PlayStation 5 - Sei IP Sony che vorremmo rivedere

Vediamo insieme quali IP Sony oramai dimenticate meriterebbero di tornare sotto i riflettori ora che PlayStation 5 è giunta nei negozi.

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a cura di Luca di Carlo

Con il sopraggiungere di PlayStation 5 sul mercato, Sony si ritrova oggi a dover affrontare una sfida ben più intrigante rispetto a quanto potemmo vedere ai tempi di PlayStation 4. Nonostante infatti la nuova creatura della compagnia nipponica stia già facendo registrare ottimi numeri a fronte delle poche unità disponibili, anche Microsoft pare particolarmente agguerrita e desiderosa di farsi valere, come dimostrato dalla grande attenzione data al Game Pass e dai numerosissimi team che la società ha acquistato nel corso di questi ultimi anni, il tutto al fine ultimo di arricchire il parco titoli Xbox Series X/S. Nonostante tutto, Sony gode ancora di una carta vincente, la vera colonna portante che già in passato decretò il successo di Ps4 rispetto alla rivale, ovvero esclusive dall’elevatissima qualità che già da sole potrebbero essere più che sufficienti per giustificare l’acquisto della nuova home console agli occhi di molti. La lunga storia di Sony ha infatti visto i suoi team alle prese con innumerevoli saghe che hanno fatto la storia, alcune tutt’ora sulla cresta dell’onda e altre finite invece nel dimenticatoio. Per l’occasione, abbiamo quindi deciso di stilare una lista comprendente sei IP targate PlayStation oramai dimenticate che vorremmo rivedere alla luce della ribalta, produzioni potenzialmente capaci di dare ancor più spessore al parco titoli che caratterizzerà il ciclo vitale di PlayStation 5.

PlayStation 5 -  Sei IP Sony che vorremmo rivedere

Forbidden Siren

Nel mentre che sui forum non smettono di rimbalzare i rumor su quello che dovrebbe essere un nuovo Silent Hill sviluppato proprio in collaborazione con Sony, noi continuiamo a sognare un’opera forse più di nicchia, ma non per questo meno meritevole. Sviluppata riprendendo i canoni che brand quali Resident Evil e Silent Hill avevano fissato, la creatura dal gusto spiccatamente horror sviluppata dai ragazzi di SCE Japan Studio seppe stregarci per i suoi toni e la sua capacità d’incutere terrore a ogni angolo. Forbidden Siren, le cui premesse narrative ci avrebbero catapultato nel cuore di un villaggio sperduto tra le montagne del Giappone colpito da una maledizione dopo un rituale tragicamente fallito, seguiva le vicende di un variopinto gruppo di personaggi intenti a sfuggire dalle orripilanti mostruosità (denominate shibito) riversatesi nel mondo dei vivi e pronte a fargli la pelle.

In questo drammatico contesto, il giocatore si sarebbe ritrovato a dover impersonare i panni dei vari sopravvissuti, le cui storie sarebbero andate più volte intrecciandosi tra loro dando forma a un proseguo degli eventi tanto incalzante quanto interessante. Allontanata quasi con disprezzo ogni velleità sparacchina e frenetica, il team preferì puntare sulla terrificante atmosfera e su una struttura ludica particolarmente ostica, con poche armi e munizioni a disposizione rispetto al gran numero di creature presenti in giro per la mappa. Fiore all’occhiello della produzione e suo vero elemento distintivo fu però il cosiddetto “Sight-Jacking”, ovvero la capacità di vedere attraverso gli occhi degli Shibito, il tutto al fine ultimo di capire quanto il pericolo di turno fosse realmente vicino. Quella di Siren fu una saga – composta da due episodi usciti su PlayStation 2 a cui fece seguito un “remake” del primo capitolo giunto su PlayStation 3 – che pur senza raggiungere mai il successo d’IP più altisonanti, seppe accerchiarsi di una nutrita nicchia di fan.

Ciò non fu comunque sufficiente a salvare il brand che dopo l’approdo su Ps3 nel lontano 2008 finì con lo scomparire nell’oscurità per non essere più preso in considerazione, colpa anche di un mercato che ai tempi stava puntando tutto su produzioni particolarmente frenetiche. Da allora di acqua sotto i ponti ne è però passata parecchia e il genere dei survival horror è con il tempo tornato fortunatamente alla ribalta, con opere di ogni forma e tipologia rivelatesi capaci di riconquistare l’interesse di un pubblico sempre più ampio e diversificato. I tempi non potrebbero essere quindi più maturi per la concretizzazione di quel proverbiale Forbidden Siren 3 che tanto desideravamo, un’opera che non fatichiamo a credere sarebbe capace di ridare nuovo lustro a una saga che meriterebbe ben più attenzioni di quelle finora ricevute.

Patapon

Nato dalla collaborazione tra Pyramid e Japan Studio, Patapon è un brand che ha visto la sua fortuna sulla nota console portatile di casa Sony, PSP. La trilogia, i cui capitoli sono stati pubblicati tra il 2007 e il 2011, riuscì nel non facile compito di conquistarsi gli elogi di critica e pubblico grazie al suo stile visivo accattivante e alla sua fresca struttura ludica, capace di combinare sapientemente rhythm game e strategia in un mix particolarmente riuscito. Impersonando i panni di una vera e propria divinità, avremmo dovuto aiutare il popolo dei Patapon a riacquisire l’onore andato perduto dopo la dura sconfitta contro i pericolosi Zigoton. Ludicamente parlando, il tutto andò traducendosi in un’esperienza musicale dove sarebbe stato nostro compito guidare l'esercito di Patapon tra i vari livelli, lì dove a ogni tasto del pad era legato un qualche canto di guerra.

A seconda della combinazione di pulsanti scelti, avremmo quindi potuto ordinare ai nostri valorosi soldati di avanzare, attaccare, ritararsi e molto altro ancora, un’idea di fondo indubbiamente atipica ma capace di concretizzarsi in un’esperienza particolarmente riuscita e variegata, con un gusto strategico di fondo capace d’impreziosire l’intera avventura. La formula è così andata arricchendosi sempre di più un capitolo dopo l’altro, almeno fino all’uscita di Patapon 3, quando la serie venne messa definitivamente da parte. Eppure, nonostante tutto, negli ultimi anni Sony ha mostrato un certo interesse nei confronti del brand, come evidenziato dalle versioni rimasterizzate dei primi due capitoli giunte su PlayStation 4, produzioni rivelatesi capaci di riavvicinare a sé parte della fanbase originariamente andata perduta. Insomma, dopo aver tastato il terreno per vedere quale potesse essere il reale interesse dietro al franchise, l’idea di veder ritornare la serie sulla fiammante PlayStation 5 non ci pare poi così improbabile.

Siphon Filter

Vi è stato un tempo in cui i ragazzi di Bend Studio erano conosciuti come gli Eidetic, team emergente che si lanciò alla volta di PlayStation 1 con l’intrigante Syphon Filter, produzione vista da molti come una sorta di risposta a quel Metal Gear Solid che nel 1998 seppe imporsi come una delle più importanti punte di diamante dell’industria videoludica. Nonostante un riuscito mix tra sparatutto e stealth in terza persona, il lancio del titolo fu tutt’altro che roseo, una partenza a rilento fortunatamente seguita da risultati ben più entusiasmanti sul lungo periodo. Syphon Filter venne infatti riconosciuto velocemente dal pubblico per le sue qualità, le quali spinsero Sony e la stessa Eidetic a investire con ancor più forza sull’IP, la quale negli anni arrivò a poter contare su ben sette capitoli, tre su PlayStation 1, altrettanti su PlayStation 2 e una produzione multiplayer uscita su PSP.

Giunti però alle porte di Ps3, i ragazzi di Eidetic (oramai da già da anni rinominati in Bend Studio) si resero conto di come l’interesse del pubblico si fosse spostato su altro, motivo per cui la saga venne ufficialmente messa da parte. Da allora, Bend Studio ha lavorato ad alcuni progetti “minori” per console portatili PlayStation – Resistance: Retribution su PSP e Uncharted: L’abisso d’oro su PlayStation Vita – a cui fece infine seguito quel tanto chiacchierato Days Gone rivelatosi un insperato successo commerciale su PlayStation 4, risultati altisonanti che probabilmente porteranno al futuro arrivo di un fantomatico secondo capitolo. Eppure, in un’epoca storica che ha visto Kojima distaccarsi da Konami e dall’epopea Metal Gear Solid, Syphon Filter potrebbe trovare terreno fertile per tornare alla luce della ribalta, a maggior ragione ora che il team è andato arricchendosi con svariati nuovi membri.

Resistance

Quello degli sparatutto è da molti anni un fianco rimasto pericolosamente scoperto nei lidi PlayStation, soprattutto ora che il futuro sulla serie Killzone appare più incerto che mai. Microsoft ha dalla sua l’epopea Halo e l’altrettanto amato Gears, ma Sony su cosa potrebbe puntare? Senza neanche dover andare troppo a ritroso nel tempo, uno dei nomi che subito ci balza alla mente è ovviamente Resistance, brand nato agli albori di Ps3 grazie al duro lavoro d’Insomniac Games concretizzatosi in un totale di tre ottimi capitoli principali a cui hanno fatto seguito due spin-off, uno per PSP e uno per PsVta, con quest’ultimo in particolare colpevole di aver posto in un certo qual modo la pietra tombale sulla serie.

Quella di Resistance non è mai stata un’IP dalle gravose pretese, ma ogni suo capitolo ha saputo farsi amare da una nutrita cerchia di fan rimasti affascinati dalle sue indubbie qualità. Catapultati nel cuore di un mondo dove la Seconda Guerra Mondiale non è mai iniziata, i giocatori si sarebbero dovuti far carico del destino della razza umana, il cui futuro è stato messo a rischio dal sopraggiungere dei Chimera, pericolosa razza aliena desiderosa di conquistare la Terra con ogni mezzo a disposizione. Facendo ampio uso di armi umane ed extraterrestri, ci siamo così ritrovati a combattere in giro per il mondo, pronti per affrontare la minaccia senza paura alcuna, seppur consapevoli della disperata situazione, lì dove ogni vittoria sarebbe stata preceduta da altre cento sconfitte.

È indubbio che Insomniac Games abbia saputo gestire con maestria i toni dell’esperienza, con un senso di sentito patriottismo affievolito dalla consapevolezza che ogni nostra azione sarebbe servita solo a “ritardare l’inevitabile”, offrendo svariate situazioni dal forte pathos emotivo – e da quella carica spiccatamente hollywoodiana che non gusta mai – accompagnate da un gunplay semplice ma particolarmente divertente, vuoi anche per le tante armi aliene utilizzabili e per gli stessi Chimera. Proprio quest’ultimi sono riusciti infatti a imporsi con forza nell’immaginario del pubblico per la loro iconicità e per un design particolarmente azzeccato, vere e proprie macchine di morte che saremmo felicissimi di rivedere, a maggior ragione ora che la software house ha raggiunto un nuovo e palpabile livello di maturità potenzialmente capace di far nuovamente risplendere la saga di luce propria. Certo, con Spider-Man e Ratchet & Clank di mezzo, appare difficile immaginare un ritorno in pompa magna del brand in tempi brevi, ma il futuro potrebbe regalarci qualche bella sorpresa. Noi, onestamente, non ne saremmo affatto dispiaciuti.

Wipeout

Luci al neon, navicelle futuristiche e intricate piste dove sfrecciare a folle velocità, sono queste le colonne portanti che permisero alla serie Wipeout di conquistarsi gli elogi di una larga fetta di pubblico. Concretizzatasi grazie al duro lavoro di SCE Liverpool Studio – originariamente conosciuta con il nome Psygnosis –, la serie vide i natali pochi anni dopo l’acquisizione del team da parte di Sony, la quale stava ampliando il suo organico in vista dell’imminente lancio di PlayStation 1. La produzione ci avrebbe visto gareggiare nell’ambito torneo futuristico Anti Gravity Racing, lì dove avremmo dovuto competere in immensi circuiti con astronavi anti gravità armate fino ai denti, tra mitragliatrici e lanciamissili di ogni forma e dimensione… il tutto ovviamente sempre in nome della sportività.

Con il suo stile accattivante e alcune soluzioni di game design particolarmente riuscite, il brand fece velocemente presa su molti giocatori – vuoi anche per l’approdo di alcuni episodi della serie su altre console, quali Sega Saturn e Nintendo 64 –, riuscendo ad imporsi con forza su tutte le home console di casa Sony e anche sulla piccola PlayStation Vita. Proprio poco dopo l’uscita di Wipeout 2048, però, la compagnia nipponica ufficializzò la chiusura del team, il quale era nel pieno dei lavori su un nuovo capitolo del brand atteso per PlayStation 3 e purtroppo mai giunto sugli scaffali. La notizia, come facilmente immaginabile, non venne accolta bene dai fan, i quali negli anni successivi chiesero a gran voce un ritorno in pompa magna dell’IP, venendo in parte accontentati.

Siamo nel pieno del 2017 quando su PlayStation 4 giunge a sorpresa Wipeout Omega Collection, contenente le versioni rimesse a lucido di Wipeout HD e Wipeout 2048, una graditissima uscita che pur senza sconvolgere il mercato, mise in mostra quanto il marchio fosse ancora fortemente apprezzato dagli appassionati. A quasi quattro anni di distanza da allora, pensiamo che la line-up PlayStation 5 potrebbe trovare particolare giovamento nell’uscita di un nuovo capitolo del brand a tutto tondo, una produzione che grazie alle potenzialità offerte dal nuovo hardware potrebbe farci vivere alcune delle più belle ed emozionanti gare mai viste nella storia del gaming.

Bloodborne

Chiudiamo la nostra lista con il sogno proibito di moltissimi videogiocatori. From Software è un team che non necessita di presentazioni e ancor meno ne servono per quel Bloodborne giunto in esclusiva su PlayStation 4 e rivelatosi capace di rapire la fanbase Sony in quella decadente Yharnam dove innumerevoli cacciatori hanno tragicamente perso la vita. Pur accomunandosi sotto svariati aspetti al brand Souls, Bloodborne poneva l’accento sulla frenesia e la velocità, mettendo completamente in secondo piano l’importanza di scudi e parate per dar ben più risalto agli attacchi in mischia. Invece che tenere alta la guardia per attendere il momento giusto in cui colpire, il Souls-Like di casa From era maggiormente votato allo scontro diretto, alla carica verso il nemico nel tentativo di eliminarlo il quanto più velocemente possibile, il tutto pur senza disdegnare lo studio della situazione per evitare di essere accerchiati ed eliminati in pochi istanti.

Inutile dire che tra le colonne portanti della produzioni figura in particolar modo il suo art design, un meraviglioso incubo ad occhi aperti composto da terrificanti creature curate sotto ogni più piccolo dettaglio e da ambientazioni dal gusto spiccatamente gotico capaci di donare all'opera toni che ben poco avrebbero da invidiare al migliore dei survival horror. Perdersi tra le sanguinose strade di Yharnam è stato fantastico, affrontarne gli orrori ha saputo divertirci, intimorirci e galvanizzarci, lanciarci alla volta degli enormi boss presenti ci ha permesso di vivere scontri semplicemente indimenticabili, tutto in Bloodborne restituisce un feeling splendidamente riuscito che non ci ha mai davvero abbandonati.

Eppure, nonostante tutto, a parte l’uscita dell’ottima espansione The Old Hunters, l’IP è velocemente scomparsa dai radar e il team ha ben presto cambiato aria, un’ottima notizia considerando che successivamente avremmo potuto toccare con mano quel Sekiro: Shadow Die Twice che tanto ci ha convinti, ma un boccone amaro per tutti i fan che da anni chiedono a gran voce quel fantomatico Bloodborne 2 che pare essere ancora lontano, seppur non irraggiungibile. Sappiamo infatti che attualmente From Software si trova nel pieno dei lavori sul suo chiacchieratissimo Elden Ring, il quale ha ovviamente richiesto la massima attenzione e concentrazione del team, ma in un prossimo futuro non sarebbe così difficile ipotizzare il ritorno di Bloodborne, il quale sarebbe sicuramente capace di trainare le vendite di PlayStation 5, una vera Killer App agli occhi di tutti gli amanti di Souls-Like sparsi in giro per il mondo; e questo lo sappiamo noi, lo sapete voi e lo sa anche Sony.

Se non vedete l'ora di lanciarvi nella Next-Gen, vi consigliamo di tenere sotto controllo Amazon, dove le nuove console dovrebbero tornare presto disponibili.