Le microtransazioni nei videogiochi sono ormai all'ordine del giorno, secondo un recente sondaggio però, questa abitudine delle case di sviluppo parrebbe non dispiacere così tanto ai giocatori come si potrebbe pensare.
Il sondaggio, sottoposto a 8893 cittadini americani di età compresa tra i 13 e i 54 anni ha mostrato come il 28% degli intervistati abbia effettuato acquisti in gioco negli utlimi 3 mesi, di cui un 16% in DLC mentre un 23% in microtransazioni. Una buona metà di coloro che non effettuano questo tipo di acquisti sono convinti della propria decisione, mentre la restante parte non ritiene che ne valga veramente la pena per i contenuti al momento offerti.
Nonostante la maggioranza piuttosto evidente di preferenze verso le microtransazioni (77%), che offrirebbero l'estensione dell'arco di vita dei giochi, il 68% è contrario alle pratiche di pay-to-win. Generalmente l'utilizzo di soldi guadagnati direttamente in gioco è preferibile al denaro reale, ma ben il 78% degli intervistati dichiara che spenderebbe soldi veri per acquistare oggetti, armi e potenziamenti, pur dipendendo dal prezzo di essi e dal livello di gradimento del titolo in questione.
Uno dei fattori più incisivi sulle microtransazioni sembra comunque il prezzo, che se fosse basso invoglierebbe ad effettuare più acquisti in-game. "Spendere per microtransazioni e DLC è un'abitudine sana, ma gli sviluppatori e gli editori non devono perdere di vista l'importanza di sviluppare aree che stimolino gli acquisti in gioco senza compromettere il valore reale e quello percepito dei contenuti offerti." Queste le parole di Sam Naji, analista del gruppo NPD.
Sul pay-to-win siamo tutti d'accordo: è una bruttissima pratica, per quanto riguarda DLC e microtransazioni, cosa ne pensate?