Perché stanno uscendo così tanti giochi nello spazio?

Dopo la Gamescom il trend dei titoli in uscita sembra chiaro: ma perché stanno uscendo così tanti giochi nello spazio?

Avatar di Giulia Serena

a cura di Giulia Serena

Editor

Lo scorso 23 agosto si è tenuta la Gamescom Opening Night, una conferenza di circa due ore durante la quale sono stati mostrati oltre quaranta nuovi titoli. Di questi, una buona parte aveva un elemento in comune: l'ambientazione nello spazio. Avevamo capito che questo sarebbe stato il trend dei giochi in uscita nel 2023 già con il Summer Game Fest di giugno, ma la nuova convention ha allungato ulteriormente il catalogo, diventando quasi una barzelletta per la quantità di pianeti alieni, navicelle e galassie mostrate nei vari trailer.

Se a giugno pensavamo che far uscire sia The Callisto Protocol che Dead Space Remake sarebbe stata una cattiva idea per lo scenario simile, la situazione si è ulteriormente sfaccettata. Oltre al già annunciato Starfield, tra i nuovi titoli presentati abbiamo Moonbreaker, Homeworld 3, Hardspace: Shipbreaker e Scars Above — e non li abbiamo elencati tutti, per quello potete leggere l'articolo dedicato —. Una domanda sorge quindi spontanea: perché stanno uscendo così tanti giochi nello spazio? In questo articolo cercheremo di dare delle risposte, che ovviamente vogliono essere più dei punti di riflessioni piuttosto che delle motivazioni assolute.

Dai pixel alla Luna

Prima di parlare di ciò che sta succedendo nei giorni nostri, facciamo un passo indietro e analizziamo (brevemente, o ci vorrebbe un articolo a parte) la storia dei videogiochi ambientati nello spazio. Il titolo che ha dato inizio al genere è Spacewar!, uscito per il computer PDP-1 nell'ormai lontanissimo 1962; si trattava di un videogame in cui due navicelle spaziali si scontravano all'interno del pozzo gravitazionale di una stella, quindi non c'era la voglia di esplorare l'ignoto o di fare incetta di razze aliene. D'altronde l'uomo ancora non aveva messo piede sulla Luna, Elon Musk non era ancora nato e l'unico motivo per cui quella ambientazione venne scelta era perché era esteticamente bella da vedere.

I primi veri giochi nello spazio, così come li intendiamo noi, sono venuti alla luce con l'era degli arcade game durante gli anni '70, la cui creazione è stata influenzata indubbiamente da Spacewar!. Abbiamo quindi Computer Space, il primo videogioco commercializzato, e il primo arcade nel senso moderno e responsabile della nascita di Atari (dato che i creatori dell'opera sono diventati poi i fondatori dell'azienda).

Da qui ebbe inizio la corsa dei videogiochi spaziali, e negli anni che seguirono, soprattutto con l'introduzione delle console nelle famiglie, lo spazio diventò uno degli scenari più gettonati, che i game designer utilizzavano ancora e ancora. Se poi consideriamo l'uscita di Star Trek e Star Wars, due saghe che hanno influenzato profondamente la cultura popolare, è facile capire perché tutti volessero esplorare la galassia ignota. I decenni che seguirono videro l'esplosione di opere con navicelle e stelle, ma a un certo punto qualcuno tirò un freno a mano, proprio con l'inizio del nuovo millennio.

Nel primo decennio del 2000 infatti l'interesse dei publisher per i videogiochi spaziali si esaurì, quindi i progetti erano pochi o di scala ridotta. Come siamo passati dunque dalla situazione di stallo all'esplosione degli anni recenti? Kickstarter. Elite Dangerous fece capolino nella piattaforma nel novembre 2012, e la sua immensa popolarità dimostrò che c'era ancora interesse nel montare a bordo di una navicella. Da quel momento il genere tornò di moda, vedendo l'uscita di una moltitudine di titoli più o meno di successo fino ad arrivare a oggi. Torniamo quindi alla domanda iniziale: perché stanno uscendo così tanti giochi nello spazio?

Verso l'infinito e oltre

Uno dei motivi principali per il quale il genere è tornato così tanto in auge negli ultimi tempi è l'incremento dell'interesse generale verso i viaggi nello spazio. Solo nel 2021 ben 14.5 bilioni di dollari sono stati investiti nel settore delle infrastrutture spaziali, e tra gli obiettivi principali non vi è solo il turismo spaziale per persone ultra ricche; ci sono stati infatti enormi progressi nell'osservazione della Terra, nei satelliti per il miglioramento delle comunicazioni e nei sistemi per difendere il pianeta dagli asteroidi.

Se in passato si parlava dello spazio come di un ambiente astratto e distante, quasi con un'aura di magico, oggi è diventato un luogo ben concreto e raggiungibile. Non solo sembra che a breve chiunque con una somma ingente di denaro possa andarci, ma aleggiano nell'aria anche delle voci secondo le quali, in un futuro più o meno lontano, tutta l'umanità si trasferirà su un altro pianeta, una volta "consumata" definitivamente la Terra a causa del cambiamento climatico.

Le notizie di nuovi missili lanciati dalla SpaceX, azienda aerospaziale fondata da Elon Musk, sono ormai all'ordine del giorno tanto quanto lo sono i video degli animaletti su TikTok. Lo spazio è quindi diventato meno fantascientifico e più tangibile, accrescendo così la curiosità delle persone riguardo a cosa vi sia da esplorare fuori dalla nostra Terra. Ecco dunque nascere l'opportunità per i publisher: se un argomento genera interesse, allora un videogioco che ne tratta avrà successo.

Oltre ad avere una storia generalmente interessante, i giochi ambientati nello spazio hanno spesso una grafica realistica e dettagliata: veniamo rapiti dal suono della navicella che decolla, dal rombo dei motori, dalle calamità che possiamo incontrare nella galassia, dagli ambienti spesso ostili degli altri pianeti. Ci sentiamo teletrasportati in un altro mondo, e per quanto l'ambiente oltre alla nostra atmosfera possa essere freddo e intimidatorio, è anche affascinante perché praticamente del tutto ignoto.

Anche la NASA supporta i giochi nello spazio

A supportare questa tesi vi è addirittura Samantha Cristoforetti, che proprio durante la Gamescom Opening Night ha fatto un'apparizione per congratularsi con l'industria per la quantità di giochi spaziali in uscita. L'astronauta, che durante il messaggio mandato in onda stava viaggiando a 27 mila chilometri l'ora e 400 chilometri sopra le nostre teste, a bordo di una navicella della ESA, ha affermato: "Queste missioni in cui spedite i vostri giocatori non sono solo divertenti. Generano curiosità, interesse e amore per l'esplorazione spaziale nei giocatori di tutto il mondo. Così come noi siamo abbiamo l'obiettivo di ritornare sulla Luna e approdare su Marte con il nostro ambizioso programma Terranova, le capacità umane di viaggiare nello spazio saranno in parte merito dell'industria videoludica."

Insomma, finché lo spazio rimarrà un motivo di interesse per il pubblico, molto probabilmente continueranno a venire rilasciati giochi che lo vedono come protagonista. Forse arriveremo a un punto in cui il mercato sarà talmente saturo che non ci saranno più idee da sviluppare, ma non credo che sia uno scenario verosimile: l'universo è talmente ampio che ci sarà sempre un pianeta da esplorare, una razza aliena da conoscere o una guerra galattica da combattere.