Novità in vista

Dopo uno sviluppo durato ben tre anni e mezzo, Metal Gear Solid 4: Guns of the Patriots pone la parola fine ad una delle saghe più longeve e di successo della storia dei videogiochi. Con il congedo di Solid Snake, il mercato PlayStation 3 si arricchisce di uno dei titoli più ambiziosi mai creati negli ultimi anni. Ed è già storia.

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a cura di Tom's Hardware

Novità in vista

Oltre ai classici aspetti d'infiltrazione e di lotta, MGS 4 propone molti boss, che non avrebbero mal figurato nei capitoli precedenti. I quattro combattimenti contro Crying Wolf, Screaming Mantis, Laughing Octopus e Raging Raven sono infatti da sottolineare per la qualità con la quale sono introdotti (buone vecchie cut-scene) e per le tipologie di gameplay che creano. Il gioco offre, sporadicamente, sequenze straripanti di originalità e bellezza. Ci limitiamo, per non rovinarvi la sorpresa, a ricordare alcuni veicoli differenziati, scene estese da uno split-screen ingannevole e dei pedinamenti. In pratica, un sapiente rimescolamento dell'inossidabile triumvirato infiltrazione-cinematiche-boss a favore di inediti concetti fino ad ora inesplorati nell'universo dei Metal Gear.

Anche la concezione dei livelli segna una differenza, rispetto al passato. Ben più vasti e finalmente differenziati tra di loro, i paesaggi mettono in risalto un design davvero notevole, un manna dal cielo per un titolo che non si scosta dalla sua trama principale e che soffoca la possibilità di sbloccare eventi particolari e/o non voluti. Stradine secondarie, scale, balconi: il primo livello è già un classico esempio delle possibilità offerta dal gioco. Per raggiungere il punto B partendo da A non è c'è una sola strada; finalmente è possibile scegliere delle piccole varianti a piacere.

Qualità innegabili

Lo scorso marzo Kojima si rammaricava della mancanza di spaziosui Blu-ray. 50 GB non erano abbastanza per concretizzare tutte le idee originali,  ma questo non ha comunque limitato lo studio di produzione nel concepire un titolo dalle qualità tecniche tutto sommato positive.

Oltre ad un aliasing onnipresente,  qualche calo del frame rate (ma non nelle cut-scene) ed un insieme di texture non proprio meravigliose, Guns of the Patriots soffre dello stesso male del recente Devil May Cry 4, vale a dire di una pessima gestione delle ombre. Gli spunti migliori del motore di questo Metal Gear Solid, invece, giungono dalla costruzione dei modelli poligonali, dalla gestione degli effetti grafici in tempo reale e da un motion capture a dir poco sublime. Piccola curiosità, sono ancora i personaggi femminili – insieme a Snake - ad essere più curati. Insomma, MGS 4 entra facilmente nella schiera dei titoli qualitativamente migliori del parco PlayStation 3, anche se non si avvicina al gradino più alto del podio.

Un aspetto sublime dell'opera di Kojima è la colonna sonora , firmata Nobuka Toda, e ancora una volta favorita dalla sontuosa presenza di Harry Gregson-Williams, autore del bellissimo pezzo "Old Snake". Una melodia splendida ma che non riesce a far passare in secondo piano l'assenza del tema principale degli altri episodi.