Nintendo è sempre più forte, ma Switch perde terreno

Nintendo è sempre più forte, ma Switch sembra restare troppo indietro rispetto PlayStation 5 e Xbox Series X.

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a cura di Lorenzo Ardeni

Sin dal lancio di Nintendo Switch, sono stati davvero pochissimi i momenti in cui la casa di Kyoto ha registrato un calo nelle vendite di hardware e software. Ad oggi, conclusosi da poco un Direct che ha fatto la felicità di molti grazie all’annuncio della data di lancio di The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom, alcuni sono invece rimasti più dubitanti sul futuro della console ibrida.

Da una parte vediamo una Nintendo che è riuscita a mantenere altissima la qualità delle uscite AAA per la sua piattaforma, ma da un altro punto di vista non abbiamo potuto che notare come molte delle release di terze parti in arrivo siano in realtà poco interessanti per un pubblico più generalista. Ma entriamo più nel dettaglio: tra i titoli mostrati durante il Nintendo Direct possiamo citare opere come Fire Emblem Engage, l’ottimo Kirby’s Return to Dream Land Deluxe, Octopath Traveler 2 e Pikmin 4.

C'è poi il già citato Zelda: Tears of the Kingdom più numerosi aggiornamenti gratuiti per giochi già rilasciati che confermano l’esemplare supporto sul lungo termine da parte della compagnia. I prossimi mesi e il 2023 si preannunciano già molto appetitosi per i possessori di Switch che amano le produzioni della Grande N, ma chi cerca esperienze multipiattaforma di terze parti da poter giocare anche in portabilità resta decisamente a bocca asciutta.

Certo, nella line-up dei prossimi mesi troviamo molti titoli che giungeranno anche sulle altre piattaforme, rendendo Switch un’alternativa considerabile alle altre console, ma dove sono i giochi davvero interessanti? Soprattutto, perché dobbiamo accontentarci di indie e titoli pensati per il mercato orientale? Negli ultimi anni coloro che sono sempre rimasti fedeli a Switch hanno sempre dovuto aspettare per giocare alcuni titoli multipiattaforma, talvolta accontentandosi di performance tecniche che vanificavano l’attesa.

Ancor meno convincente è il fatto che i publisher, consci delle capacità limitate dell’hardware, si vedevano costretti a pubblicare i loro titoli sotto forma di versioni cloud, praticamente ingiocabili se siamo fuori casa. La domanda che ci poniamo è: possibile che non si riesce a rendere più competitiva Switch di fronte alle attuali PlayStation 5 e Xbox Series X, quando il mercato ha conosciuto macchine come Steam Deck? Dal momento che l’avanzamento tecnologico comporta lo sviluppo di titoli sempre più imponenti e graficamente affascinanti, è chiaro che un hardware del 2017 non riesce più a competere e che si necessita una macchina più prestante.

Finora Nintendo non ha dimostrato di essere particolarmente propensa a un potenziamento delle prestazioni di Switch. Dopotutto, sa benissimo di poter sviluppare titoli tecnicamente fermi al 2017 e registrare vendite record grazie ad essi. Pensiamo a Zelda stesso o il recente Splatoon 3, che è riuscito addirittura a diventare il gioco che ha venduto più velocemente in Giappone.

L’affermazione di PlayStation 5 e Xbox Series X è così un periodo di conferma su come la casa di Kyoto deciderà di procedere nei prossimi anni: sceglierà di continuare con l’hardware attuale, puntando tutto sulle sue IP e favorendo il nascere delle “cloud version”, oppure tenterà di riallinearsi con le console rivali trovando una nuova strada per il ciclo vitale di Switch? La storia ci racconta che la compagnia ha sempre privilegiato le sue produzioni, anche a costo di minare il supporto da sviluppatori di terze parti.

Al momento attuale, se ci pensiamo, Switch sta avendo un ciclo vitale particolarmente simile a quello del 3DS: in entrambi i casi abbiamo visto un modello più economico e con funzionalità ridotte, poi una revisione con migliorie funzionali, e la line-up dei titoli ha sempre fatto leva quasi esclusivamente sulle produzioni interne alla Grande N. Non stiamo dicendo che sia una direzione sbagliata, anzi, la storia della compagnia ci insegna che è un percorso che le garantisce una sicurezza nelle vendite.

Tuttavia, sappiamo anche che l’assenza di titoli di terze parti va a minare, con il tempo, l’interessamento da parte di quel pubblico che non ama ogni singolo tripla A Nintendo, ma che in una console cerca un’alternativa piuttosto che l’esclusività. Per cui, staremo a vedere quale sarà la direzione che prenderà Switch nei prossimi anni: resterà una console per esclusive e indie, oppure cercherà di diventare più competitiva?