Nintendo Switch: quale futuro dopo un'annata così piena?

Ogni anno si decreta l'inizio della fine di Nintendo Switch: nel 2022 invece la console sta dando e darà ancora molto. Fino a quando?

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a cura di Fabio Canonico

Alzi la mano chi si sarebbe mai aspettato un 2022 di questa caratura da parte di Nintendo Switch. Siamo entrati da qualche mese nel sesto anno di vita della console ibrida della compagnia di Kyoto e nonostante ci si attendesse quel calo fisiologico delle uscite che usualmente connota la parte finale del ciclo di vita di una piattaforma di gioco, l'impressione generale è che cartucce da sparare ce ne siano ancora. Non sappiamo ancora fino a quando, non sappiamo di quale calibro, ma almeno per il 2022 c'è da star tranquilli e soddisfatti, e non è cosa da poco, soprattutto dopo un anno, il 2021, veramente pieno zeppo di videogiochi di valore.

Metroid Dread, Monster Hunter Rise, Shin Megami Tensei V, New Pokémon Snap, sono solo alcuni dei giochi che hanno allietato le giornate dei possessori di Nintendo Switch nel corso della passata annata; durante questa li hanno affiancati Mario Strikers: Battle League Football, Fire Emblem Warriors: Three Hopes, Kirby e la terra perduta, Leggende Pokémon: Arceus, Nintendo Switch Sports, Monster Hunter Rise: Sunbreak, Xenoblade Chronicles 3, Splatoon 3, e non è assolutamente finita, perché da qui a fine anno arriveranno Mario + Rabbids Sparks of Hope, Pokémon Scarlatto e Violetto e, finalmente, Bayonetta 3. Senza contare qualche possibile sorpresa a effetto, il classico coniglio tirato fuori dal cilindro.

Il fatto che i titoli citati (molti, ma che comunque non rappresentano affatto la totalità dell'offerta ludica dell'ultimo bienno di Nintendo Switch) siano tutti esclusive (ok, Monster Hunter Rise e la relativa espansione Sunbreak sono stati pubblicati anche su PC, ma ci siamo capiti), siano per la maggior parte sviluppati internamente o da team di proprietà (Monolith Soft, Next Level Games) fa capire a quale livello di produzione e organizzazione sia arrivata Nintendo negli ultimi anni. I cicli vitali delle passate ammiraglie della compagnia, ovvero Wii e Wii U, furono caratterizzati da annate poco prolifiche, per vari motivi: la prima esaurì la sua (poderosa) spinta già al quarto anno di vita (2007-2010), con rare eccezioni (Xenoblade Chronicles e The Last Story su tutti, arrivati in Europa rispettivamente nel 2011 e nel 2012, ma comunque l'anno successivo alla pubblicazione in madrepatria); la seconda di fatto durò tre anni, ognuno con i suoi gran bei giochi ma comunque con tanti buchi nel calendario.

L'impressione è che a Kyoto abbiano finalmente trovato una certa quadra, e al netto di problematiche sempre e comunque possibili (perché sviluppare videogiochi, non dimentichiamolo mai, è lavoro assai difficile) e situazioni poco prevedibili, come una pandemia globale, siano stati in grado di elaborare un ciclo produttivo in grado di garantire un afflusso costante di videogiochi di assoluto valore. Ed è tantissimo, perché se ci fermiamo un attimo a ragionare riguardo chi altri sia in grado di far altrettanto, sia per quanto riguarda la quantità che la qualità, tra publisher, sviluppatori e aziende che sono entrambe, praticamente non troviamo nessuno.

Su queste basi è davvero difficile provare a immaginare quale possa essere il futuro prossimo di Nintendo Switch: moltissimi probabilmente dopo aver goduto dello spettacolo dei fuochi d'artificio dello scorso anno erano pronti a un graduale e malinconico addio, e invece i mastri fuochisti continuano a sparare. Bene, benissimo, ancora! Proviamo però lo stesso a immaginare quale possa essere lo scenario più plausibile per il prossimo anno, anzi facciamo per il prossimo biennio, perché se c'è una cosa della quale siamo abbastanza convinti è che non sarà il 2023 l'anno in cui arriverà il successore di Nintendo Switch.

È chiaro che ormai il meglio, anzi il grosso, è alle spalle. Francamente è difficile immaginare che il ciclo vitale della console ibrida si allunghi ulteriormente. Troppi, ormai, i limiti tecnici di una macchina già all'esordio non eccelsa in tal ambito; il gap con le altre piattaforme nel futuro immediato si allargherà ulteriormente, necessariamente occorrerà provare a stare al passo non con un aggiornamento, ma con una console del tutto nuova. Sulla quale magari implementare in maniera ancora più convincente il cloud gaming, che potrebbe essere utilissimo per risolvere la questione del gap tecnologico. Farlo oggi su Nintendo Switch, anche al netto delle apprezzabili prove offerte dai titoli giocabili via remoto, non avrebbe senso, e probabilmente non sarebbe nemmeno possibile in maniera massiva su di una macchina ideata con altro in mente.

Ciò non vuol dire però che anche il prossimo non possa essere un anno interessante. Uscirà, finalmente, il seguito di The Legend of Zelda: Breath of the Wild, che gli appassionati attendono fervidamente, e quasi potrebbe bastare per dar senso al 2023 di Nintendo Switch. Cos'altro? Un nuovo Fire Emblem sarebbe quasi pronto, stando a certe voci, e c'è ovviamente ancora aperta la questione Metroid Prime 4 (riguardo il quale però sarebbe più opportuno non trattenere il respiro). Ma al di fuori dei giochi che sappiamo arriveranno e di quelli che potrebbero farlo è questa Nintendo a tranquillizzarci: una compagnia in grado di gestire la propria offerta, anche da sola se necessario. E che, non essendo ancora i tempi maturi per una nuova console, ha quindi probabilmente ha le idee ben chiare riguardo quella che sarà la line-up del 2023.

E affrontiamo finalmente l'elefante nella stanza: cosa, dopo Nintendo Switch? Se lo chiedete a noi, una console molto simile nel concept quanto nel design, non di grido a livello hardware ma lo stesso performante e in grado in qualche modo di accogliere anche i titoli sviluppati per le ben più muscolose rivali. Come? Con espedienti come il DLSS, per esempio, o con una robusta infrastruttura dedicata al gioco in remoto. Quando? 2024, probabilmente. Perché Nintendo Switch vende ancora benissimo e quindi ha nelle corde un altro anno di successo, ma anche perché la scarsità di materie prime non si risolverà a breve. Riguardo quest'ultima se nemmeno per il 2024 si dovesse essere finalmente tornati alla situazione pre 2020 allora sì che la console potrebbe avere un anno davvero nero in termini di uscite, con tutto lo sviluppo spostato su una macchina nuova ma non ancora commercializzabile. Ma ecco, a ciclo vitale totalmente esaurito e dopo aver dato lei e ricevuto noi tantissimo ci se ne farebbe tranquillamente una ragione.