Mato Anomalies | Provato

Mato Anomalies ci porta alla scoperta di una Shangai dove gli spiriti e la tecnologia fanno da sfondo alle indagini di un detective.

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a cura di Alessandro Palladino

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Il lavoro dello scenario indipendente asiatico sta ricevendo molta attenzione solo in tempi recenti, grazie alla diffusione di numerose piattaforme in cui i limiti geografici non sono più così proibitivi come un tempo. Tra tutti i generi, sicuramente il paranormale e il fantascientifico sono terreni abbastanza battuti dai team di sviluppo di Giappone, Cina e Corea. Pensiamo a opere come Anno Mutationem, che ha visto la luce di recente, o all’attenzione molto particolare per Ghostwire Tokyo e il foklore paranormale a esso associato.

Spesso però è l’unione di diverse ispirazioni a creare una combinazione vincente e il prossimo Mato Anomalies di Arrowiz promette di essere il figlio di una storia hard boiled che incontra il mondo spiritico e si fidanza con il tessuto urbano di Scarlet Nexus e Persona. Un bel mistone, ma che funziona nella sua essenza particolare.

Ace Spirit Detective

Protagonista di questo accoppiamento tematico è il detective Doe della città di Mato: una sorta di Shangai a metà tra il futuro e l’evoluzione tecnologica fatta di neon e cavi. Il riferimento più vicino è quello di Scarlet Nexus e nel modo in cui dipingeva colonne di palazzi dai colori spenti, ricchi di proiezioni colorate dallo stampo pubblicitario e numerosi piccoli conglomerati densi come quartieri nello spazio di uno spiazzo comune. La Kabuki di Cyberpunk 2077, ma più stretta e più cinese che giapponese; Mato Anomalies dice addio ai colori e alle luci della ribalta irraggiungibile per spingere il giocatore nei bassi fondi in una caccia a una speciale merce di scambio del mercato nero: l’Handout.

In qualità di Doe vi troverete a visitare i luoghi della città per scoprire segreti e criminalità varia, spostandovi di area in area in una ricca mappa esplorabile, il cui accesso per questa anteprima ci è stato comunque limitato per ovvi motivi. Quello che abbiamo visto ci basta però a dire che il povero Doe avrà il suo bel da fare tra le stazioni di Mato, fino a quando non scenderà in quella che è una sorta di dimensione parallela fatta di simbolismi e mostri.

Per qualche ragione, il collegamento con l’Handout e un nuovo mondo ostile si è fatto via via più intenso e pericoloso, tanto da farci finire dentro un giovane detective dall’eccessiva curiosità. Qui Mato Anomalies ci butta nei combattimenti a turni tipici dell’oriente, solo che a fare da guerriero sarà il secondo protagonista: l’esorcista Gram, capace di combattere queste anomalie grazie alle modifiche corporali e non con la tecnologia Tonitrus.

Il sistema di abilità e il ritmo del combattimento, che segue il rodato Tempo d’Azione, sono da manuale del JRPG e hanno a seguito tutti i sistemi collegati di base, come l’equipaggiamento e la gestione delle abilità. Da un lato quindi vi ritroverete a condurre delle indagini con Doe e a sfruttare diversi minigiochi per scoprire indizi e convincere le persone, dall’altro ci saranno le battaglie nella dimensione apposita, quella dove catturerete i criminali o affrontare le “emozioni estreme” degli esseri umani. Non un concetto nuovo, certo, ma comunque accattivante per come viene proposto dal Arrowiz.

Fuori dal manuale

La particolarità di Mato, a questo primo sguardo, è quella di riuscire ad azzeccare molto bene l’ambientazione e il feeling giusto nella commistione transumanista dello spirituale con il tecnologico. È evidente che la cura nel character design, nei fondali e nei livelli esplorabili è il punto maggiore su cui si è speso budget e tempo, regalando delle aree che ci hanno sorpreso fin dai primi minuti di gioco. Certo, qui e lì ci sono i limiti del piccolo studio, in particolar modo nelle animazioni e nella gestione delle cutscene, che appaiono fumettistiche nello stile ma cedono fin troppo a una staticità tra i vari riquadri, ma allo stesso tempo i guizzi creativi si fanno sentire, come quando si sblocca l’abilità del Mind Hacking e si prova a scavare nella mente dei sospettati con un gioco di carte.

Anche la gestione del gruppo, che va via via ingrandendosi progredendo nel gioco, sembra essere profonda e legata a stretto giro alle relazioni che Doe coltiverà con ogni membro della squadra. Uno scenario, torniamo a ripeterlo, che prende la scuola di Persona e la rielabora per i suoi fini e la espande in una gestione abbastanza complessa ma che sembra non intricarsi troppo.

All’eventuale recensione rimarrà il giudizio su tale elemento, tuttavia non è in questo o quello che dovreste cercare il valore di Mato Anomalies di per sé, il gioco punta a essere un’avventura sfaccettata che fa mediamente bene un po’ di tutto nel tentativo di farvi vivere un mondo particolareggiato sia dai suoi ambienti che dal cast immerso in essi. La sua percentuale di successo dipenderà da quanto riuscirà a pulire alcuni elementi palesemente acerbi, fin troppo scollati l’uno dall’altro che rompono l’incanto costruito da un’atmosfera eccellente, specie se si considera la dimensione modesta di Arrowiz. Insomma, le potenzialità per essere una sleeper hit degli amanti delle produzioni orientali ci sono tutte, tenetelo d’occhio da ora in avanti!