La fiera delle combo

Dopo aver tentato di risollevare dal baratro le sorti di Xbox 360 in Giappone, il tanto atteso Ninety-Nine Nights, primo titolo nato dalla prestigiosa collaborazione tra Tetsuya Mizuguchi ed il team di sviluppo coreano Phantagram, ha finalmente accarezzato il suolo europeo.

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a cura di Tom's Hardware

La fiera delle combo

Il sistema di gioco di N3 si differenzia ben poco dalla tecnica dei suoi simili, DW in primis. L'intero parco mosse ruota attorno ad un sistema di combo, più o meno complesse a seconda del livello raggiunto con il proprio personaggio. Tendenzialmente, sia per quanto riguarda le mosse dirette che per i colpi aerei o ampi, si tratta di premere in successione un paio di tasti senza obbligatoriamente rispettare le animazioni di ogni singolo affondo. Ovviamente, ogni eroe dispone della propria combo list, giusto per differenziarsi l'uno dall'altro.

Nel bel mezzo di una battaglia, è davvero difficile adeguare le proprie combinazioni alla posizione degli avversari, finendo il più delle volte con il premere senza logica i quattro tasti frontali. Poco male, anche perché con cento personaggi su schermo, è praticamente impossibile distinguere gli alleati dai nemici (nessuna barra energetica sopra le loro teste), anche in presenza di una visuale in piena rotazione attorno al protagonista. Il difetto è ulteriormente ampliato dagli effetti audio, difficilmente distinguibili anche con un buon impianto 5.1; in Dynasty Warriors, ad esempio, era possibile orientarsi secondo le voci, ma in N3 è ahimè improponibile. L'I.A., calibrata in maniera discutibile, agevola dall'inizio alla fine il raggiungimento dei boss, per poi tramutarsi in un vero inferno in occasione degli scontri con quest'ultimi. Un vero peccato, soprattutto dopo aver appreso l'inesistenza dei checkpoint?