Pochi passi avanti

Recensione di Outlast 2, il sequel del celebre indie horror che nel 2013 ha terrorizzato migliaia di videogiocatori.

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a cura di Lorenzo Quadrini

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Come già detto, tutta l'esperienza giocabile si basa su questo continuo fallire e ricominciare, che danneggia sia la fluidità, sia la plausibilità in termini di puro terrore, che viene chiaramente smorzato. Ovviamente il prodotto riesce a trasmettere la dovuta paura, nonché sovente anche il giusto disgusto, ma quasi sempre nei momenti più pilotati (quelli dove sono presenti i cosiddetti jumpscares, le cut scene e così via) e meno interattivi.

Stiamo parlando di un errore di game design non indifferente, tanto che una recente patch ha reso più facile l'esperienza di gioco in modalità normale. Considerando l'assenza di grossi rompicapo in-game o di altre dinamiche più interattive è abbastanza chiaro che l'intervento degli sviluppatori è volto a rendere l'esperienza meno spezzettata e più fluida, certo portando il titolo a toccare il labile confine delle avventure grafiche di ultima generazione più che degli stealth game.

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Dal punto di vista tecnico siamo di fronte a una struttura solida e ben costruita. La grafica di gioco rende benissimo, grazie sia all'ottima gestione delle luci e delle ombre, sia al buon livello di dettaglio delle texture. Quest'ultime sono, oltre che accurate, anche variegate, rendendo nel complesso gli ambienti di gioco molto originali e diversi tra loro, dotati di una vera e propria identità. Un compito non banale, in un contesto che può facilmente scadere nel ripetitivo.

Assieme alla grafica anche l'audio non sfigura, al punto da essere uno degli aspetti meglio curati dell'intera produzione. Dalle musiche, capaci di toccare sempre il nervo scoperto del giocatore, fino ai suoni ambientali, ci ritroveremo in un ambiente ostile, ributtante, alieno, eppure plausibile e contestualizzato. Un elemento di grande spessore, che sovente aiuta a entrare nella parte e a chiudere un occhio su altre sbavature (tra le quali la scarsa originalità dei personaggi ostili).

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Il titolo nel complesso svolge il suo lavoro: fare paura e coinvolgere il giocatore. Nonostante questo però in molti si aspetteranno di trovare elementi completamente assenti in Outlast 2. Una maggiore partecipazione all'azione, un approccio meno scontato, una storia più originale e scevra dai soliti cliché su sette sataniche e affini: tutti elementi la cui presenza non è strettamente necessaria per ottenere un videogioco solido, ma che lo renderebbe sicuramente migliore. L'impressione è che si siano fatti davvero pochi passi avanti rispetto al primo capitolo. Fortunatamente non ne sono stati fatti neanche indietro.

Outlast 2

 

Outlast 2 è la seconda fatica della saga omonima firmata dallo studio indipendente Red Barrels. Nel gioco vestiamo i panni di un giovane cameraman, che tenta di svelare il mistero dietro ad alcune strane sparizioni.

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CONTRO: Il gameplay risulta spezzettato e ripetitivo, mancando d'interazione con l'ambiente di gioco.

VERDETTO: Outlast 2 svolge un compito pienamente sufficiente nel riproporre atmosfere e sensazioni già note a chi ha giocato al precedente capitolo. Per poter ambire a qualcosa di meglio però sono necessari dei passi avanti. Sarà per il terzo!