MLB The Show 20 | Recensione

Con MLB The Show 20 torna l'appuntamento videoludico annuale più atteso da tutti gli appassionati del baseball. Ecco la nostra recensione del titolo PS4.

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a cura di Gianluca Saitto

La Major League Baseball torna ad essere protagonista in esclusiva per PlayStation 4 con MLB The Show 20. La nuova iterazione del franchise sviluppato dai ragazzi di San Diego Studios ci riporta sui più importanti diamanti di tutti gli stati uniti, e non si limita a quello. Anche le leghe minori, le leggende del passato e una nutrita schiera di modi di giocare trovano spazio all’interno di quello che appare ancora una volta il miglior videogioco sul mercato per gli appassionati di baseball.

Play ball!

Prima di iniziare qualsiasi attività presente in MLB The Show 20, c’è una fase di apprendimento che racconta passo passo tutte quelle sono le situazioni di gioco e i comandi per imparare al meglio come giocare. Esattamente come nell’edizione 2019, questa fase iniziale è stata studiata affinché i novizi possano imparare in modo semplice e divertente le basi del titolo e i veterani ripassare le meccaniche di gioco, comprese quelle che sono le leggere differenze di gameplay implementate in questa nuova stagione videoludica di MLB The Show.

Superata la fase di apprendimento, MLB The Show 20 si presenta in tutta la sua varietà. Ci sono diverse modalità che terranno occupati i giocatori per tutta la stagione sportiva, sia già conosciute che nuove, come per esempio la possibilità di creare una Lega online e sfidare i propri amici. Oltre a ciò, il pacchetto propone anche delle vecchie conoscenze come le modalità: Road to The Show, Franchise, March to October, Diamond Dynasty e il tutto si conclude con una manciata di mini giochi che aggiungono al tutto uno stile di gioco più improntato verso l’arcade e meno sulla simulazione.

La modalità Road to the Show ripropone a grandi linee quella che è sempre stata l’esperienza più a stampo gioco di ruolo della serie, ma con qualche leggera differenza qua e la. Il tutto si traduce nel portare al successo il alter ego altamente personalizzabile, comprese statistiche e attributi migliorabili. La carriera sarà costellata di momenti qualitativi alti e bassi, sia di scrittura che tecnici. Un esempio sono le varie cinematiche, che non sempre risultano eccezionali e i modelli dei personaggi secondati talvolta risultano qualitativamente peggiori rispetto ad altri. Va fatto un plauso invece alla regia durante le partite, sempre molto dinamica e che riesce sempre a mettere in risalto tutte le azioni che si susseguono durante ogni singolo inning.

Nella sezione dedicata all’online di MLB The Show 20 trovano di nuovo spazio le modalità Diamond Dynasty. Ritorna l’ormai sempre più conosciuta meccanica delle carte collezionabili, ma bisogna prendere atto della natura poco improntata verso le microtransazione che ha il titolo sviluppato da San Diego Studios. La parte di gioco online vede inoltre l’aggiunta di una nuova modalità chiamata Showdown, dove viene richiesto al giocatore di affrontare una serie di sfide che, una volta completate, lo porteranno ad una prova finale nella quale dovrà competere contro uno dei lanciatori più forti di tutti i tempi!

Nono inning

MLB The Show 20 si impegna molto, più che in passato, nel dare agli appassionati un senso di completezza maggiore. Ciò che però risulta ancora troppo ancorato alla scorsa iterazione è il gameplay. La sensazione che il titolo restituisce  pad alla mano non differisce più di tanto da ciò che San Diego Studios ha proposto l'anno scorso, le differenze sostanziali sono poche e non così marcate. Visivamente il titolo si mostra in grande spolvero, con stadi ghermiti dal pubblico che danno costantemente la sensazione di trovarsi a un passo dai giocatori, basta chiudere gli occhi qualche secondo per essere trasportati dal tifo e sentire l’odore dell’erba e della terra battuta sul diamante di gioco. Le animazioni sono reattive e fluide praticamente durante tutta la durata del match e per quasi tutti i giocatori sul campo, solo il lanciatore presenta ad ogni lancio una fase finale di animazione completamente statica per qualche secondo, ma nulla che non si possa risolvere con una path.

Anche il comparto sonoro, in MLB The Show 20 risulta uno degli aspetti migliori di tutta l’esperienza. Sia i gli effetti sonori che la soundtrack sono ricchi di momenti salienti, e questo non fa altro che dare al titolo un ulteriore senso di compattezza generale non indifferente. La mazza che colpisce la palla, le scivolate dei giocatori sulla terra battuta, il pubblico che esulta con passione e gli iconici jingle emessi dalle casse dello stadio in ogni partita fanno sentire ancora più nel vivo della partita il giocatore, costantemente.

Apprezzabile la cura e la realizzazione di tutto ciò che concerne i modelli dei giocatori, le divise, gli accessori e i loghi delle squadre, sia per quanto riguarda i team più famosi facenti parte della MLB, sia per le squadre delle serie minori. Queste ultime sono accompagnate anche da campetti molto più discreti rispetto agli stadi da oltre 40 mila posti a sedere delle squadre appartenenti alla lega maggiore.

MLB The Show 20 appare come si suol dire; un more of the same, un ritorno sul mercato di un titolo sportivo a cadenza annuale che cerca di apportare delle modifiche e novità, ma che  allo stesso tempo non traccia una linea netta in confronto al capitolo precedente della serie. Possiamo però constatare che il titolo si va ad autoincoronare ancora una volta come il miglior videogioco su baseball che ci sia, e questo può tranquillamente bastare ad ogni singolo appassionato di questo magnifico sport di spolverare la propria mazza e il proprio guantone virtuale per tornare a calcare il diamante di gioco.

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