PlayStation sta facendo bene, il resto sono chiacchiere da fanboy

L'acquisizione di ieri ha suscitato molte discussioni sulla situazione di PS5, che per quanto ci riguarda ci sembra in ottima forma.

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a cura di Andrea Riviera

Managing Editor

Dopo l'acquisizione di ieri di Activision Blizzard da parte di Xbox (ma in realtà anche dopo quella di Bethesda) sono sbucati, come spesso accade, il solito conglomerato di appassionati (fin troppo estremi) pronti a inneggiare la sconfitta di PlayStation. Un processo che accade spesso quando succedono azioni così enormi (così come è normale che la borsa subisca degli sviluppi), ma che necessita assolutamente di un chiarimento per non creare disinformazione e soprattutto sottolineare come il marchio PlayStation stia attuando una strategia differente che la sta comunque portando a un successo importante.

È indubbio che un acquisizione da 70 miliardi sia sotto tanti punti di vista incredibile, così come preoccupa la possibilità che Call of Duty diventi esclusiva delle piattaforme Xbox, escludendo PlayStation. Un fattore che Sony starà sicuramente già valutando, considerando l'importanza del brand per la stessa console sul suolo americano. Fatta questa premessa occorre, ancora una volta, specificare che il potere d'acquisto delle due aziende (Sony e Microsoft) è molto, ma molto differente. Parliamo di una banalità, ma va detto per far comprendere meglio ai nostri lettori che cosa stia effettivamente succedendo.

Nelle ultime ore sono cominciate a comparire richieste piuttosto divertenti che chiedevano a Sony di acquisire degli studi di sviluppo o addirittura Konami. Questo non succederà, ovviamente (almeno nel breve periodo) e il motivo è presto detto: Sony non ha le risorse per permettersi un acquisizione così rischiosa e inoltre non ne avrebbe nemmeno bisogno. Il motivo? Semplice, il brand PlayStation è fortissimo e l'unica cosa di cui ha bisogno è che continui a lavorare esattamente come sta facendo: produzione di esperienze introvabili su altre piattaforme e soprattutto esclusive.

Se da una parte la strategia è chiara: allargare il bacino di Xbox Game Pass, dall'altra si cerca di vendere la console e per farlo basta unicamente produrre videogiochi in grado di spingere all'acquisto di PS5. Fra meno di un mese, uscirà uno dei primi veri colpi grossi dei PlayStation Studios, Horizon Forbidden West e l'anno continuerà con Gran Turismo 7, God of War Ragnarok e qualche esclusiva temporale dal calibro di Forspoken e Ghostwire Tokyo. Parliamo di una lineup piuttosto impressionante che si allargherà notevolmente nei prossimi anni con Marvel's Spider-Man 2, Marvel's Wolverine e tantissimi altri.

Ovvio che quantità non esclude qualità e sicuramente anche Xbox starà lavorando per realizzare prodotti di estremo livello (in parte lo abbiamo già visto nel 2021 con Age of Empires IV, Halo Infinite, Forza Horizon 5 e Psychonauts 2), ma Sony ha la possibilità di trasformare i propri brand in veri e propri prodotti cult di cui non si possa più fare a meno, esattamente come è riuscita a fare Nintendo, che ha piazzato più di 100 milioni di Switch praticamente solo con le proprie esclusive.

Sony non è ancora al livello di Nintendo da questo punto di vista, ma con il tempo potrebbe arrivarci e sarà proprio in quel momento che PlayStation potrà dormire sogni relativamente tranquilli, ritagliandosi il suo spazio nel mercato (non è nemmeno escluso che accetti Xbox Game Pass, andando ad eliminare qualsiasi problema di sorta).

Ora, non tutto è rosa e fiori sia ben chiaro. La possibile perdita di Call of Duty potrebbe essere un bel danno e Sony non può certamente stare a guardare, di conseguenza dovrebbe cominciare a pensare di investire in un proprio FPS di livello per poter competere. Oltre a questo sarà fondamentale il suo Project Spartacus (la risposta a Xbox Game Pass) e investire in ulteriori studi di sviluppi piccoli e medi per poter realizzare opere di livello. Da questo punto vista, le acquisizioni di Insomniac, Housemarque e Bluepoint sono state pensate bene, poiché sono team che hanno già dimostrato ampiamente di poter dar vita a videogiochi originali e soprattutto desiderabili dall'utenza.

In pochi mesi (e senza pensare alla difficoltà nel reperimento delle scorte), PlayStation 5 ha già superato le 12 milioni di unità vendute e continua a vendere per quanto è possibile, segno che il brand è ancora in ottima forma e lo sarà per tutto il resto della generazione. Ovviamente la presa non va mollata ed è necessario che si continui a lavorare come si è fatto finora se si vuole mantenere un equilibrio nel mercato odierno.

Con studi quali Naughty Dog, Guerrilla Games, Santa Monica e altri, onestamente non ritengo che ci possa essere la ben che minima preoccupazione da parte di Sony per il futuro videoludico. Ci sono opere che solo pochi possono sviluppare e questi pochi fanno parte dei PlayStation Studios. Ovviamente non va sottovalutata la situazione, perché Xbox nonostante stia facendo un campionato a parte, sta togliendo giochi importanti ai giocatori PlayStation, giochi che potrebbero cambiare gli equilibri di mercato, motivo che deve spingere l'azienda nipponica a investire ancor di più nelle proprie IP originali.

A oggi, quindi, quello che sta facendo PlayStation, con le risorse che ha, è assolutamente corretto. Deve continuare per la sua strada e lavorare su tutto ciò che gli altri non fanno (e da questo punto di vista la VR può essere già un ottimo punto di partenza). Quello che succederà nel futuro non lo so e nessuno lo sa, ma secondo me gli utenti e possessori di PlayStation non hanno di che preoccuparsi e, al massimo, potranno investire una piccola cifra per poter giocare tutti i titoli non presenti sulla propria console attraverso il Cloud offerto da Microsoft. Tutti gli altri discorsi sia da una parte sia dall'altra non sono altro che classici argomentazioni atte a dare vita a un concetto che non esiste più da almeno cinque anni: la console war. Gli equilibri di mercato sono cambiati. I videogiochi sono cambiati e per i fanboy non c'è più spazio.