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NBA 2K21 | Recensione: ritorna il basket di 2K

NBA 2K21 è la classica produzione di transizione generazionale, seppur porti con se alcune, importanti, novità al gameplay della serie.

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a cura di Andrea Maiellano

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In sintesi

NBA 2K21 è la classica produzione di transizione generazionale, seppur porti con se alcune, importanti, novità al gameplay della serie.

Chiunque segua un determinato sport avrà sicuramente notato il forte impatto che l’epidemia di COVID-19 ha avuto nella prosecuzione delle competizioni per, praticamente, tutte le discipline sportive. Dal clamoroso rinvio delle Olimpiadi fino ai campionati calcistici e alle gare di Formula 1, tutto il mondo sportivo sta ancora tentando di recuperare il ritardo accumulato. Per l’NBA, però, la situazione si è andata a complicare ulteriormente in seguito a tutte le conseguenze portate dagli episodi di cronaca accaduti a Minneapolis e a Kenosha. Viene da se che, con un campionato 2020 ancora in corso, non sia stato facile, per gli sviluppatori di NBA 2K21, presentare un titolo che oltre a essere, evidentemente, un episodio di transizione, dovrà aggiornare costantemente le formazioni e narrare i Draft che si terranno quando il gioco sarà già disponibile da diverse settimane. Ma non preoccupatevi perché pur trovandosi a fronteggiare un periodo confusionario per l’NBA, e nebuloso per quanto riguarda il mercato videoludico, il team di Visual Concepts è riuscito comunque a mettere a segno il solito, convincente, canestro.

La dura vita del figlio d’arte

Per quanto Livin’ Da Dream, almeno per chi vi scrive, rimane una delle migliorie “Modalità Carriera” offerte dalla serie NBA 2K, anche se non troviamo Spike Lee alla regia, The Long Shadow si presenta comunque solida e con un taglio registico decisamente migliore rispetto alle ultime iterazioni. La storia ruota tutta attorno a “Junior”, che ovviamente è il soprannome che ogni personaggio darà al vostro giocatore durante l’arco narrativo, un figlio d’arte che prova, dopo una breve parentesi calcistica, a competere con la pesante eredità paterna nel mono dell’NBA. La struttura di base, della campagna di NBA 2K21, non varia dalle edizioni preceenti, ma alcune modifiche rendono, come anticipavamo poc’anzi, l’intera esperienza maggiormente solida e in grado, da sola, di intrattenere e, potenzialmente, di iniziare anche i giocatori digiuni della celebre serie sportiva di 2K Games.

Vi sarà, infatti, una concentrazione maggiore del periodo collegiale, quest’anno con ben dieci università presenti, e l’inedita possibilità di decidere chi sarà a rappresentarci. Tutta la campagna di NBA 2K21, infatti, porrà una maggiore enfasi sulle scelte che il giocatore andrà a intraprendere durante la sotria, modificando in maniera molto interessante l’esperienza di gioco e offrendo, come accenavamo poc’anzi, un  taglio registico, e una sceneggiatura, maggiormente immersive e ben confezonate. Le novità, però, non si fermano quì, offrendo finalmente la posibilità di creare Playmaker con altezze fino a 2.03mt e spostando la sezione “Il Mio Quartiere” dalle zone urbane a delle spiagge soleggiate, che ricordano, molto vagamente, le atmosfere di Venice Beach con i suoi campetti sportivi, molteplici attività collaterali e una moltidudine di negozi per poter personalizzare al meglio il nostor, o i nostri se deciderete di creare più di un giocatore personalizzato, avatar.

Due tiri a canestro

Se fate parte dei novizi del brand, non aspettatevi sconti o particolari tutorial, la campagna per giocatore sinolo di NBA 2K21 vi sbatte in pochi minuti su un parquet collegiale, con il delicato obiettivo di mostrare il vostro valore ai vari talent scout presenti sugli spalti. A giungere in vostro aiuto troverete tutte le descrizioni dei controlli presenti nei menu di gioco, utili soprattutto per apprendere, fin dai primi momenti di gioco, il cambiamento nel gameplay più grande rispetto alla versione precedente: la modalità di tiro. Se infatti fate parte di quella tipologia di giocatori affezzionta alla pressione di un tasto per gestire i vostri lanci, sappiate che in NBA 2K21 questo sistema non pagherà come in passato. A parole risulta più complesso da spiegare che provandolo ma, in sostanza, quando inclinerete la levetta analogica destra verso il basso, un’indicatore a mezzaluna farà sua compara sopra la testa del giocatore. Mantenendo l’inclinazione e indirizzando l’indicatore verso l’area di tiro (in maniera analoga a quando si compiono le “mezzelune” con l’analogico) si potrà gestire l’inclinazione di tiro per poter portare a segno tiri perfetti. Con la canonica pressione del tasto dedicato al tiro, invece, lo stesso sistema si presenterà in forma differente, obbligando il giocatore a rilasciare il pulsante quando l’indicatore si troverà nel punto esatto per garantire il tiro migliore.

Indubiamente una rivoluzione che strizza l’occhio alle meccaniche testate nell’edizione 2017 ma che ha già “spaccato” l’utenza in due: chi oramai da anni era abituato all’utilizzo di un tasto per la gestione dei tiri e chi trova questo sistema molto più rapido e in grado di garantire un controllo di palla molto più simulativo e naturale. Dopo la nostra prova possiamo dirvi che, indubbiamente, il nuovo sistema realizzato da 2K Games permette di guadagnare secondi preziosi, oltre a offrire un controllo di palla maggiormente fluido e dinamico, ma allo stesso tempo presenta una curva di apprendimento molto più ampia e che potrebbe scoraggiare chi si rapporta per la prima volta alla serie con questa edizione e, ovviamente, risultare indigesto alla community di “aficionados” del brand.

Indubbiamente solo il tempo potrà dirci se questa scommessa si rivelerà vincente ma, dopo diverse ore spese assieme a NBA 2K21, possiamo asserire tranquillamente che una volta trovato il giusto flow, per quanto risulti persistente l’istinto di premere quadrato per lanciare la palla nelle situazioni più concitate, questa nuova meccanica di tiro si rivela molto più dinamica e amalgamata a un impianto di gioco che, anno dopo anno, verte sempre di più sull’offrire, tramite l’analogico destro, la sensazione di poter gestire, in maniera fluida e naturale, la palla da basket.

Se in termini di gameplay “puro” non assistiamo a grossi cambiamenti, al netto delle solite limature generali per rendere maggiormente responsiva, e immersiva, l’azione di gioco, ci è piaciuta molto l’introduzione delle animazioni dedicate alle piu importanti stelle del NBA. Proposte agli sviluppatori da Damian Lillard, l’artista di copertina di quest’edizione, queste rinnovate animazioni vanno ad assotigliare ulteriormente il confine fra realismo e riproduzione digitale, permettendo al giocatore di applicare animazioni specifiche, per tiri passaggi e svariate azioni di gioco, ai vari atleti garantendo una resa visiva finale maggiormente realistica e coerente con le corporature dei vari giocatori in campo.

Potrà sembrare un dettaglio di poco conto, magari più attraente per i “feticisti del parquet” che per i giocatori occasionali, ma vi garantiamo che in termini di resa finale vedere atleti di stazze diverse muoversi in maniera realistica e coerente alla loro statura appaga non poco gli occhi. Il poterlo applicare all’atleta da noi creato, inoltre, apre a ulteriore, e minuziose, personalizzazioni che mostrano ancora una volta come mai, al netto di tutte le critiche rivolte a più riprese verso il brand, NBA 2K1 si mostri anche quest’anno come il punto di riferimento per il genere.

In termini puramente evolutivi, rimangono da segnalare le varie migliorie applicate dal team di sviluppo per questa nuova edizione: la possibilità di difendere la palla con il corpo e con le braccia, una migliorata risposta dei difensori quando ne avremo il controllo, cambio della palla (vista la nuova partnership con Wilson per il 2021), migliori riflessi, una gestione delle luci ancor più votata al realismo e un nuovo design per il cronometro.

Nessuna novità per i tempi di caricamento che, ancora una volta, si mostrano eccessivamente lunghi. Niente di trascendentale, sia chiaro, semplicemente una serie di limature e migliorie che, al netto del rinnovato sistema di controllo, mostrano una versione transitoria e che pare sondare il terreno per far esplodere il suo potenziale nella versione per next-gen o, molto più realisticamente, nell’edizione del prossimo anno. Considerando, quindi, lo stato attuale della produzione, per quanto NBA 2K21 si riveli come da tradizione il punto più alto attualmente raggiunto da una simulazione dedicata la basket, consigliamo all’utenza finale di soppesare i cambiamenti apportati, e l’ovvia assenza temporanea delle formazioni aggiornate, rispetto alla precedente edizione prima di acquistarlo.

Oh capitano, mio capitano

Fin da quando è stata introdotta, la modalità My Team è sempre stata nell’occhio del ciclone delle più feroci critiche. D’altronde il modello economico, su cui gravita l’intero franchise, gravitava totalmente sul binomio “microtransazioni e fortuna”. In NBA 2K21, però, gli sviluppatori pare abbiano trovato un modo per bilanciare meglio un modello economico eccesivamente aggressivo, andando a offrire una formula che possiamo paragonare a quella attualmente presente nella serie FIFA di EA.

Sono state introdotte, infatti, le stagioni con la canonica pletora di obiettivi, stagionali, collettivi, settimanali e giornalieri, da conseguire giocando regolarmente per poter garantire ai giocatori piu affiatati dei premi stagionali dall’indubbio valore. Dopo aver visto l’attuale varietà di ricompense, e aver testato che in termini di tempistiche non richiedono sessioni di gioco eccessivamente lunghe o snervanti, siamo sicuri che la strada intrapresa dagli sviluppatori possa rendere felice la community di fan del brand.

La versione PC di NBA 2K21

Se la nostra analisi verte sulla versione per PlayStation 4 del titolo, totalmente differente è lo scenario offerto dalla versione per PC di NBA 2K21. Fin dalle prime ore seguenti al lancio, i giocatori che hanno acquistato la versione Steam del titolo hanno riscontrato costanti bug, crash soventi in modalità My Career, imprecisioni nel nuovo sistema di tiro e gli stessi problemi di stabilità visti nell’edizione dell’anno precedente. Considerando, inoltre, che l’attuale edizione per PC non avrà alcun tipo di upgrade nel momento in cui verrà rilasciata la versione per le console di nuova generazione, non possiamo che sconsigliare l’acquisto del titolo a chiunque giochi esclusivamente su PC, suggerendo di attendere il prossimo anno viste, inoltre, le flebili migliorie grafiche apportate da NBA 2K21 in ambiente Personal Computer.

NBA 2K21, Current-gen o Next-gen?

Confusione! Questa è l’unica definizione che ci viene in mente di fronte all’attuale gestione delle diffrenti versioni di NBA 2K21 che sono disponibili, o lo saranno presto, sul mercato. Una confusione comunicativa che, però, non è da accollare totalmente a 2K Games ma, soprattutto, alle varie complicazioni su scala globale e, ovviamente, all’attuale stallo comunicativo in merito alla prossima generazione di console.

Le versioni PlayStation 4 Xbox One X e PC (sì, purtroppo quest’anno la versione PC si basa sulla generazione attuale di console) sono già state rese disponibili e sono, come analizzato anche in questo articolo, delle versioni transitorie, con qualche importante aggiornamento ma afflitte da un campionato ancora in corso, una versione next-gen in arrivo, che a detta degli sviluppatori sarà un prodotto totalmente diverso e riscritto da zero, un piano di gestione degli upgrade per le nuove console un pochino troppo votato all’incasso facile.

Differentemente da quanto proposto da Ubisoft, Square-Enix e CD Projekt RED, 2K Games, forte del successo riscontrato dal brand specialmente in suolo americano, ha optato per non garantire a tutti gli aquirenti della versione current-gen di NBA 2K21 un upgrade gratuito alla versione per le prossime console in uscita. Solamente chi acquista l’edizione Mamba Forever (venduta a un prezzo di listino di 99,99€) potrà ottenere, gratuitamente, l’edizione standard di NBA 2K21 per PS5 e Xbox Series X.

Se fino a qui tutto si presenta in linea con le analoghe opzioni scelte da Activision e, similarmente, da EA, quello che l’utente finale dovrebe prendere in considerazione è quale versione di NBA 2K21 conviene acquistare. L’edizione “liscia” per current-gen abbiamo visto che è un gioco in divenire, con poche, seppur sostanziali, modifiche e che, al momento, offre ben poche reali motivazioni per passare dalla precedente edizione a quest’ultima. La Mamba Forever, invece, propone un’offerta decisamente migliore andando ad aggiungere, ai soliti add-on digitali, anche la versione standard del titolo. Precisiamo che non è stato ancora chiarito se i salvataggi e gli elementi cosmetici potranno essere trasferiti nella versione per next-gen.

Bisogna anche tenere in considerazione, però, che se da un lato troviamo una versione poco innovativa, dall’altro non sappiamo ancora in che maniera l’intera produzione sarà rivisitata per le nuove console ne la sua data di uscita. Il rischio potrebbe essere di trovarci a Dicembre con un titolo diverso sotto molteplici punti di vista e che potrebbe giungere alla sua totale maturazione solo nella prossima edizione.

Una sorta di “bozza su cosa potrà diventare il brand” ma, ovviamente sono solo supposizioni che, fino a che SONY e Microsoft non sveleranno la data di uscita delle prossime console, non potranno avere una reale risposta. Il fattore che anche in ambito next-gen siano presenti due edizioni, però, ci fa riflettere ulteriormente, specialmente sul valore degli oggetti estetici offerti dalla Mamba Forever Edition per current-gen, in virtù del fatto che gli unici progressi che potranno essere migrati sulle edizioni next-gen sono quelli maturati nella modalità My Team. Un altro, importante, fattore da tenere in considerazione prima di sbilanciarsi verso l’acquisto di una, o dell’altra edizione.

Voto Recensione di NBA 2K21 - PlayStation 4


8.5

Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Modalità Carriera ben narrata, coinvolgente e sapientemente stratificata.

  • - Nuova gestione del My Team meno votata al guadagno e al gioco d’azzardo.

  • - Nuovo sistema di tiro intrigante e che può rivelarsi un punto di forza per il futuro della serie.

  • - Nuove animazioni e migliorie tecniche indubbiamente apprezzabili.

Contro

  • - Gestione della migrazione fra le generazioni poco convincente per la longevità del titolo stesso.

  • - Caricamenti ancora eccessivamente lunghi.

  • - L’assenza delle nuove formazioni delle squadre, a causa dell’attuale situazione globale, potrebbe renderlo poco interessante a chi cerca reali novità.

Commento

In un periodo di transizione generazionale, 2K21 si pone sul mercato con una formula che lascia confusi e, leggermente, interdetti, soprattutto in virtù delle migliorie apportate rispetto all’edizione precedente. E una delle rare volte in cui ci troviamo a dover considerare, nella nostra valutazione finale, anche il modello di vendita scelto. Se da un lato troviamo la rinnovata gestione della modalità My Team, una carriera ben narrata e coinvolgente, le nuove animazioni dei giocatori e un sistema di tiro che, per quanto possa spaccare il pubblico, aumenta in maniera sensibile l’aspetto simulativo del gioco, dall’altra sponda si palesa una gestione del passaggio generazionale poco convincente ed eccessivamente votata al “guadagno doppio”. Non poter migrare i dati fra le due versioni, ad esclusione della modalità My Team, dover pagare l’upgrade per la versione next-gen e la temporanea assenza delle rose delle squadre aggiornate, non invoglieranno all’acquisto tutti quegli utenti che aspirano al "salto generazionale" previsto in autunno. Non fraintendeteci, NBA 2K21 è, attualmente, la miglior simulazione di basket presente sul mercato ma non possiamo che consigliarne l’acquisto, almeno per il momento, solamente a chi non mira alla nuova generazione di console. Per tutti gli altri il nostro consiglio e di attendere i futuri sviluppi per capire con quale versione del gioco terminare, o iniziare, la generazione.

Informazioni sul prodotto

Immagine di NBA 2K21 - PlayStation 4