Pentiment e le sue fonti di ispirazione sono tremende, davvero

Josh Sawyer, game designer dietro Pentiment, ci svela tutte le sue fonti d'ispirazione dietro il suo ultimo gioco.

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a cura di Alessandro Adinolfi

La genesi di Pentiment, ultima opera di Obsidian Entertainment, affonda nella grande voglia di Josh Sawyer (game designer e fondatore del team di sviluppo statunitense) di proporre un'avventura decisamente diversa dalle classiche produzioni a cui siamo stati abituati nel corso degli anni. Nonostante ciò, oltre alla voglia di lavorare a qualcosa che possa effettivamente distaccarsi dal suo portfolio personale è necessaria anche una certa conoscenza della storia dell'Antica Europa. Storia che Sawyer ha condiviso un po' con il mondo, svelando la bibliografia che in questi tre anni ha accompagnato il gruppo di lavoro alla produzione della seconda esclusiva Xbox Game Studios targata Obsidian.

Vermi, formaggio e Dio: la genesi di Pentiment

Sawyer ha svelato i vari libri che hanno contribuito alla nascita del progetto in un post pubblicato sul suo blog. Riportato successivamente da altre testate, la bibliografia condivisa dal game designer è sicuramente interessante e contiene al suo interno alcuni testi che potrebbero far parte delle librerie di qualsiasi storico. Tra questi troviamo il Viaggio di Durer, Il Ritorno di Martin Guerre e Il formaggio e i vermi, saggio italiano del 1976 basato sui due processi sopportati da Domenico Scandella. La lista poi si chiude con un romanzo a noi molto caro, ovvero Il Nome della Rosa, scritto da Umberto Eco e che ha definitivamente sancito le vicende che si vedono in Pentiment: sia il libro che il videogioco, infatti, uniscono l'elemento thriller a quello religioso.Tra i tanti libri che Sawyer ha letto ce n'è uno in particolare. Come rivelato in una chiacchierata con IGN, infatti, tantissime di quelle informazioni si rivedono all'interno del gioco, soprattutto uno. Non vogliamo fare nessun tipo di spoiler, quindi non vi diremo da che testo è tratta una particolare vicenda, ma se leggerete questo articolo dopo quel particolare avvenimento (posizionato circa a metà gioco) ve ne renderete subito conto.

Nei vari libri letti dal game designer c'è davvero di tutto. Da un uomo scomparso per 8 anni e che ritorna in città (anche se in molti dubitano che sia la stessa persona), fino alla vita e il lavoro di contadini e boia, le migliaia di parole scritte su carta hanno trovato una collocazione in Pentiment. I testi del medioevo o quelli che sono vagamente ispirati a quell'epoca nascondono storie orribili, tradimenti, punizioni e nascondo spesso un lato amaro, che è presente anche nel videogioco di Obsidian.

La condivisione secondo Sawyer

Al di là dei testi utilizzati, per Sawyer è importante che i giocatori conoscano le genesi dei videogiochi. Il game designer vorrebbe che ogni titolo pubblicato sul mercato fosse accompagnato da una piccola appendice, che dovrebbe includere tutte le fonti di ispirazione che hanno portato alla produzione di un'opera. Sawyer ha potuto farlo per Pentiment, ma la speranza è che anche altri autori rispondano in maniera favorevole a questo particolare appello.