Paura della morte?

Torment Tides of Numenera è l'RPG isometrico di inXile Entertainment che stravolge i canoni del genere ispirandosi a piene mani al classico Planescape Torment.

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a cura di Matteo Lusso

Torment Tides of Numenera pone più enfasi sull'esplorazione e sulle interazioni con oggetti ed esseri viventi, lasciando i combattimenti in secondo piano. Parlando e controllando ciò che ci circonda è infatti possibile ottenere punti esperienza o, ancora meglio, aumentare permanentemente le proprie statistiche - in realtà non sempre, quindi è bene ponderare le proprie decisioni.

Naturalmente, ci sono molti altri fattori fondamentali per la crescita del Last Castoff. Quando si sale di livello, possiamo decidere di aumentare la Forza, la Velocità e l'Intelletto così da avere più punti a disposizione di ognuna, oppure di affinare sempre di più una delle tre statistiche, incrementandone l'Edge.

Grazie a questo valore si riducono i punti necessari per compiere qualsiasi azione: se ad esempio servono 3 punti Forza per riuscire al 100%, ma l'Edge è a 1, allora ne dobbiamo spendere solo 2. Avanzando nell'avventura, a seconda di come si decide di far crescere il protagonista, è possibile compiere determinate azioni senza diminuire le statistiche.

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... fino a raggiungere questo

Non possono ovviamente mancare le abilità e i talenti. Le prime possono essere attive, da usare soprattutto in combattimento, o passive, molto utili per ottenere dei bonus alle caratteristiche del personaggio e per rendere più facile l'esplorazione e le interazioni con gli altri personaggi e oggetti.

I talenti invece sono sempre passivi; permettono di ottenere grossi aiuti o anche dei malus a seconda del loro livello. In base alla classe iniziale - e anche a seconda delle nostre scelte - alcuni talenti possono attivarsi o raggiungere un livello negativo che ci penalizza, sempre che non si decida di migliorarli quando si sale di livello. Per esempio, se non si è addestrati a indossare un'armatura pesante si ottiene un effetto negativo quando la si utilizza, ma se il nostro talento è almeno al livello base, il malus sparisce, mentre al livello più alto si attiva un bonus.

La profondità della componente GdR di Torment è davvero ottima e permette di definire il proprio personaggio nel modo che si preferisce. Inoltre, a seconda di come si potenzia il protagonista, può essere più facile scoprire eventuali retroscena nella trama, perché si riesce a completare certe azioni con più facilità.

Poiché la morte non è una limitazione, ma anzi un modo per far proseguire gli eventi, si capisce come sia necessaria più di una partita per riuscire ad apprezzare il Ninth World in tutte le sue sfumature.

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Nella nostra run abbiamo avuto bisogno di 15 ore per giungere al finale, ma in realtà, se escludiamo le quest secondarie, ce ne sarebbero bastate 10. Il tempo di gioco non è molto rispetto allo standard dei giochi di ruolo, tuttavia, la rigiocabilità è un punto forte del titolo. Infatti, una volta terminata la partita, abbiamo creato un nuovo Castoff che a differenza del precedente punta tutto sulla forza bruta.

Purtroppo, e questo è uno dei pochi difetti di Torment, l'esplorazione è molto lineare e avviene attraverso tre ambientazioni principali: Sagus Cliffs, il Bloom e il Labirinto del Castoff - il costrutto mentale in cui si rifugia la mente del protagonista ogni volta che muore. Purtroppo, se si avanza nella storia e si cambia luogo, diventa impossibile tornare indietro, fallendo così tutte le quest secondarie lasciate in sospeso.

Il mondo di gioco è comunque di qualità, con ottimi fondali prerenderizzati dallo stile decadente ed ecclettico. Le rovine delle antiche civiltà di Sagus Cliff, l'immenso organismo vivente che è il Bloom e l'ambientazione fuori dallo spazio e dal tempo che è la mente del nostro alterego, offrono una grande varietà di stili e dei disegni ben fatti. L'unica pecca negativa riguarda i continui caricamenti necessari per spostarsi da un'area all'altra, ma nulla di esageratamente fastidioso.

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Anche la storia, così come i luoghi che visitiamo, è sopra le righe e insolita. L'epicità tipica dei giochi di ruolo fantasy viene meno a favore di lunghe analisi sull'esistenza stessa che spesso diventano delle argomentazioni filosofiche abbastanza complesse.

Proprio per questo il gioco abbandona il canone del giusto o sbagliato e introduce i Tides. Si tratta di cinque forze che permeano il mondo di gioco e definiscono il nostro alterego a seconda delle azioni che svolgiamo. Sul piano del gameplay cambia il modo in cui gli altri personaggi ci percepiscono, ma soprattutto ci permette di ottenere dei bonus in determinate situazioni.

Purtroppo il gioco non è localizzato in italiano ed è un vero peccato data l'enorme mole di testi da leggere e di risposte multiple nei dialoghi. Non è un problema per chi ha una discreta conoscenza dell'inglese, ma per gli altri potrebbe essere un grosso ostacolo per riuscire a godere appieno dell'intera avventura.