Miglior titolo indipendente del 2019

Uno sguardo allo scenario indipendente del 2019, in cerca del miglior videogioco di questa categoria particolarmente diversificata nelle sue esperienze.

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a cura di Alessandro Palladino

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Il 2019 è stata un’ottima annata non solo per le produzioni tripla A ma anche per tutta la galassia indipendente che le circonda. Le avvisaglie le abbiamo già avute durante l’E3 2019, dove le varie compagnie più o meno grandi hanno mostrato il loro catalogo futuro e presente. Una bella somma che nel corso del tempo ha portato a diverse produzioni eccezionali, particolarmente localizzate negli ultimi mesi di chiusura dell’anno.

I titoli da citare sarebbero veramente molti e ognuno di essi meriterebbe, per un motivo o per un altro, di essere presente nella classifica di tre punti che segue. Questo perché ogni idea dello scenario indipendente è un universo a sé, uno specchio di uno spaccato della realtà o dell’immaginazione che è impossibile riprodurre altrove, caratteristica che ancora oggi ci attira inevitabilmente verso di esso. Dovendo scegliere però, abbiamo voluto concentrarci su tre esperienze tematicamente diverse tra loro, rappresentative delle maniere in cui la scena indie è capace di comunicare con il giocatore attraverso formule e trame estremamente diverse e peculiari, per poi eleggere al primo posto quello che è indubbiamente il miglior gioco indipendente dell’anno.

Prima di continuare, vi ricordiamo che potete trovare tutti gli articoli dedicati alle varie categorie dei migliori giochi del 2019 (e non solo), nella nostra pagina dedicata.

Afterparty

Dai creatori di Oxenfree, il che è già tutto dire, è arrivata una nuova avventura dai toni decisamente diversi rispetto all’escursione paranormale sulla spiaggia di qualche anno fa. La location è infatti l’Inferno, la premessa una morte prematura e l’obiettivo quello di sopravvivere a una serie di incontri con i demoni bisbocciando nella maniera più selvaggia e americana possibile. Fiumi di alcool scorrono nelle gole dei diavoli e dei due protagonisti dal sesso opposto, intenti a usare ogni centimetro del loro corpo per superare prove sempre più assurde cercando di tornare in vita. La forza di Afterparty però non è nell’anima della festa, ma è nelle sue dissonanze concettuali, saltando tra la follia e l’intimità grazie al complesso quanto immediato sistema di dialogo ereditato da Oxenfree, per poi mostrare tutte le contraddizioni di un mondo social infernale basato sull’ecosistema della condivisione da party abusivo nel college.

La formula di Night School Studio funziona in ogni suo punto nonostante un cambio di rotta decisamente papabile almeno nell’estetica, stavolta più sopra le righe e umoristica che paranormale o misteriosa. Rimane però la spiccata sensibilità nel trattare le sfumature umane delle relazioni, lasciando in mano al giocatore il compito di districarsi tra ciò che i due protagonisti decideranno di essere nelle riflessioni sulla loro vita e la condizione di morte nell’aldilà. A prescindere da come si vuole prendere Afterparty, rimane un’esperienza indimenticabile dello scenario indipendente sotto ogni fronte, ponendosi come il più leggero e mondano del trio di questa classifica.

Mutazione

Vivendo in Italia spesso chi ci legge o vi scrive appartiene a quelle realtà rurali che costituiscono una grossa fetta del nostro paese. Fuori dalle metropoli, nelle campagne e nei piccoli centri abitati, ecosistemi e comunità si intrecciano in modi che spesso vanno ben oltre la tranquillità dei campi che li circondano. Immaginatevi se, un giorno, un meteorite piovesse sulla vostra città e spazzasse via buona parte del terreno, lasciando solamente pochi superstiti in balia di radiazioni stellari. Un evento simile generebbe nuovi esseri e organismi di vita, le cosiddette mutazioni che danno il nome al titolo dell’opera di Die Gute Fabrik.

Il protagonista è un ragazzo che finisce per aiutare il vecchio nonno stabilito in una città fatta di mutanti, i quali vivono serenamente nonostante siano stati completamente abbandonati dal mondo dopo una catastrofe. Più che agli X-men, gli strani abitanti richiamano il popolo delle fogne di Futurama, aggiungendo quel pizzico di arte giapponese che fa da contorno tematico ed estetico all’acquerellato mondo di gioco. Chiamarlo gioco, oltretutto, sarebbe anche troppo: la parte ludica è infatti ridotta allo zero, il che rende Mutazione un walking simulator dove il giocatore si ritroverà immerso nei dialoghi e nella vita quotidiana di questa stramba comunità, scoprendo però segreti decisamente oscuri dietro l’ordinaria routine di ognuno dei protagonisti. Non a caso, la descrizione ufficiale definisce la vita di Mutazione come una telenovela.

Il lavoro di Die Gute Fabrik è basato sull’esperienza della ruralità come scenario per la riflessione più profonda. Le musiche passano dall’essere dolci alla tensione più pura, così come il paesaggio candido e dai colori tenui finisce per incupirsi al passare di ogni ora nella storia, accompagnandoci in un viaggio dal sapore estremamente indipendente. Parliamo infatti di un’esperienza concentrata, lontana dai grandi open world o dal più vicino Stardew Valley, ma che nei suoi silenzi e ristrettezza fa vivere alla mente del giocatore un viaggio impossibile da completare altrove.

Disco Elysium

Il primo gioco prodotto dal novello studio indipendente ZA/UM si è rivelato un asso estremamente vincente, come abbiamo visto nella recensione dedicata e nella sua nomina in diverse categorie ai The Game Awards. Attestati di qualità per un RPG complesso, intimo e gretto, capace di trascinarci in dibattiti filosofici, politici e morali come mai visto prima. Vestendo i panni di un detective ubriaco e drogato in una periferia scossa dalle mafie, sindacati criminali e tumulti sociali, nonché un omicidio efferato che rischia di trasformarsi in un bagno di sangue. In questa scena delicata noi, come giocatori, siamo chiamati a vivere come più ci pare la situazione attraverso numerose scelte e impostazioni incasellate in uno dei sistemi di dialogo più creativi di sempre, capace di dare voce alle diverse facce astratte della psiche.

Follia pura che passa dal grottesco all’umoristico con una rapidità disarmante, senza alcun tipo di scontro nel significato ludico del termine. Piuttosto è l’esplorazione a farla da padrona, accompagnata da una lunga serie di personaggi unici da scoprire e un’estetica a dir poco ispirata. Non c’è un singolo elemento di Disco Elysium che crea dissonanza, specialmente dopo una lunga serie di patch correttive che hanno risolto i bug più banali e che anche noi riscontrammo in sede di recensione.

Premettendo di conoscere abbastanza bene l’inglese, il primo gioco di ZA/UM è uno dei prodotti più incisivi dell’anno non solo per l’evidente caratura del lavoro dietro di esso, ma anche perché attesta come sia possibile, soprattutto nelle produzioni indipendenti, trattare tematiche “accademiche” – se vogliamo – senza per forza risultare eccessivamente didascalici e pretenziosi. Aiuta anche il fatto di avere una longevità abbastanza evidente, specialmente quando viene scandita da tutta una serie di finali e risvolti decisivi influenzati dalle varie scelte e statistiche del personaggio.

Se ancora non hai avuto modo di vivere alcune di queste esperienze, rimedia acquistando Disco Elysium, Mutazione e Afterparty!