Mortal Kombat, 10 curiosità che non conoscevi

Dopo quasi 30 anni di attività, Mortal Kombat è una delle serie più popolari del panorama videoludico. Vediamo insieme alcune curiosità che la riguardano.

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a cura di Marco Patrizi

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Non c’è dubbio che Mortal Kombat sia una delle serie picchiaduro più popolari del panorama videoludico, e lo è ormai da quasi 30 anni a questa parte. Al di là della qualità altalenante dei suoi capitoli, grazie al suo stile unico ed esagerato il franchise si è instillato nella cultura pop ed è riconoscibile da qualsiasi giocatore. Dopo la sua rinascita con il nono capitolo del 2011, NetherRealm Studios ha compiuto passi da gigante, annoverando Mortal Kombat tra i migliori esponenti del suo genere.

Nella sua lunga storia fatta di alti e bassi, progetti crossmediali e controversie, le curiosità su questa saga si sono accumulate in grande numero. Di seguito ve ne proponiamo dieci tra le più interessanti.

Four men army

In molti si lamentano del fatto che i videogiochi costano molto, spesso senza considerare che dietro la loro produzione spesso c’è il lavoro di decine, a volte centinaia di persone. L’originale Mortal Kombat uscito nel 1992 venne invece creato solamente da quattro persone. Il programmatore Ed Boon e l’artista di fumetti John Tobias furono coloro che diedero vita al concept del gioco; a essi si unirono l’artista John Vogel (entrato a Midway tre anni prima) e il sound designer Dan Forden (il famoso “Toasty guy” che appariva all’improvviso durante i combattimenti dei primi capitoli della serie).

Anche se i processi di sviluppo al tempo erano meno complessi, è comunque impressionante che queste quattro persone siano riuscite da sole a mettere insieme il titolo. Specialmente considerando che per farlo hanno impiegato solo 10 mesi!

Omaggio carpenteriano

Per la creazione di due personaggi di Mortal Kombat, l’artista John Tobias ha dichiarato di essersi esplicitamente ispirato al film Grosso guaio a Chinatown di John Carpenter. Nello specifico Shang Tsung è stato ispirato dal malvagio stregone Lo Pan, mentre per il design di Raiden ha guardato quello dei guerrieri maghi chiamati le Tre Bufere.

Tobias ha rivelato in un’intervista che tale scelta era un omaggio al film in quanto anch’esso univa un’ambientazione moderna occidentale ad aspetti magici della cultura orientale (almeno nella prospettiva globale di quegli anni).

Mago di memoria

L’abilità di Shang Tsung di assumere le sembianze degli altri combattenti non era stata pianificata sin dall’inizio, ma venne improvvisata durante lo sviluppo del primo Mortal Kombat. A quei tempi c’erano dei limiti di memoria molto più restrittivi di ora e gli sviluppatori si resero conto che non ce n’era abbastanza per dare allo stregone un moveset completo.

Da lì nacque l’idea di renderlo un personaggio “camaleontico” capace di usare le abilità degli altri personaggi. Una scelta azzeccata che diede vita a uno dei poteri più iconici dell’intero franchise.

Compromesso storico

La popolarità di Mortal Kombat era talmente grande da piegare persino il più grande colosso dell’industria di allora: Nintendo. Come sappiamo la casa di Kyoto ha una lunga storia di piccole o grandi censure all’interno del proprio “ombrello” di prodotti, questo perché ha sempre ritenuto una priorità la tutela dei giocatori più giovani.

Per la sua conversione su SNES, infatti, il primo Mortal Kombat venne deprivato di tutti gli effetti di sangue, snaturando parecchio il suo tono volutamente eccessivo. L’inclusione del sangue era talmente importante che non a caso il gioco vendette di più sulla console concorrente Sega Mega Drive (dove invece era possibile sbloccarlo tramite una sequenza di tasti), nonostante la versione SNES fosse graficamente migliore e la console in generale conducesse il mercato.

Le scarse vendite spinsero quindi Nintendo a fare un’eccezione alla propria politica e a permettere l’inclusione del sangue in Mortal Kombat II.

Regularity!

Certo, non è detto che Nintendo avrebbe ceduto se non fosse nato l’ESRB, ovvero la classificazione americana dei videogiochi in base al loro contenuto, a cui seguirono vari altri sistemi internazionali analoghi, tra cui il nostro PEGI.

La cosa curiosa è che Mortal Kombat è stato praticamente il titolo scatenante che ha portato alla fondazione di questa classificazione. Fino ad allora i videogiochi erano indirizzati soprattutto a un pubblico giovane ed era raro che rappresentassero esplicitamente la violenza fisica. Quando Mortal Kombat venne rilasciato sollevò una massiccia controversia tra i genitori che vedevano i loro figli davanti a un gioco dalla violenza senza precedenti e che temevano che questi potessero emularla nella vita reale. La polemica causò persino un'udienza al Congresso degli Stati Uniti e diversi furono i senatori pronti a spingere per il ritiro dal mercato del gioco.

Fortunatamente questo non accadde e nel 1994 nacque appunto l’ESRB, che serviva appunto a indicare sulle confezioni a quale pubblico sono adatti determinati videogiochi. Ora non gli resta che imparare a usarlo.

Pallavolisti di primo pelo

Mortal Kombat è ritenuto il primo picchiaduro in cui sono presenti le cosiddette juggle, cioè quelle combinazioni di colpi che permettono di colpire l’avversario prima che tocchi terra dopo essere stato sbalzato verso l’alto. Una meccanica ormai comune nei picchiaduro moderni, basti pensare a Tekken, ma anche in diversi giochi di azione come Devil May Cry.

Questa possibilità in realtà non era stata prevista dagli sviluppatori, ma è stata “scoperta” dagli stessi giocatori. Da allora è stata mantenuta per tutto l’arco della serie.

Drago mancato

Per il casting del film di Mortal Kombat del 1995 per il ruolo di Johnny Cage era stato inizialmente scelto Brandon Lee. L’attore avrebbe dovuto iniziare le riprese dopo aver terminato quelle per Il Corvo.

Purtroppo, come ben sappiamo, Brandon Lee proprio durante le riprese del film venne ferito mortalmente da un colpo di pistola e successivamente spirò in ospedale durante l'intervento chirurgico. A seguito della tragica notizia, la produzione optò per Linden Ashby per interpretare Johnny Cage.

Delusione scampata

Avete presente quando un titolo in inglese di un’opera viene tradotto nella nostra lingua con risultati spesso tremendi? Ebbene non sempre queste traduzioni sono ingiustificate. In Francia Mortal Kombat Deception è stato rinominato Mystification, questo perché in francese “deception” vuol dire delusione. E insomma “Mortal Kombat Delusione” non sarebbe stato il migliore dei titoli, glielo concediamo.

Dragonologia

A proposito, Mortal Kombat Deception è il primo titolo ad annoverare un boss finale non umanoide. Fino ad allora varie razze hanno sempre ricoperto il ruolo di sub-boss (Goro, Kintaro, Motaro…) mentre i boss finali sono sempre stati umanoidi (Shang Tsung, Shao Kahn, Quan Chi, Shinnok).

Anche voi siete tra coloro che hanno cercato ovunque, inutilmente, il modo di sbloccare Onaga? Ebbene sembra il Re Dragone dovesse essere effettivamente un personaggio sbloccabile, ma alla fine non è stato incluso incluso. Non a caso nella Kripta è possibile trovare il suo filmato di Ending come quello degli altri personaggi giocabili.

Record vocale

Come alcuni fan sapranno, il personaggio di Mortal Kombat preferito di Ed Boon è Scorpion, e lo si può intuire anche dall’attenzione che questo personaggio ha sempre goduto, assieme a Sub-Zero che per lungo tempo è stato suo rivale.

Non molti sanno che in realtà Ed Boon è anche il doppiatore di Scorpion, in particolare della sua catch phrase "Get over here". In realtà il leader di NetherRealm Studios ha prestato la sua voce per diversi personaggi nel corso della saga, ma solo per Scorpion è rimasto sempre lui. In effetti Ed Boon attualmente detiene il record mondiale di doppiaggio di uno stesso personaggio videoludico nel corso degli anni.