Octopath Traveler Recensione, la favola Square Enix arriva su PC

Dopo quasi un anno, Octopath Traveler di Square Enix e Acquire porta la magia dei vecchi JRPG anche su PC in una trasposizione più che eccellente.

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a cura di Alessandro Palladino

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Quando l’anno scorso uscì Octoptah Traveler su Nintendo Switch, il gioco di Acquire ricevette delle sonore lodi sia da parte del pubblico che dalla stampa specializzata. Nella nostra recensione, infatti, si aggiudicò un voto molto alto, sottolineando principalmente la commistione tra uno stile estremamente retrò e una narrazione matura, intima e ben stratificata. Il titolo è un vero e proprio grande omaggio al filone dei JRPG che hanno plasmato lo scenario come lo conosciamo oggi, passando dai primi Final Fantasy fino ai classici Chrono Trigger e Legend of Legacy, quest’ultimo soprattutto sembra essere una forte fonte d’ispirazione per la macrostruttura di Octopath Traveler.

Circa ad un anno di distanza, l’opera di Square Enix torna in auge attraverso l’uscita su PC: piattaforma fortemente richiesta da parte della community più affezionata. Scoprendo Orsterra ancora una volta, vediamo le luci e ombre del porting sui lidi di Steam, capendo quanto Octopath Traveler sia bello se giocato con il mouse e la tastiera.

Otto cammini da percorrere

Prima di passare al lato squisitamente tecnico, vogliamo soffermarci sulle caratteristiche più essenziali del gioco in modo da acclimatare tutti gli utenti che non hanno mai avuto modo di giocarlo su Nintendo Switch e che, in realtà, sono i veri e propri destinatari di questa operazione.

Come suggerisce il nome, Octopath Traveler ruota attorno alle storie di otto personaggi diversi, ognuno con il proprio background, obiettivo e racconto. Sebbene ci si aspetterebbe una narrazione corale da un cast così ampio di protagonisti, le scene con interazioni e dialoghi tra i prescelti sono davvero limitate e completamente differenti in base all’ordine arbitrario in cui si sbloccano i vari eroi. Il grosso della storia, come suggerisce la suddivisione del Diario, è incentrato sul raccontare singolarmente le imprese di ognuno dei guerrieri della luce, lasciando che gli altri eroi scompaiono dal palco durante le “cinematiche” e altri momenti topici.

Si tratta di una caratteristica tanto unica quanto divisiva se si pensa alla tradizione del gruppo che si unisce e fortifica attraverso le relazioni interpersonali. Il risultato di questa scommessa, già evidenziato egregiamente alla sua prima uscita, è il crearsi di un’avventura intima, personale e riflessiva piuttosto che epica.

L’elemento fantastico rimane quasi come una nebbia che aleggia nell’evoluzione e crescita di ognuno degli otto eroi, lasciando che si scontrino con loro stessi e la società piuttosto che contro un grande male del mondo. Si tratta di veri e propri frammenti di vita reale trasposti all’interno di una terra fatta di magia e religiosità, pregna delle stesse storture e cattiverie che possiamo ritrovare nella vita reale. La vittoria per i nostri otto deriverà solamente dalla risoluzione dei loro personali percorsi, dando a noi spettatori l’onore di aiutarli nelle loro imprese.

Il giocatore, lasciato dietro le quinte, è quindi invitato alla costante riflessione, condotto saggiamente in un crescendo più psicologico che avventuriero. Non è tanto la scrittura o l’interpretazione dei doppiatori a fornire questa caratteristica, bensì è proprio l’insieme di tutti gli elementi del gioco ad avere quasi un effetto pacificatore, un misticismo così tanto particolare da accattivare perfino nelle azioni più quotidiane. Questa è la forza maggiore dell’impostazione narrativa di Octopath Traveler e il punto di forte distacco dalla tradizione ruolistica più classica, incaricando l’utente di venire a patti con una forte impronta moderna e autoriale.

Un tuffo del passato

Anche il gameplay si accosta a tale fusione tra vecchio e nuovo partendo da una base comune ai più grandi nomi del genere. Ci ritrovemo ad esplorare mappe abbastanza lineari che accomunano città, dungeon, periferie e zone aperte in un mondo completamente interconnesso nei suoi percorsi. In agguato fuori dalle mura sicure dei centri urbani ci saranno una marea di mostri che appariranno casualmente nel nostro cammino, prendendoci alla sprovvista con le care vecchie transizioni su schermo nero.

Il combattimento si svolge in una turnazione fluida che può cambiare a seconda delle azioni intraprese dal giocatore. Si può attaccare, difendere, utilizzare la magia e molte altre abilità uniche: una classica pagina presa direttamente dal manuale del JRPG dei tempi andati. Per quanto l’intero sistema si riduca a questa formula, in esso ritroviamo delle variazioni più moderne e altre invece eccessivamente vintage.

La caratteristica più gradita è la possibilità di Potenziare le proprie mosse sfruttando il Potere che si accumula automaticamente a ogni round. Con l’ausilio di un pizzico di strategia aggiuntiva, si può utilizzare questa funzione per cambiare di molto l’andamento delle lotte, riuscendo a non far scadere nella ripetitività gli scontri più difficili. I giocatori di titoli come Bravely Default troveranno abbastanza familiare - almeno nel concetto - il Potere e il suo funzionamento ottimale, mentre i novizi dovranno fare un po’ di pratica per sfruttarlo al meglio.

Di innovativo c’è anche la funzione Azioni di Viaggio, ovvero delle particolari abilità che è possibile usare dentro e fuori alla battaglia per ottenere cambiamenti significativi al mondo di gioco e alla propria partita, rendendola perfino unica rispetto a quelle degli altri. Le Azioni sono più o meno esclusive per ogni coppia di personaggi e hanno effetti variegati: Cyrus ad esempio può Valutare gli NPC per scoprire la loro storia, tesori nascosti e altri vantaggi utili, H’aanit può provocare le persone per farle lottare come se fossero nemici, Ophelia può Condurre qualsiasi abitante anche in battaglia e infine Therion può frugare nelle tasche altrui.

Le opzioni sono tante e sono il fulcro dell’interattività di Octopath Traveler, aggiungendo perfino una parvenza di “reputazione” nel caso in cui si sfruttassero malamente questi poteri. Ciò dà un’idea dell’importanza delle Azioni di Viaggio all’interno dell’ecosistema del gioco, i quali rappresentano senza mezzi termini uno degli snodi principali che definiscono il titolo di Square Enix.

Tralasciando quanto descritto pocanzi, Acquire ha comunque voluto tenere molta fede all’esperienza autentica di un capolavoro del passato attraverso alcuni strategemmi: eccesso di incontri randomici quasi obbligatori per evitare il grind nelle fasi finali, membri del party che se ne vanno e che non prendono esperienza se non messi nella formazione di combattimento, sottoclassi da abbinare in maniera accurata, Punti Vita e Punti Abilità che non si ricaricano alla fine dei combattimenti e molti altri elementi rendono Ocotopath Traveler tanto nostalgico quanto frustrante per il giocatore moderno.

L’inficiare di questa costante ricerca verso lo stile del secolo scorso ha una gravosità che differisce da giocatore a giocatore, lasciando ai più navigati un modo per tornare indietro di qualche anno. Il problema è che, tolto questo romanticismo, rimangono degli evidenti difetti pratici su cui è difficile soprassedere, specialmente nel panorama odierno del genere. Questo è forse l’unico vero neo dell’impianto ludico progettato da Acquire, il quale però si dimostra costantemente profondo, pieno di Boss impegnativi e dungeon da esplorare. Quantità e qualità coincidono, lasciando all’utente la stessa soddisfazione di quando si navigavano le terre di Final Fantasy VI: il dichiarato capitolo d’ispirazione del team di sviluppo.

Octopath Traveler: da Nintendo Switch a PC

Proprio perché ad oggi questi capolavori degli anni ’90 vivono nelle librerie di Steam, la decisione di pubblicare il gioco anche su PC è stata un’ovvia conseguenza per la ricerca del pubblico che sa apprezzare e onorare un’idea simile. Questo perché, come è intuibile dalle immagini inserite nel testo di questa recensione, lo stile grafico di Octopath Traveler è una eccezionale mistura tra 2D e asset grafici di nuova generazione, considerando che si basa sull'Unreal Engine.

Denominato 2D-HD, è effettivamente il perfetto connubio tra i pixel dell’era 16-bit e i poligoni del ventunesimo secolo, lasciando che la profondità di campo, l’illuminazione e molte altre chicche regalino spessore alla prospettiva, realismo negli oggetti e maggiore definizione delle linee. Il risultato è magistrale: nessuno scorcio del gioco sarà mai banale o monotono, piuttosto anche le abitazioni e i cunicoli più bui dei dungeon regalano uno spettacolo per gli occhi, a prescindere dal gradimento dello stile retrò. Il feeling che si ha al primo colpo d’occhio è di essere davanti a un diorama in carta e colla, curato dall’artista nel più maniacale dettaglio. Ad oggi il 2D-HD rappresenta sicuramente un’evoluzione necessaria nel modo di proporre la grafica pixellata, cementificandosi come il nuovo standard per i futuri titoli che vogliano ottenere un effetto similare.

Avendolo visto in azione sullo schermo di Nintendo Switch, sia in portatile che sulla TV, la conversione su PC ci appare ancora più nitida e personalizzabile nelle opzioni. Non che Ocotopath Traveler sia un gioco che richieda chissà quale macchina di ultima fattura, ma dai requisiti è evidente che il motore sprema un po’ i componenti per ottenere il massimo a livello di prestazione e fedeltà visiva. Il risultato, ancora una volta, è eccellente e nella nostra prova non abbiamo riscontrato nessun problema di sorta. Il gioco è infatti stabile e si integra benissimo con le funzioni di Steam, che siano i menù overlay o il controller proprietario della compagnia.

I controlli da tastiera sono abbastanza comodi nonostante qualche piccolo problema con l’utilizzo del mouse. Dato però che la tastiera rappresenterà il nostro mezzo di azione principale, sarà veramente difficile venire a contatto con i difetti della mappazione del mouse. L’utilizzo di un controller è comunque consigliato.

Il porting, inoltre, permette di vivere al meglio il suono della splendida colonna sonora. Nella nostra precedente recensione avevamo menzionato il grande sforzo per fondere lo stile delle vecchie colonne sonore a bit con l’orchestrazione moderna. Oggi torniamo a ribadire la stupenda qualità delle musiche, le quali vengono ancora di più risaltate attraverso una definizione audio più nitida grazie alle caratteristiche della nuova piattaforma. Per quanto riguarda il doppiaggio, è possibile di nuovo scegliere tra le voci inglesi e quelle giapponesi, mentre i testi sono completamente in italiano. In generale dunque, il lavoro svolto da Acquire e Square Enix è encomiabile e senza sbavature, permettendo che Octopath Traveler si presenti agli utenti PC in tutto il suo splendore. Nessun compromesso o soluzione ibrida: la versione presente su Steam potrebbe essere tranquillamente scambiata per un titolo natio della piattaforma.