Prima di Xbox Series X: tutte le volte che Microsoft ha fatto tendenza

Dai servizi premium a pagamento alla retrocompatibilità: anche con Xbox Series X Microsoft introdurrà nuovi standard nel settore dei servizi.

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a cura di Luca Salerno

Oggi sarebbe
molto facile accostarsi con dei pregiudizi a Xbox Series X
e alla next-gen di Microsoft. Xbox One aveva esordito nell’attuale generazione in maniera tutt’altro che brillante, perdendo tutto il vantaggio accumulato con Xbox 360 e annaspando nei primi anni di competizione con PlayStation 4.

Tuttavia la vera forza non si misura soffermandosi sulle cadute ma sulla capacità di rialzarsi. E lentamente, nella seconda parte di questa generazione, Microsoft l’ha dimostrata riuscendo a fare quello che, forse, le è riuscito sempre meglio: introdurre nuove tendenze che mercato e concorrenza sono sempre stati costretti, volenti o nolenti, a seguire. E lo stesso sembra accadrà anche con Xbox Series X.

Per questo vogliamo ripercorrere tutte le varie tendenze e i vari standard che Microsoft è riuscita a imporre, spesso in maniera quasi impercettibile, nel corso degli anni all'interno del mercato dei videogiochi.

Xbox Live Gold e i servizi premium

Il concetto di servizi premium per una console e tutta la struttura di che vi ruota intorno furono introdotti per la prima volta in maniera sistematica su console da Microsoft con gli abbonamenti Xbox Live Gold. L’infrastruttura apparve in fase embrionale sulla prima Xbox ma trovò la sua formula di successo, supportata anche dalla tecnologia dell’epoca, con Xbox 360 a partire dal 2005.

Ci sarebbero voluti cinque anni prima che Sony intraprendesse la stessa strada con il PlayStation Plus, servizio premium lanciato nel 2010. L’archetipo di riferimento era chiaramente quello di Xbox Live dato che forniva accesso anticipato a determinati giochi, beta e alcune opzioni che sarebbero poi diventate gratuite, come la possibilità di scaricare automaticamente aggiornamenti di giochi e update del sistema operativo. Una formula che sarebbe diventata lo standard sino ai tempi di Xbox Series X.

Achievement

Uncharted: Drake's Fortune non fu solo il primo gioco della serie Sony destinata a diventare iconica ma anche il primo titolo ad avere il cosidetto Platino. I trofei vennero introdotti per la prima volta su una console Sony con il firmware 2.40 della PlayStation 3 rilasciato il 2 luglio del 2008 e dal primo gennaio 2009 sarebbe poi diventati obbligatori per tutti i giochi.

Quello della settima generazione era un periodo in cui era Sony a inseguire Microsoft. Xbox 360, infatti, fu la prima console a introdurre un esoscheletro di meta-obiettivi esterni ai giochi grazie a gamerscore e achievement, tanto che gli utenti della console già dal 2015 stavano accumulando punteggi su punteggi nei loro gamertag

Oltre a risvegliare i disturbi ossessivo-compulsivi di una fetta di giocatori, gli achievement, quando implementati in maniera intelligente, hanno aggiunto un livello di sfida in più ai giochi aumentandone la longevità e dando anche la possibilità di esplorare a fondo parti del gameplay che sarebbe stato facile tralasciare.

Che Sony si trovasse in una fase da follower sul terreno dei trofei lo si può capire anche dalla loro implementazione. Una volta diventati obbligatori su PlayStation 3, i trofei solo in rarissimi casi furono implementati retroattivamente sui titoli first-party o esclusive anche di successo. L’eccezione fu Metal Gear Solid 4: Guns of the Patriots al quale furono aggiunti i 34 trofei tra il luglio e l’agosto 2012, ovvero circa quattro anni dopo l’uscita del titolo di Hideo Kojima.

Retrocompatibilità

La retrocompatibilità è stata la wild card che ha permesso a Xbox One di rimettersi in piedi durante la generazione attuale ma, in realtà, oggi è chiaro che questa strategia era molto più di lunga visione e siamo sicuri che darà un vantaggio competitivo a Xbox Series X, soprattutto ora che sappiamo che il periodo di interregno tra una generazione e l’altra sarà più lungo di quello visto tra l’attuale e la precedente.

Ricordiamo ancora quando, da possessori di Xbox 360, eravamo riusciti a procurarci una copia di Jet Set Radio Future, il seguito del titolo di Sega sviluppato solo per Xbox. Questo rende l’idea di come la retrocompatibilità fosse al centro del progetto di Microsoft già da un po’ di tempo a differenza dei concorrenti che progressivamente durante la settima e l’ottava generazione hanno del tutto abbandonato la retrocompatibilità.

Con Xbox One la retrocompatibilità è diventata un’arma da guerra. Non solo è stato creato un programma ad hoc che ha incluso un numero sempre maggiore di titoli Xbox 360 ma è stata integrata perfettamente nell’esperienza complessiva offerta da Microsoft tanto che i giochi sono facilmente accessibili dalla (mille volte ridisegnata) dashboard e i vecchi salvataggi rimasti sul Live si possono anche recuperare. 

Xbox One è stata inoltre la prima a introdurre dei miglioramenti grafici di forte impatto sui titoli retrocompatibili. Opzioni simili esistevano anche ai tempi della prima versione della PlayStation 3 che era ancora in grado di far funzionare i titoli della PlayStation 2 ma niente a che vedere con i miglioramenti in framerate o risoluzione offerti da Xbox One e dalla versione X della console che, da questo punto di vista, migliorava ulteriormente le prestazioni dei vecchi titoli. Questa formula di retrocompatibilità, inoltre, ha gettato le basi anche per la funzionalità Smart Delivery che permetterà di far funzionare alcuni titoli per Xbox Series X su Xbox One e viceversa. 

Xbox Game Pass

Il secondo asso nella manica di Microsoft dell’attuale generazione. Il servizio su abbonamento Xbox Game Pass fu lanciato nel 2017 e il concept non era di certo rivoluzionario dato che rappresentava una versione estesa dei Games with Gold. Come sempre, però, non basta solo l’idea dato che è anche l’impegno a fare la differenza.

Anche in vista del lancio di Xbox Series X, Microsoft ha curato sempre di più il catalogo nell'ultimo anno aggiungendo giochi sempre più recenti sino a raggiungere l'apice con l’uscita di Gears 5 che ha segnato, secondo noi, un momento di svolta in questo tipo di servizi su abbonamento: per la prima volta, infatti, il nuovo capitolo di una saga storica arrivava al day one su un servizio del genere.

Non che Sony sia stata a guardare, dato che il servizio PlayStation Now per giocare in streaming esisteva già dal 2014 ma solo nel 2018 alcuni titoli sono diventati scaricabili sulla PlayStation 4. 

È a nostro avviso probabile che anche l’accelerazione di Microsoft su Game Pass abbia contribuito a risvegliare l’impegno di Sony su PlayStation Now che negli ultimi mesi ha iniziato a introdurre anche alcune delle sue principali esclusive come God of War (2018). Certo, pagando un euro al mese (in promozione) per Game Pass e poter giocare a titoli come The Outer Worlds su PC a questa cifra, resta sicuramente un’offerta difficile da battere.

Convergenza tra console e PC

Pensiamo che questa tendenza nei prossimi anni continuerà solo su Xbox e sarà meno trasversale ma certo non ci saremmo mai aspettati di vedere titoli first-party per console finire anche su PC.

Per ovvi motivi l’impegno a integrare il marchio Xbox con Windows 10 è sempre stato di estremo interesse per Microsoft, nonostante le alterne fortune nella distribuzione digitale sul proprio sistema operativo. Anche qui, come nel caso di Game Pass, un precedente è stato segnato da Gears 5 che è stato distribuito sin dal day-one anche su PC.

Negli ultimi mesi anche altri titoli first-party sono arrivati non semplicemente su computer ma sulla piattaforma di distribuzione Steam e tra questi ricordiamo Sunset Overdrive, Halo: The Masterchief Collection oltre alla serie di Gears.

A differenza delle altre tendenze descritte in questo articolo, pensiamo che la convergenza tra console e PC resterà un obiettivo primario quasi esclusivamente per Microsoft e Xbox Series X dato che Sony avrebbe poco da guadagnare nel convertire le proprie esclusive su PC anche se qualche segnale, molto limitato, è arrivato in questi mesi con l’annuncio di Death Stranding e Horizon Zero Dawn per PC (personalmente, pensiamo resteranno esperimenti isolati).

Concludendo

Il focus di Microsoft sui servizi è dovuto anche al suo posizionamento sul mercato. Potendo contare su punti di forza differenti rispetto, ad esempio, alle esclusive di Sony su PlayStation, è anche piuttosto naturale che la maggior parte degli sforzi, sopratutto sull’attuale generazione, si siano concentrati su questo aspetto e pensiamo che in questa ottica la stessa Xbox Series X sia più da intendersi come un crocevia di servizi che una console in senso classico.

Se siete d’accordo o in disaccordo con la nostra analisi, se pensate che il ruolo di Microsoft in questi campi sia sovrastimato o sottovalutato, dateci pure la vostra opinione nei commenti.

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