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I titoli azionari delle più importanti software house videoludiche sono in caduta. La transizione dai vecchi modelli di console ai nuovi è in grande ritardo. I costi di sviluppo sfiorano i 15 milioni di dollari. Forse una boccata d'aria nel 2007, grazie anche alle piattaforme online.

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a cura di Dario D'Elia

Il capitolo costi, comunque, rimane lo scoglio più difficile da aggirare. Le stime indicano in un 30/50% l’aumento degli investimenti per lo sviluppo. Un titolone per console di ultima generazione costa circa 10/15 milioni di dollari, senza contare il battage pubblicitario. Il margine di profitto per ogni titolo venduto è destinato a scendere. Ma se dovessero affermarsi – come previsto – le piattaforme di distribuzione online potrebbe concretizzarsi un leggero recupero. Per questo motivo sia Microsoft che Sony credono fortemente nel supporto online. Una soluzione che fidelizza il cliente e lo rende disponibile all’acquisto di nuovi servizi.

Le azioni di GameStop, una delle più grandi catene di videogiochi, stanno scendendo e in futuro la situazione potrebbe peggiorare. In poco tempo sono passate da 48 dollari agli attuali 39,43 dollari. Kotick, però, è convinto che il downloading non sostituirà totalmente i metodi tradizionali di acquisto. Vi sono ancora limitazioni hardware, dovute per lo più ai costi degli hard disk più capienti, e problemi di velocità nel downloading che non permettono una totale transizione distributiva. Inoltre, come negare il piacere di acquistare una confezione farcita di mappe e manuali cartacei? L’unica risposta, forse, è nelle future politiche commerciali riguardanti i listini diversificati. “Si tratta di un’opzione ancora non totalmente sfruttabile, ma se pensiamo al downloading di nuovi livelli, personaggi, armi o missioni allora si profila come una grande opportunità”, ha aggiunto Kotick.  

Non bisogna dimenticare anche l’andamento dell’economia. L’aumento dei tassi di interesse si riflette sulle spese dei consumatori, e quindi anche nel settore dell’intrattenimento. Ogni raffreddamento delle vendite ha effetti diretti sulle azioni”, ha spiegato Evan Wilson, analista di Pacific Crest Securities.

Di diverso avviso Michael Pachter, analista di Wedbush Morgan Securities. “Se la spesa cala la gente tenderà a privilegiare il divertimento casalingo a basso prezzo. Un’economia in difficoltà è un bene per i videogiochi”, ha dichiarato Pachter.

Avrei dovuto comprare questo genere di azioni in passato. Activision e THQ sono destinate comunque a crescere. Molto di più di quanto possano fare Take-Two Interactive e Electronic Arts”, ha confermato Wilson. Take-Two, non a caso, due settimane fa ha dichiarato una perdita di 50 milioni di dollari nel secondo quarto, ben 42 milioni di dollari in più rispetto allo periodo del 2005.  

Sony sembra partire, almeno teoricamente, già svantaggiata. Riuscirà a convincere i consumatori a spendere 499 dollari per la sua Playstation 3? Forse sì, ma resta il fatto che si tratta del più alto prezzo di listino per una console mai visto sul globo terrestre.