Nei videogiochi la religione è sempre motivo di violenza

In Mass Effect 2, Final Fantasy 13, Assassin's Creed, Castlevania: Lords of Shadow e The Elder Scrolls: Oblivion il tema religioso è legato alla violenza. Un ricercatore della University of Missouri School of Journalism ha confermato le motivazioni strumentali.

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a cura di Dario D'Elia

Nei videogiochi il tema religioso è sempre più spesso un elemento narrativo catalizzatore della violenza virtuale. Secondo uno studio condotto da un ricercatore della University of Missouri School of Journalism, Greg Perreault, l'industria videoludica negli anni ha iniziato a rendere le trame sempre più complesse e articolate con elementi tratti dalla realtà. Ecco quindi la comparsa dell'argomento religioso quale fronte di attrito

L'analisi di Mass Effect 2, Final Fantasy 13, Assassin's Creed, Castlevania: Lords of Shadow e The Elder Scrolls: Oblivion ha confermato la tesi di Perreault secondo cui religione e violenza sono sempre più protagonisti di battaglie e lotte fra fazioni diverse. "In molti di questi giochi c'è grande enfasi sul Cavaliere Templare (come topos, NdR.) e motivi crociati", sostiene il ricercatore. 

"Non solo viene enfatizzato il lato violento della religione, ma in ognuno di questi giochi la religione è motivo di un problema che il personaggio protagonista deve affrontare, a prescindere che si tratti di uno scontro con i fanatici (zeloti) religiosi o essere perseguitati da un senso di colpa religioso".

Scontro in chiesa

In verità è probabile che questo approccio alla questione non sia intenzionale: si tratta semplicemente di un artificio narrativo. "Credo che stiano usando solo la religione per creare punti della trama stimolanti. Se guardate i videogiochi su tutta la linea, la maggior parte tira in ballo la violenza in modi diversi perché la violenza è conflitto, e il conflitto è eccitante. La religione sembra essere legata con la violenza, perché questo rende la narrativa avvincente".

Condividiamo la visione del ricercatore: la religione è un tema che si presta facilmente a questo genere di scopi narrativi. Lo confermano i libri di genere, film e persino l'attenzione dei media. La domanda però che si sono posti durante la Center for Media Religion and Culture Conference on Digital Religion è se questo poi possa avere effetto sulla realtà. Ovvero sulla percezione che possono avere i più giovani dell'argomento religioso.