsi con attenzione e meticolosa scelta dei tempi ad ogni dettaglio di ogni singolo colpo del nostro tennista crei entusiasmo nel momento in cui si va a centrare l’incrocio delle linee o si riesca di un diagonale che spiazza letteralmente l’avversario.

Non è però sempre facile scendere a compromessi nel momento in cui parliamo di un videogioco, e Matchpoint - Tennis Championships infatti opta per un approccio religioso, quasi asettico, per rappresentare le sfide sul campo. Il nostro tennista tende ad aiutarci nel posizionamento, ma non è un superman e ci ricorda costantemente che spostare il peso del corpo in modo errato anche solo per un’istante può essere fatale in una partita di tennis.

Seguiamo quindi la pallina negli scambi con il brivido costante di aver offerto un metro o due di troppo al nostro avversario, apprezzando nel contempo il sistema di animazione che raccorda con competenza il termine della corsa con l’esecuzione del colpo, al netto degli ovvi limiti concessi dal sistema ibrido in fatto di realismo.

Ed è proprio al momento del colpo che viene fuori lo spirito simulativo - e severo - dell’esperienza, in quanto è richiesto di posizionarsi per tempo nel punto di impatto, caricare il colpo (a scelta tra piatto, topspin, slice, etc.) con i tasti e al tempo stesso usare la leva analogica per muovere un mirino nel punto del campo in cui vogliamo far arrivare la pallina.

Al contrario di altre produzioni, gli scambi non avvengono sempre e comunque nell’area di gioco valida, con gli out conseguenza solo dei momenti in cui il tennista è portato al limite, ma è necessario assicurarsi che ogni colpo, dal più semplice al più complesso, sia posizionato a dovere. Capita infatti molto spesso che l’inerzia dello scambio, in particolare dopo degli incroci, porti il mirino direttamente in out, e ci costringa quindi a correggere colpi che all’apparenza non dovremmo gestire con troppa difficoltà.

In questo Matchpoint - Tennis Championships segna lo spartiacque tra chi cerca un titolo per passare del tempo e chi invece vuole un’esperienza profonda ed estremamente impegnativa. Ogni scambio, ogni set e ogni torneo richiedono attenzione e dedizione costante. I colpi da campione non riescono a caso, giocare sotto rete è un azzardo come nella realtà e le smorzate mandano in crisi l’avversario solo se piazzate al momento giusto.

Nel mentre, siamo circondati da un’atmosfera priva di un vero charme o entusiasmo, con l’assenza di riprese in stile sportivo, grafiche accattivanti o festeggiamenti e premiazioni post match. Qui si lavora, si suda e si gioca a tennis per il solo piacere di entrare in campo. Il resto è (considerato) superfluo.

È con queste prospettive che affrontiamo la modalità principale del gioco, la carriera, che ci mette nei panni di un giocatore di nostra creazione pronto a lanciarsi nel circuito dei tornei internazionali. Si parte immediatamente con una finale di un torneo minore, con cui guadagnare i nostri primi punti classifica indipendentemente dal risultato, ignorando qualsiasi elemento di formazione o programmazione del tennista.

Un po’ un peccato non avere dedicato un minimo di spazio al “dietro le quinte”, affidando magari a delle fasi con allenatori e compagni il compito di tutorial e primo confronto con le meccaniche di gioco, ma è anche vero che c’è chi preferisce tagliar corto e potrebbe apprezzare l’occasione di tuffarsi subito nella mischia.

Ne risulta una modalità molto schematica, priva di fronzoli, in cui il nostro fedele compagno è il calendario, che detterà quali tornei sono alla nostra portata (a seconda del ranking) e quando potremmo allenarci per migliorare. Partecipare ai tornei è il modo migliore per guadagnare punti classifica e ottenere bonus come equipaggiamento in grado di incidere sulle nostre stats, quindi non solo un orpello estetico.

Il gameplay loop è quindi presto trovato: gioca il torneo a cui puoi accedere, fai del tuo meglio, sali in classifica, attira l’attenzione di allenatori sempre più bravi (che possono essere specializzati in determinati stili di gioco) e cresci per accedere a tornei sempre più tosti per diventare il numero uno. Una strada lunga, ripida e che offre poche soddisfazioni oltre le vittorie.

Non si può negare però che le meccaniche introdotte a livello di IA siano comunque interessanti, in quanto al momento di intraprendere la carriera vengono generati 499 tennisti in modo randomico per riempire la classifica, ognuno caratterizzato da punti di forza o debolezza tutti da scoprire.

Durante le nostre partite, praticando con gli scambi o affrontando situazioni specifiche, a schermo appariranno indicazioni in merito al nostro avversario, che potremmo scoprire essere particolarmente debole sul rovescio o avere un miglioramento delle statistiche se intravede la possibilità di un break. Le possibilità sono tante e ci permettono di leggere il match in modo molto originale, cambiando tattica a seconda del gioco espresso dal rivale.

A livello prettamente ludico, Matchpoint - Tennis Championships non offre molto altro per coinvolgere il giocatore, che alla lunga potrebbe trovare nella modalità carriera solo un mezzo per modellare 6 tennisti da utilizzare anche nelle altre modalità, fronteggiando i 16 professionisti che prestano le loro fattezze su licenza, tra cui troviamo leggende come Tim Henman e Tommy Haas (scusate, ma mi è entrato un Virtua Tennis nell’occhio…).

Rimangono le sfide locali, quelle online classificate e non - con nota di merito per la presenza del cross play tra le diverse piattaforme - e poco altro, compresa la comprensibile ma non per questo meno deludente mancanza delle partite in doppio. Capiamo che l’impegno sia stato rivolto nella costruzione dell’impianto di gioco, ma privare l’esperienza di una opzione così cruciale è comunque un rischio a livello di impatto sul pubblico.

Se per quel che concerne gameplay e modalità ci attestiamo su un’esperienza solida ma limitata, a livello tecnico non ci discostiamo troppo: pur rimarcando i buoni risultati ottenuti a livello di animazioni e flow di gioco, l’impatto scenico risulta terribilmente blando, rendendo Matchpoint - Tennis Championships un prodotto dall’aspetto quasi scolastico, passando da menù fin troppo semplici allee brusche transizioni nei caricamenti e nei cambi di scena.

Buona la definizione e la fluidità, anche se su console ritroviamo qualche scatto e tearing ingiustificabili, ma a livello di modellazione è evidente che manca qualcosa che permetta di far emergere la produzione. I dettagli dello stadio in particolare, come il pubblico, sono ampiamente da rivedere. La fortuna vuole che le scelte cromatiche, l'illuminazione e le animazioni offrano una visione d’insieme gradevole, che nel mezzo dell’azione risulta più che funzionale. Ma in qualche immagine ravvicinata, soprattutto pre-partita, i nodi vengono al pettine.

Voto Recensione di Matchpoint - Tennis Championships - Xbox


6.5

Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Simulazione intensa e appagante

  • - Meccanica della creazione delle IA avversarie interessante

  • - Multiplayer cross-platform

Contro

  • - Tenicamente appena sufficiente

  • - Presentazione scialba

  • - Solo match singoli

Commento

Matchpoint - Tennis Championships è un titolo caratterizzato da un grosso potenziale, in particolare per quel che concerne le dinamiche di gioco sul campo e la resa dei colpi, che però sacrifica fin troppo in favore di questo suo approccio radicalmente simulativo e serioso. Pur conscio che il pubblico amante delle simulazioni sia ampio e che ci sia sempre bisogno di un nuovo competitor nel campo delle simulazioni tennistiche, muoversi in una direzione così precisa con un pacchetto imperfetto potrebbe minare in partenza le possibilità di successo del progetto che, ripetiamo, ha davvero tanto di buono nelle sue corde. I giocatori occasionali possono provarlo su Xbox Game Pass, ma potrebbero trovare il titolo privo del carisma utile a catturare gli amici per qualche sfida, in particolare vista l’assenza del doppio.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Matchpoint - Tennis Championships - Xbox

Matchpoint - Tennis Championships - Xbox