Mod-chip per console illegali: prime condanne in Italia

Il Tribunale di Firenze ha condannato due aziende accusate di aver venduto, distribuito e installato i chip per modificare le console.

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a cura di Roberto Caccia

Il Tribunale di Firenze ha condannato PC Box e 2 Modchip.it, due aziende accusate di aver venduto, distribuito e installato illegalmente i chip usati per modificare le console. Stiamo parlando di microchip che, fra le altre cose, permettono di riprodurre giochi pirata, o provenienti da aree geografiche diverse da quella in cui sono in uso.

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La pena affibbiata ai titolari delle due società è di un anno e due mesi di reclusione e 5.000 euro di multa ciascuno, ai sensi dell'articolo 171 ter della "legge sul diritto d'autore in materia di elusione delle misure tecnologiche di protezione". La Guardia di Finanza ha inoltre disposto la distruzione dei materiali sequestrati e il pagamento di 3.000 euro di costi.

"È da anni che la nostra associazione lotta contro la distribuzione dei dispositivi di elusione tecnologica. Siamo molto soddisfatti che il Tribunale Penale di Firenze abbia riconosciuto e confermato ancora una volta l'illegalità di questi prodotti e della loro vendita e distribuzione ai sensi della legge italiana", ha dichiarato Andrea Persegati, presidente di AESVI, l'Associazione Editori Sviluppatori Videogiochi Italiani.

PC Box, una delle due aziende condannate, era già salita agli onori della cronaca a gennaio, (anche se si parla di questa vicenda fin dal 2009) in seguito a una querelle legale con Nintendo legata alle cartucce R4, che permettono di usare giochi pirata e software homebrew (fatti in casa) su Nintendo DS.

Sulla questione era intervenuta la Corte di giustizia UE, sancendo l'illegalità di questi strumenti solo se l'obbiettivo è di usare videogiochi contraffatti. Voi cosa ne pensate? Siete d'accordo con la decisione della Corte di giustizia?