Perché il Retrogaming è così popolare

Negli ultimi anni il Retrogaming ha subito una crescita esponenziale, ma cosa rende questo fenomeno così popolare?

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a cura di Giulia Serena

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I videogames sono un universo strano. Nonostante periodicamente vengano rilasciate opere che sfruttano a pieno le ultime tecnologie, con grafiche, animazioni e meccaniche sempre migliori, sembra che i giocatori non riescano mai a staccare il 'cordone ombelicale' dai vecchi titoli e console. Al contrario, il mondo del Retrogaming negli ultimi anni ha vissuto una crescita esponenziale, con interi e-commerce, fiere, pagine sui social, e siti dedicati; il web pullula di aste per accaparrare edizioni limitate e boxate di giochi di decenni fa, e anche le grandi case videoludiche, riconoscendo la proficuità del fenomeno, stanno producendo sempre più porting e remastered di vecchi successi.

Sebbene i giochi degli anni '80 o '90 appaiano come sbiaditi rispetto ai nuovi titoli che riescono a far immergere in mondi foto-realistici, dinamici e ricchi, appena sentiamo nominare un vecchio videogame i nostri occhi brillano - come successo con il recente annuncio di Monkey Island 2 -. Nel Retrogaming i giocatori trovano chiaramente qualcosa di attraente, ma non è la grafica o una storia profonda; cos'è quindi a rendere questo fenomeno così popolare anche nel 2022?

Nostalgia e Retrogaming

Come principio psicologico, la nostalgia può essere concepita come un insieme di emozioni positive e negative che emerge quando pensiamo a eventi rilevanti appartenenti al nostro passato, che vorremmo rivivere. Al momento la scienza ha identificato due modi per innescare la nostalgia: stimoli esterni e disagi interiori. Nel primo ambito rientrano cose come gli odori, i gusti e persino riferimenti a contenuti multimediali come la musica, il titolo di un film o, per l'appunto, un videogioco; nel secondo vi sono invece sentimenti quali la solitudine o la gioia.

A prescindere dallo stimolo, la nostalgia ha svariati benefici psicologici: può far sentire meglio le persone e farle percepire come meno sole, migliorando la salute mentale e il benessere generale. Dunque, nulla fa emergere quella sensazione dolce amara di nostalgia per la nostra infanzia quanto un gioco che amavamo; inserendo la cartuccia nella console e vedendo il logo apparire nello schermo siamo riportati direttamente alla parte della nostra vita in cui tutto era più semplice e facile. Inoltre, se stiamo giocando l'opera in uno schermo decisamente più grande e con una risoluzione migliore rispetto alla versione originale (ad esempio sullo SNES Classic Mini), i nostri ricordi sembreranno ancora meglio di quello che probabilmente erano realmente.

Appena avviamo il gioco, le relazioni affettive che avevamo stabilito con i nostri personaggi preferiti sembrano ristabilirsi istantaneamente, aumentando ancor di più la nostalgia e di conseguenza creando un effetto domino che genera la popolarità del Retrogaming. Nonostante molti degli aspetti dei vecchi giochi non siano minimamente all'altezza dei nuovi titoli, non ci importa, perché non stiamo giocando per grafiche in 4K o cut scene da urlo. Il motivo per cui stiamo giocando è recuperare i sentimenti provati da bambini, e nulla può farlo meglio del Retrogaming.

Il rituale pre-gioco

Per quanto i nuovi videogiochi siano molto più accessibili, grazie all'uscita in svariate piattaforme e alla possibilità di comprarli direttamente in digitale, nulla può battere la versione fisica di un'opera. La sensazione di rimuovere la plastica protettiva dalla confezione, aprirla per la prima volta e inserire il dischetto o la cartuccia nella console è imbattibile, e anche solo avere la copia fisica di un gioco che amiamo ci genera felicità ogni volta che la guardiamo.

Quando ero bambina e non avevo il benché minimo interesse per recensioni e critiche, entravo da GameStop e ciò che mi spingeva a comprare un gioco era la copertina. La grafica esterna di certe opere, come i primi Pokémon per GameBoy, è un'opera d'arte, e spesso oltre al gioco nella confezione erano presenti anche il libretto d'istruzioni e inserti con illustrazioni o gadget. Per questo motivo le edizioni boxate sono quelle più richieste nel mondo del Retrogaming, e le aste per titoli ancora sigillati arrivano a prezzi folli, ben oltre quello che spenderemmo per un odierno tripla A.

Dritto al punto, e senza niente da aggiungere

Qualcuno potrebbe affermare che alcuni vecchi titoli erano dolorosamente difficili e non si sprecavano a insegnare le meccaniche. Questo è certamente innegabile e rappresenta la verità in molti casi, ma la situazione oggigiorno è all'opposto: fin troppi giochi presentano lunghi e tediosi tutorial che fanno sprecare ore prima di arrivare alla parte saliente del gameplay. Quando ho avviato per la prima volta A Link to the Past non ci capivo assolutamente nulla e ho impiegato ore anche solo per arrivare al primo dungeon, ma nonostante ciò rimane uno dei miei Zelda preferiti, e le ore spese a capire come proseguire nell'avventura non hanno rovinato la mia esperienza, cosa invece successa con l'infinito tutorial di Hryule Warriors.

Oltre all'immediatezza nel catapultarci nel gameplay, il Retrogaming offre il vantaggio di non presentare contenuti aggiuntivi, DLC o download da effettuare dopo l'acquisto. Oggi è infatti divenuto pratica comune rilasciare un'opera con bug minori o maggiori, provvedendo poi a sistemare i problemi con continui aggiornamenti; così facendo, per chi compra il titolo dal day one l'esperienza di gioco è spesso frustrante, e ci si trova a lasciarlo da parte dopo poche ore per l'esasperazione. Questo non accade con i vecchi videogame, i quali sono perfetti sin dal primo momento: gli sviluppatori non si sarebbero mai sognati di rilasciare un progetto mezzo finito, il quale avrebbe rischiato di rovinargli la reputazione per sempre.

Corto e bello

La passione per i videogiochi spesso nasce durante l'infanzia o l'adolescenza, dove il nostro impegno principale era quello di andare a scuola e studiare; avevamo quindi pomeriggi e, durante l'estate, settimane intere senza aver nulla di concreto da fare. Il tempo da poter dedicare ai giochi però diminuisce con l'avanzare dell'età e il sopraggiungere di lavoro, famiglia e impegni vari che riducono i momenti liberi a poche ore disparate; il solo pensiero di iniziare un'opera lunga oltre 50 ore può essere terrorizzante, e la consapevolezza che probabilmente non riusciremo mai a finirlo se non a distanza di anni può direttamente bloccarci dal comprarlo.

Questo problema non si pone nel Retrogaming, dato che la maggior parte dei vecchi titoli era molto breve, e non richiedeva così tanto impegno - basta pensare a Super Mario World o al primo Crash Bandicoot, che da bambina giocavo dall'inizio alla fine quasi ogni giorno -. Certo, c'erano anche opere più lunghe come i vari Pokémon o il sopracitato A Link to the Past, ma nulla raggiungeva la lunghezza di giochi come Breath of the Wild o Elden Ring, che richiederebbero un mese di ferie ciascuno.

Infine, per quanto la grafica spaventosamente realistica dei giochi moderni sia mozzafiato, il fascino esercitato dalle grafiche retro è innegabile. Il 16-bit, con i suoi colori accesi, la semplicità e la cura nei dettagli rappresenta una delle ere visivamente più belle dei videogame, e il successo di giochi moderni come Stardew Valley, Undertale e Hollow Knight lo conferma. Oltre a ciò, anche le colonne sonore dei vecchi titoli ne rappresentano un valore aggiunto, stimolando ancor di più la nostra nostalgia; alcune musiche sono diventate talmente iconiche da essere esportate in altri contesti, e sono sicura che chiunque saprebbe riprodurre mentalmente la musichetta di Super Mario Bros (che, per la cronaca, ha quasi dieci milioni di visualizzazioni su YouTube).

Insomma, che sia la nostalgia per il passato o la voglia di giocare a qualcosa di corto e appagante, il Retrogaming è un fenomeno la cui popolarità non è destinata a diminuire, bensì ad aumentare. Anche i giocatori più giovani, i quali non hanno avuto modo di vivere in prima persona gli anni prima del 2000, si stanno avvicinando incuriositi ai vecchi titoli, provando anche a distanza di decenni le stesse sensazioni di coloro che sono ormai adulti. Chiaramente questo non significa che i titoli moderni non siano validi, ma non sono, e probabilmente non saranno mai, capaci di provocare le stesse emozioni nei giocatori, e di farli sentire in uno spazio rilassante, appagante e, semplicemente, unico.