Paper Cut Mansion, quando l'orrore è di casa | Provato

Abbiamo provato Paper Cut Mansion, un nuovo videogioco indipendente da seguire.

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a cura di Nicholas Mercurio

Spiriti irrequieti, una casa nel bosco e strani rumori provenienti da una porta che è meglio lasciare chiusa. Paper Cut Mansion, sviluppato da Space Lizard Studio, è una proposta indipendente a cui ci siamo avvicinati durante la kermesse della gamescom, tra tanti videogiochi che hanno risvegliato in noi la voglia di scoprire nuovi mondi. Con Amber City abbiamo viaggiato in un luogo remoto dove abbiamo illuminato una città priva di luce, mentre in Under the Waves siamo scesi negli abissi e anche oltre, interfacciandoci con una nuova IP di Quantic Dream, i creatori di Detroid: Become Human e di altre avventure grafiche.

Non è un caso che Paper Cut Mansion, infatti, sia tra quelli che ci ha colpito di più, ricordandoci le opere cinematografiche di Tim Burton per il suo contesto e Una Serie di Sfortunati Eventi di Lemony Snicket, pseudonimo di Daniel Handler, uno scrittore americano celeberrimo per aver creato le disavventure dei fratelli Baudelaire e il malvagio Conte Olaf. In Paper Cut Mansion, però, gli eventi sfortunati che ci troviamo a vivere non sono per mano di un singolo individuo, bensì a causa di eventi paranormali che colpiscono un’antica magione nel bel mezzo di un bosco.

A qualcuno questo potrebbe ricordare la casa della famiglia Baker, con un ampio porticato, un giardino che accoglie un orto e dei fiori, circondato da arbusti e aghifoglie, come è tipico della Louisiana. No, in Paper Cut Mansion non c’è niente di tutto questo: c’è un cancello, c’è un sentiero che porta alla magione del terrore e c’è pure una canzone introduttiva, per immergerci meglio in questo mondo inquietante e irrequieto.

Una canzone che, per quanto orecchiabile, ci fa capire dove vuole andare a parare, dicendoci che siamo ospiti indesiderati, e che tanti sono già stati lì, ma non ne sono mai usciti. E la canzone… la canzone parla di altro, c’è qualcosa che si cela tra le pareti, i corridoi e lo stesso sentiero. Ma c’è altro che si nasconde nel bosco, oscuro e sinistro, proprio come la carogna di un corvo adagiato sull’uscio della magione, messo lì come un presagio di sventura. Attirati da questa oscurità, entriamo al suo interno e scopriamo una storia che di inquietante ha tutto. Sì, ci sono pareti consumate, un pavimento logoro e sporco, polvere dappertutto e c’è, al tempo stesso, uno strano silenzio di tomba.

Prima che pensiate di essere davanti all’ennesimo gioco horror, sappiate che il surreale e il grottesco in Paper Cut Mansion vanno per la maggiore, e lo si capisce sin dal primo istante, una volta compreso cosa è all’opera al suo interno e dove siamo capitati. Non pensavamo di ritrovarci nuovamente in situazioni scomode e spaventose, dove è tutto sulla linea sottile che divide la realtà dalla finzione.Evidentemente, però, quell’oscurità ci ha attirato così tanto che non potevamo farne a meno, e ci siamo ritrovati ancora una volta immersi in un contesto che non abbiamo compreso fino in fondo. Ma procediamo con ordine, dall’inizio di tutto.

C’è un’oscura presenza, là fuori…

Qualcuno potrebbe pensare che Paper Cut Mansion sia una classica storia di fantasmi, con il racconto che si focalizza sulle storie di spiriti irrequieti che non attendono altro che essere accompagnati verso la salvezza eterna. Durante l’esplorazione, però, abbiamo notato che alcuni di essi, al contrario, sono ben felici di essere dove sono.

Impersoniamo un personaggio senza nome, un individuo che, attirato dall’oscurità e dalle storie che circondano questa magione, vuole scoprire quante più cose possibili su cosa celi questo luogo rimasto per fin troppo tempo nel dimenticatoio. Scesi dalla macchina, proseguiamo adagio nel sentiero. Attorno a noi ci sono rumori di ogni genere, dal gracchiare dei corvi al picchiettio dei pettirossi, che straziano le cortezze degli alberi cercando del cibo. Giunti al cancello, ampio e alto quasi quanto il tetto della casa, entriamo al suo interno. Ci avviniamo a passo svelto, il capo chino e il cuore che batte, e ormai non possiamo più tornare indietro. Uno strano vortice, oscuro come il cielo plumbeo sopra di noi, ci porta in una zona misteriosa dell’abitazione, che sembra più viva che mai, nonostante non ci sia nessuno. O nessuno di vivo, perlomeno.

Il contesto narrativo, che ci sembra ottimo, ruota attorno alla scoperta delle leggende all’interno di questa casa misteriosa. Viene da chiedersi di chi fosse, da quanto tempo fosse lì, lontana dal mondo conosciuto, in una realtà che, per quanto intrigante, definisce in maniera perfetta il tessuto della storia che non vediamo l’ora di esplorare in maniera più approfondita una volta che la produzione verrà pubblicata nella sua interezza. Scendendo nei particolari del racconto, siamo davanti a varie ispirazioni della letteratura moderna. Ci riferiamo a Lovecraft, a Edgar Allan Poe, a scrittrici come Mary Shelley ed autori del genere dell’orrore che hanno fatto la storia di questa corrente. E Paper Cut Mansion sembra catturare queste atmosfere in maniera convincente, arrivando all’obiettivo con accuratezza e passione, offrendo un contesto che va ben oltre i classicismi del genere cui siamo abituati, lasciando al giocatore il timone dell’avventura, che ci ha intrattenuto, divertito e appassionato per quasi due ore, un tempo estremamente generoso per una demo che si preoccupa di presentare una realtà inquietante, capace di lasciare col fiato sospeso e affascinare.

Questo implica, in maniera plateale, quanto siamo attirati dall’oscurità. Mentre ci caliamo nel buio, diventando parte integrante dell’incubo, siamo protagonisti di eventi che non possiamo controllare. Paper Cut Mansion, proponendo un tipo di approccio elegante nel raccontare le sue singolari vicende, mette in mostra una sicurezza invidiabile, che potrebbe rappresentare una reale prova d’amore per l’intero panorama.

Ormai da diverso tempo, complice l’invidiabile qualità delle produzioni indipendenti, siamo davanti a una maturità delle opere videoludiche che rappresenta soprattutto una pregevole prova di fede e amore per le varie correnti del medium. Alle volte, quando pensiamo a nuove proposte, ci interfacciamo con mondi che approfondiamo nella loro interezza solo quando ne siamo direttamente coinvolti. È in questo modo che carpiamo, oltre a un ottimo racconto, pure le vicende che seguono il passato e il presente di persone che vivono all’interno di esso.

In Paper Cut Mansion, infatti, ne abbiamo conosciute parecchie. Sono i fantasmi che dimorano nella magione, probabilmente dei vecchi ospiti che, in un modo o nell’altro, si ritrovano al suo interno da chissà quanto, desiderosi di andarsene e non guardarsi più indietro, ma non riescono a farlo perché una maledizione impedisce loro di scappare. Questo è quanto abbiamo percepito durante la nostra prova, oltre a vari sentimenti contrastanti nei loro confronti, in un misto tra compassione e sgomento per il loro fato nefasto.

Il desiderio di fuga di queste anime smarrite e provate, che si ritrovano a volteggiare nel tempo mentre fuggono via, dimenticando il loro passato, ci hanno colpito in maniera profonda. Vite spezzate che, sperando di ritrovare in questa casa una lieta accoglienza, hanno trovato la morte e ora sono parte dell’orrore che abbiamo vissuto in questo primo assaggio, mentre esploravamo un contesto che, per quanto poco originale, ci è parso assolutamente ben delineato e scritto con attenzione e passione.

L’orrore con un’anima roguelite

Paper Cut Mansion è un roguelite con visuale isometrica con una componente esplorativa che potrebbe espandersi ulteriormente nel corso dell’esperienza, offrendo così ore e ore di divertimento. Rispetto però ad altri capisaldi del genere, la produzione indipendente non propone stanze con nemici da battere ma enigmi da risolvere. Gli avversari, ovviamente, non mancano: tutto è incentrato sui portali in cui entriamo, interfacciandoci con creature di ogni genere pronte a farci del male.

Gli scontri, infatti, ci danno modo di sparare con un bastoncino di zucchero di Natale, utilissimo nei momenti concitati. Può capitare, infatti, di trovarsi davanti nemici e creature generate dall’incubo, che possiamo battere stando a distanza di sicurezza. Ovviamente è stato un primo contatto con il sistema di combattimento, e potrebbe dimostrarsi ben più profondo di quanto immaginiamo. Al momento, ci troviamo davanti a un gameplay degno di nota, capace di offrire ore divertimento anche grazie a questa implementazione, sicuramente da approfondire in sede di recensione.

Ad averci sorpreso sono invece gli enigmi, ognuno di essi non molto complesso da risolvere ma comunque assolutamente ben implementato. Si traduce, insomma, con una cura attenta dei vari enigmi da approcciare durante l’esperienza. Ci siamo trovati a dover decifrare una porta con degli strani simboli e cercando nell’arredamento cosa ci fosse di nascosto, sperando di trovare delle chiavi per aprire un forziere, trovando però solamente delle monete d’oro, utilissime da spendere con i vari mercanti che troviamo durante l’esperienza.

Proprio come in Resident Evil, possiamo esaminare gli oggetti, ruotandoli e scombinandoli a nostro piacimento. Alcuni rompicapi saranno complessi da risolvere, e dunque saremo obbligati a trovare degli indizi per risolverli e sistemare le cose. Aiutandoci con i riferimenti che abbiamo trovato in giro, infatti siamo riusciti a risolverne parecchi e a procedere a passo spedito verso i nuovi obiettivi. In più di un’occasione siamo stati costretti a tornare indietro, proprio per cercare ulteriori riferimenti e indizi che abbiamo trovato a gran fatica, spesso ripetendo alcune azioni e ripercorrendo strade e bivi già percorsi, girando in lungo e in largo pensando che fosse la destinazione giusta. È l’esplorazione migliore che poteva in effetti essere aggiunta nella produzione, perché permette di avere un quadro generale del contesto ancora più approfondito. Non potremmo chiedere di meglio, in effetti, specie se pensiamo in che modo tutto è stato trattato e affinato per renderlo godibile e vivo, anche se è tutto morto (a parte noi).

La progressione, tuttavia, dovrà essere approfondita in altra sede. Intanto possiamo dirvi che, durante l’esplorazione e il conseguimento di missioni principali e secondarie, possiamo potenziare le nostre abilità attraverso le medaglie, che migliorano le affinità e gli approcci nel corso dell’esperienza di gioco. Accrescere l’intelligenza permette, ad esempio, di risolvere gli enigmi e le situazioni più intricate, scassinando magari lucchetti o aprendo delle porte che altrimenti non riusciremmo a sbloccare. Il game design sarà da approfondire con accuratezza, specie per capire la direzione che prenderà nel contesto e in che modo verrà gestito. Nel frattempo, possiamo dirvi che il livello qualitativo e i valori produttivi sono molto alti, nonostante il budget utilizzato in ogni compartimento non sia particolarmente alto.

Sfruttare idee del genere con pochi danari ma tanta passione è cosa rende magnifico il panorama indipendente, e in questo caso Space Lizard Studio è stato capace di presentare al mondo un prodotto che ci appare curato e ben realizzato. Sarà da capire se il game design riuscirà a mantenersi ben equilibrato per tutta la sua longevità. In effetti, ci auguriamo che possa persino permettere di fare un passo in più al mercato roguelite, ormai saturo a causa di molte produzioni sul mercato che non sanno in quale direzione andare. Paper Cut Mansion, tuttavia, potrebbe avere tutte le carte in regola per presentarsi alla pubblicazione come ha fatto Cult of the Lamb, un progetto che abbiamo seguito con molta attenzione e interesse, di cui abbiamo parlato recentemente.

Cosa aspettarsi da Paper Cut Mansion?

Giunti a questo punto, è lecito domandarselo: cosa potremmo aspettarci da questo nuovo videogioco indipendente? Di sicuro, una casa spettrale da esplorare, con sotto trame arzigogolate come una matassa di cavi di un’elettricista e un racconto d’impatto, passione e amore. Una storia che parla delle anime smarrite in attesa di ritrovare la via di casa, mentre cercano di sfuggire via dalla paura e dal dubbio, lasciandosi alle spalle le pareti ammuffite e soffocanti di una magione oscura.

C’è la paura, che dobbiamo affrontare con coraggio. C’è la morte, che è imprevedibile come lo sono i quadri che scivolano misteriosamente dalle pareti. E c’è tanto amore, che non dovrebbe mai mancare. C’è pure un design particolareggiato, dove i modelli poligonali e gli oggetti sono fatti di carta e cartone, come se la maledizione all’interno della casa avesse trasformato i suoi ospiti per umiliarli e per fare dimenticare le fattezze di un tempo. Paper Cut, al momento, si presenta come un progetto ambizioso. Ed è per questo che non vediamo l'ora di rientrare nella casa.