No Straight Roads | Provato

Abbiamo finalmente messo le mani su No Straight Roads: ecco le nostre impressioni sul atteso titolo del lead game designer di Final Fantasy XV.

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a cura di Giacomo Todeschini

Editor

No Straight Roads è molto probabilmente uno dei titoli più folli ed interessanti in arrivo nei prossimi mesi. L’opera su cui stanno lavorando Wan Hazmer, lead game designer di Final Fantasy XV, e Daim Dziauddin, concept artist di Street Fighter V, si propone infatti come un action-adventure che amalgama insieme uno stile a dir poco unico con un gameplay altrettanto peculiare. I combattimenti, ed in generale l’intero impianto ludico del titolo, si sviluppano infatti interamente a ritmo di musica, con i giocatori che saranno chiamati a destreggiarsi in una colonna sonora incalzante facente attivamente parte di quello che è il gameplay del titolo. Con delle premesse del genere non potevamo quindi certo esimerci dallo scendere in pista e lanciarci in una versione di prova del titolo, per tastare meglio la bontà ludica della folle ma intrigante idea alla base di No Straight Roads.

Rock is not dead

Nel corso del nostro primo breve assaggio di No Straight Roads, durato complessivamente poco più di un’ora, abbiamo fatto la conoscenza dei Bunk Bed Junction, ossia il duo rock composto da Mayday e Zuke protagonista dell’opera di Metronomik e Sold Out. I due talentuosi artisti, tanto diversi caratterialmente quanto uniti dall’amore per tale genere musicale, si trovano però nel corso del titolo ben presto oppressi da quella che è la musica ufficiale in vigore a Vinyl City, la stilosa location del titolo, ossia la frastornante e onnipresente EDM. Chiusura mentale dei vertici della città a suoni che non siano quelli elettronici che arriva direttamente fin dai primissimi frangenti del titolo, quando Mayday e Zuke vengono sonoramente scartati in un talent show musicale nonostante una delle migliori prestazioni mai viste su quel palco. Da tale profonda ingiustizia i Bunk Bed Junction decidono quindi di rimboccarsi le maniche, crearsi una fanbase e riportare la musica rock in tutta Vinyl City un quartiere dopo l’altro.

Per quanto il tutto possa sembrare all’apparenza una scusa tutto sommato banale in realtà le motivazioni dietro la scelta di ribellarsi da parte di Mayday e Zuke hanno radici decisamente più profonde. Vinyl City è infatti alimentata nientepopodimeno che attraverso la potenza della musica e sarà quindi nostro compito anche quello di girovagare per la dinamica location e riattivare luci e dispositivi rimasti senza alimentazione a causa della cattiva gestione dell’attuale classe dirigente. Capoccia di Vinyl City che altro non sono che i giudici che ci hanno bellamente scartato durante il talent show a inizio gioco e che ora dovremo combattere di quartiere in quartiere per riportare la musica rock in cima alle classifiche e debellare la strisciante piaga della musica elettronica.

Il fil rouge musicale non si ferma però a quello che è l’involucro narrativo di No Straight Roads, ma si annida all’interno di praticamente ogni sua meccanica. I potenziamenti di Mayday e Zuke, che possono essere ottenuti sia tramite gli immancabili skill tree che con diversi item, si basano infatti sempre su tale meccanica, richiedendo un certo numero di fan racimolati e delle modifiche ai nostri strumenti musicali. L’hub di gioco, dove potremo tra le altre cose appunto potenziare il dinamico duo, è poi ad esempio il sogno di una qualsivoglia band underground.

Stile, musica e gameplay

L’influenza della musica non poteva poi ovviamente non andare ad intaccare quello che è il vero e proprio gameplay del gioco, con No Straight Roads che ci farà letteralmente combattere con una chitarra elettrica, nel caso in cui giocassimo nei panni della giovane Mayday, o con delle bacchette da batteria se decidessimo di impersonare invece Zuke. Nell’opera di Metronomik è poi possibile giocare tranquillamente in co-op o, nel caso in cui decidessimo di conquistare Vinyl City da soli, switchare nella più totale libertà da un personaggio all'altro per meglio sfruttarne le caratteristiche. Mayday picchia infatti duro, mentre Zuke punta più sulla versatilità e sulla velocità d’azione.

Pad o tastiera alla mano il feeling di No Straight Roads è decisamente arcade e non è per nulla male. I due musicisti sono dotati infatti di una buona libertà e velocità di azione, con tanto di doppi salti, attacchi speciali e quant'altro ci si aspetta di trovarsi da un action con fasi platform. Certo, non stiamo parlando di un qualcosa di eccessivamente tecnico e anzi alla fine dei conti il gameplay nudo e crudo è abbastanza basilare, ma il tutto funziona bene e riesce comunque a divertire. Ci sono però diverse cose ancora da sistemare, soprattutto per quando riguarda le hitbox degli attacchi avversari. Più di una volta, infatti, nel corso delle due lunghe battaglie incluse nella demo ci siamo trovati colpiti da qualche assalto all’apparenza lontano, che ci ha gettato incontro qualche game over particolarmente immeritato e, soprattutto, creato uno spiacevole senso di frustrazione.

Dove No Straight Roads eccelle è invece nello stile e in quella follia che inonda ogni piccolo frangente del titolo. Vinyl City è infatti una città viva, che galleggia sulla musica e trasuda energia da ogni poro. Lo stile grafico adottato, per quanto all’apparenza semplice, riesce ad essere un tutt’uno col gameplay regalando anche alcune inquadrature e panorami tanto fuori di testa quanto mozzafiato. La colonna sonora sembra poi essere il vero fiore all’occhiello dell’intera esperienza, risultando incalzante e trascinante in ogni singolo frangente dell’opera, sia per quanto riguarda le tracce rock che le più martellanti sonorità della musica elettronica.

No Straight Roads: in conclusione

No Straight Roads pare essere un bagno di stile su tutti i fronti, un bomba sia sul piano visivo che soprattutto su quello sonoro. In questa breve prova non abbiamo potuto analizzare a fondo ampiezza e profondità della narrazione e dell’impianto ludico, ma la strada imboccata da Metronomik sembra abbastanza promettente. Resta giusto qualche dubbio su una struttura ludica forse un po’ troppo legata agli standard del passato, con delle sezioni platform un po’ insipide e un sistema di combattimento divertente ma all’apparenza limitato. L’impressione è quindi quella di trovarsi di fronte ad un titolo valido, lungi dall’essere un capolavoro ma con più di qualche carta in mano per diventare una comunque pregevole esperienza. Nell’attesa del lancio ufficiale la speranza è quindi quella che le varie spigolature ancora presenti vengano limate e che No Straight Roads riesca a mantenere lo stile unico di questa demo per tutta la durata dell’avventura.