I 5 migliori Videogiochi Indipendenti | marzo 2020

Tra tante offerte e videogiochi tripla A, questi cinque videogiochi indipendenti hanno portato fresche esperienze nel corso del mese di marzo.

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a cura di Alessandro Palladino

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Negli ultimi mesi, la nostra redazione ha affinato il proprio sguardo all’interno dell’offerta dei videogiochi indipendenti, raccontandovi di esperienze particolari che spesso hanno forme e contenuti estremamente diversi tra loro. La galassia dell’offerta indie, come abbiamo visto in passato, è ormai sempre più in espansione e sta assumendo ruoli molto importanti anche all’interno delle comunicazioni dei giganti del settore. Basti pensare ai Direct di Nintendo dedicati ai Nindies o a quanto Xbox e Microsoft abbiano sfruttato i loro canali per far crescere idee, team di piccola caratura o progetti paralleli bisognosi di fondi.

In questa costellazione di videogiochi indipendenti, la nostra copertura è aumentata ed è indubbiamente difficile poterla seguire con costanza specialmente in mesi in cui grossi titoli tripla A hanno – come è giusto che sia – i riflettori puntati sopra di loro. Ma tra un nome altisonante e l’altro, vogliamo comunque dare un maggiore risalto a quelle esperienze che ci hanno particolarmente colpito nel corso del mese, fornendovi una comoda “classifica” dedicata ai migliori titoli indie passati sotto le nostre penne. A prescindere dalla relativa posizione, qualunque opera troverete qui elencata vi farà vivere qualcosa di unico, a volte perfino sorprendente.

1 – In Other Waters

In Other Waters è uno dei lavori che più simboleggiano le potenzialità del mondo indipendente, specialmente quando si parla di produzioni scaturite dalle idee di una singola persona. Ci sono molto videogiochi indipendenti di successo che partono da una figura che fa da designer e scrittore, ma In Other Waters si distacca da tutti gli altri per il modo in cui è riuscito a fondere il gameplay con la narrazione del racconto alla mano. La sua premessa pone il giocatore in un’esperienza extra corporea dove l’immedesimazione non passa per un avatar umano, bensì nei circuiti di un’IA all’interno di una tuta per immersioni, lasciata sul fondale di un pianeta alieno. Tutto quello che potremo fare sarà scandagliare il fondo dei mari ricchi di vita in cui ci troveremo, aiutando una scienziata a trovare la sua partner scomparsa in quelle stesse acque.

In Others Waters è un gioco molto poetico e riflessivo, indicato per tutti coloro che cercano quei videogiochi indipendenti capaci di impegnare la mente o i propri sentimenti. L’estetica è infatti tarata per lavorare con la vostra immaginazione, sfruttando gli studi che sono stati fatti sulla ricerca della fauna marina reale per rendere il più coinvolgente possibile il lavoro di ricerca che dovrete svolgere sul fondale, accompagnati naturalmente dall’unico elemento umano del gioco e con cui potrete interagire solo con Sì o No. In questo senso, In Other Waters è un gioco dove leggere e ascoltare saranno le azioni chiave da svolgere, a patto di avere un inglese abbastanza ferrato. Nella nostra recensione abbiamo premiato In Other Waters con un 9.3.

2 – Ori and the Will of the Wisps

Non è davvero una sorpresa trovare il lavoro di Moon Studios nuovamente elogiato per la sua esecuzione, ormai arrivato al suo secondo capitolo e confermando l’estrema qualità che il nome di Ori porta con sé. Certo, qualche problema su console al lancio ha un po’ minato la godibilità per alcuni giocatori, ma l’esperienza generale ci ha colpito direttamente al cuore con la sua tenerezza. Ideale per gli appassionati di Metroidvania, Ori and the Will of the Wisps approfondisce la formula passata per renderla più intrigante, dandosi ancora di più da fare dal punto di vista estetico, il quale è indubbiamente uno dei migliori nello scenario dei videogiochi indipendenti.

Ori però non è solo bellezza: è anche tragedia, commozione, meraviglia e difficoltà, fondendo l’azione con un racconto di una natura tanto bella da ammirare quanto crudele da vivere. La luce lotta con l’ombra tra i balzi del nostro piccolo protagonista, ricco di poteri da sbloccare al fine di liberare nuovi percorsi per le nostre esplorazioni dei vari livelli dal design ineccepibile. Per quanto fosse davvero difficile migliorare la formula di Blind Forest, Ori and the Will of the Wisps è riuscito a regalarci l’ennesimo capolavoro indipendente, da noi giudicato in recensione con un 9.3.

3 – Deep Sky Derelicts Definitive Edition

Allontanandoci dal calore umano e naturale, nello spazio profondo abbiamo avuto modo di osservare la nuova riedizione di Deep Sky Derelicts, titolo indipendente uscito qualche anno fa e approdato in questo mese su PlayStation 4, Xbox One e Nintendo Switch. Prendendo spunto dall’ormai segnante Darkest Dungeon, Deep Sky Derelicts è uno di quei videogiochi indipendenti che prende i combattimenti a turni, ci mischia un po’ di meccaniche da card game e infine crea un RPG dove il fattore artistico definisce l’identità dell’opera. La formula però funziona abbastanza bene, calandoci nelle avventure del nostro manipolo di mercenari spaziali totalmente personalizzabili.

Deep Sky Derelicts è un gioco ricco di meccaniche e contenuti, specialmente se si considera che la Definitive Edition comprende anche i DLC usciti nel corso del ciclo vitale del titolo. Non è esente da alcuni difetti del genere rogue-lite a cui appartiene, ma tutto sommato lo stile che porta nella sua offerta riesce a farsi perdonare degli eventuali difetti che si possono incontrare nella moltitudine di escursioni stellari che affronterete. Come intuibile, Deep Sky Derelicts è il perfetto candidato per tutti i giocatori che sono alla ricerca di un videogioco in cui poter passare ore e ore in compagnia della generazione casuale di contenuti, accompagnati da una solida progressione del proprio gruppo di eroi e una lore di fondo abbastanza fitta da valere la lettura di quando in quando. Per queste ragioni, nella nostra recensione della Definitive Edition si è aggiudicato un 8.5 pieno.

4 – Paper Beast

Il nome di Eric Chahi è di per sé un’ottima lettera di presentazione, ma Paper Beast si è rivelato più sorprendente di quanto potessimo aspettarci, tanto da renderlo uno dei videogiochi indipendenti per PlayStation VR più intriganti del 2020. È davvero difficile riuscire a trovare esperienze indie capaci di portare frecce a favore dell’arco della realtà virtuale, ma più e più volte è capitato che fossero proprio i piccoli team ad avere idee tanto forti da riuscire a far passare il messaggio che l’acquisto di un visore vale davvero la pena quando si parla di lavori simili.

Quello che Paper Beast offre è un prodotto così atipico che è di difficile catalogazione, ennesima conferma che in questi ultimi anni le categorie settoriali diventano via via sempre più strette. Puzzle game, esperienza narrativa, walking simulator: tanti piccoli pezzi che fanno parte dell’essenza di Paper Beast, la quale è in realtà esprimibile solo attraverso il mondo popolato da creature di carta con cui dovremo convivere per la durata dell’avventura. Si tratta del gioco ideale per gli amanti dei puzzle, a cui aspetta una terra plasmabile con le proprie interazioni, andando decisamente oltre la semplice catena di problemi e soluzioni. Per tutte le meraviglie incontrate, a fronte di qualche sbavatura, Paper Beast ha ottenuto un 8 nella nostra recensione.

5 – Good Job

Rimanendo nel terreno dei puzzle game, abbandoniamo l’atmosfera onirica per passare ai videogiochi indipendenti disimpegnati con Good Job! e la sua pubblicazione – esclusiva - su Nintendo Switch. Non è raro che i Nintendo Direct Mini sfornino piccole perle dedicate al puro divertimento, ricordando ad esempio Untitled Goose Game, e in questo caso torniamo a parlare di quelle opere che fanno del design e della fisica il loro cavallo di battaglia.

A differenza di altri concorrenti come Gang Beast, il tono demenziale viene un po’ abbassato per far spazio a una comicità genuina in situazioni esasperate, dove la fisica funziona più o meno come dovrebbe e ai giocatori è lasciato il compito di sbrogliare alcuni semplici incarichi all’interno di un complesso di uffici. Un po’ scherno del macro cosmo lavorativo, al nostro eroe senza faccia sarà richiesto di compiere degli incarichi semplicissimi tramutati in imprese al limite del possibile, permettendo alla nostra creatività di intervenire al fine di sbrogliare gli incidenti più inconcepibili. Leggero, divertente e anche satirico, Good Job! riesce a essere un validissimo passatempo per chi è alla ricerca di uno svago disimpegnato tra una pausa e l’altra, specialmente sul luogo di lavoro che il gioco deride dall’inizio alla fine. Nella nostra recensione ci siamo fatti qualche risata di gusto, tanto da affidare un 8 al lavoro di Paladin Studios.

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