Provato Octopath Traveler, un JRPG sospeso nel tempo

Octopath Traveler è una lampante dichiarazione d'intenti da parte di Square Enix. Un titolo volutamente anacronistico, e allo stesso tempo molto ambizioso, atto a mostrare che le radici della storica software house non si sono perse fra una Regalia e una Keyblade ma sono ancora una realtà tangibile e in grado di offrire titoli incredibilmente profondi e fedeli alle proprie origini. Con un arco narrativo apparentemente corposo, otto personaggi con altrettante storie differenti e i canonici scontri a turni, Octopath Traveler si presenta come una delle esclusive di maggior spessore del 2018 di Nintendo Switch. Ignorando i detrattori che lo continuano a considerare un progetto Low Budget per le scelte grafiche effettuate da Square Enix, abbiamo voluto tuffarci in questa favola sospesa nel tempo, per comprendere maggiormente cosa ci aspetterà il prossimo 13 Giugno.

Squaresoft dove sei?

Era il tempo dei miti e delle leggende, un lontano 1997 nel quale un avveniristico Final Fantasy VII decretava lo sdoganamento per le masse dei giochi di ruolo giapponesi. Grazie a un cast di personaggi diventati immediatamente iconici, una trama d'impatto, alcune semplificazioni agli stilemi tipici del genere e uno scenario capace di rapire per la sua modernità, la storia di Cloud Strife entrò nel cuore di milioni di videogiocatori rendendo il nome di Squaresoft sinonimo di JRPG (sigla usata per indicare i giochi di ruolo di stampo giapponese).

In questi lunghi vent'anni, però, di cose ne sono cambiate. Mentre le fantasie finali di Square mutavano iterazione dopo iterazione, alimentando le critiche dei puristi e dei nuovi appassionati del genere, il "fuoco sacro" delle produzioni antecedenti al fenomeno Final Fantasy VII, quello che si poteva ritrovare nel mai troppo lodato sesto capitolo della saga o in brand del calibro di Dragon Quest, continuava a bruciare in Square Enix, dando vita a titoli che abbracciavano una filosofia e uno stile tanto caro agli appassionati del genere.

Esponenti illustri come il recente Bravely Default, considerato da molti il successore spirituale di Final Fantasy IV, ne sono un'esempio evidente. Combattimenti a turni, scontri casuali, un sistema di classi ben definite e un accentramento totale sulla narrativa, hanno continuato a proliferare nelle nuove IP di Square Enix, mantenendo viva l'eredità dei primi capitoli di Final Fantasy è una filosofia basata su uno stile grafico volutamente minimale e che non domini la scena distogliendo il giocatore dalla narrativa e dall'immersione negli universi di gioco creati dagli sviluppatori.

Non stupisce quindi che Octopath Traveler, la nuova produzione Square Enix in esclusiva per Nintendo Switch, abbracci nuovamente questa filosofia ponendosi come un JRPG "vecchia scuola" dallo stile grafico volutamente retrò e rinominato dagli stessi sviluppatori "HD-2D". La commistione di modelli e sprites a 16-bit, elementi poligonali adornati con effetti di luce ad alta definizione, è in grado di restituire un impatto visivo evocativo e ricolmo di nostalgiche memorie in grado di riportare la mente dei giocatori di vecchia data alle produzioni Squaresoft che approdavano su Super Nintendo negli anni '90. 

Otto Gradi di Separazione

Come era lecito aspettarsi da una produzione del calibro di Octopath Traveler, uno dei punti focali dell'intera esperienza risiede in un arco narrativo complesso, stratificato e pregno di tematiche "adulte" che si scontrano costantemente con lo stile grafico semplice e, apparentemente, gioioso. Iniziato il nostro viaggio, infatti, Octopath Traveler ci porrà dinnanzi una scelta particolare: decidere con quale degli otto protagonisti iniziare la nostra avventura. Quella che sembra una semplice personalizzazione dell'avatar si rivela, però, molto più profonda di quello che ci si possa aspettare in quanto ognuno degli otto protagonisti offrirà un arco narrativo specifico è distinto dagli altri. 

Seppur sia ovvio che le otto storie messe in scena da Square Enix convergeranno in un climax che coinvolgerà tutti i teatranti, la scelta iniziale si rivela complessa e in grado di far riflettere il giocatore sul come procedere. Fra ballerine sensuali di origini regali, studiosi schivi e guerrieri in esilio, gli otto protagonisti iniziano il loro viaggio in punti della mappa differenti, con abilità univoche che si riflettono nelle meccaniche di gioco e degli antefatti personali che li porteranno ad affrontare una serie di eventi unici. In attesa di poter analizzare nella sua totalità la narrativa di Octopath Traveler, per questa breve prova abbiamo scelto di conoscere la storia di Therion, un ladro di fama internazionale che vive nell'ombra, giunto in una locanda nei pressi della reggia della famiglia Ravus per rubare un tesoro di inestimabile valore.

Gameplay Anacronistico

I primi momenti passati assieme a Octopath Traveler ci restituiscono le stesse sensazioni di un JRPG dei primi anni '90, con le molteplici linee di dialogo, e i fugaci flashback sul passato di Therion, impegnati nella delicata missione di farci immergere completamente nel tessuto narrativo rendendo la meravigliosa pixel-art con cui è realizzato il gioco un semplice teatro dove far svolgere i fatti. I brevi tutorial, perfettamente disseminati durante le prime fasi dell'avventura, ci presentano l'abilità innata (o job se preferite) del nostro personaggio che consiste nel poter rubare agevolmente degli oggetti dai vari personaggi che incontreremo durante la nostra avventura.

Una percentuale di successo ci metterà in guardia dall'eventuale rischio di essere scoperti e di "macchiare" la nostra reputazione fra gli abitanti della zona in cui ci ritroveremo. Scoprire, chiacchierando con l'oste della locanda, che potremmo ripulire la nostra opinione pubblica in caso di necessità, apre le porte a delle meccaniche di gameplay che, in fase di recensione, analizzeremo adeguatamente ma che apparentemente paiono differire cospicuamente in base al personaggio che sceglieremo all'inizio del nostro viaggio.

Ogni personaggio presente in Octopath Traveler potrà sbloccare "Job" differenti che andranno a intercalarsi a quello nativo e che saranno immediatamente identificabili tramite un cambio d'abito indicante l'abilità attualmente in uso.

Passata una breve fase introduttiva, e ritrovatici finalmente nel vivo dell'azione, possiamo finalmente affrontare i primi combattimenti che, come da tradizione, appariranno in maniera casuale durante le nostre fasi esplorative, senza possibilità di capirne l'arrivo o di poterli evitare. Un fugace effetto di transizione ci trasporta sul campo di battaglia dove tutto sembra fermo in un'epoca lontana e affascinante.

Le animazioni dei personaggi sono praticamente assenti, lasciando a degli effetti visivi in alta definizione il compito di accompagnare le scelte fatte dal giocatore. I combattimenti sono strutturati con un tradizionale sistema a turni che vedrà alternarsi i vari opponenti, e il nostro personaggio, nello scambiarsi attacchi di differente potenza, innalzare difese o utilizzare oggetti. A variegare la canonica formula del genere, è stato introdotto un sistema di Boost basato sull'accumulo di un punto "carica per ogni turno optando in seguito di utilizzarne un massimo di quattro per aumentare l'effetto di una delle azioni presenti nell'elenco.

Questa particolare meccanica di gioco si va a incastrare a un sistema di debolezze degli avversari verso determinati attacchi ed elementi magici. Con un numero di riquadri variabili, coperti da un iconico punto interrogativo, ogni avversario disporrà di un determinato numero di debolezze che andranno scoperte nel corso della battaglia testando i differenti attacchi, fisici o elementali, a nostra disposizione. Utilizzando quindi gli attacchi privi di boost nei primi turni, per collezionare punti carica mentre scopriamo le debolezze degli avversari, potremmo poi sferrare delle potentissime offensive che porteranno in stato di "stordimento" i nostri nemici, impedendogli di attaccare o di effettuare qualsivoglia azione, per poterli sopraffare nel turno seguente infliggendogli brevemente un ingente numero di danni. Seppur molto interessante nelle prime fasi di gioco, la ridondanza del combat system sarà da analizzare in fase di recensione quando si disporrà di un party più numeroso e in grado di generare combo potenzialmente molto interessanti dal punto di vista strategico.

Risulta iconografica la scelta di sovradimensionare i boss del gioco per garantirgli un aspetto maggiormente minaccioso indistintamente dalla loro razza o statura reale.

Il Viaggio Comincia...

Terminata una breve sezione esplorativa, pregna di combattimenti casuali disseminati nell'area in cui ci trovavamo, e affrontato un boss non particolarmente impegnativo, il disimpegnato prologo dedicato a Therion termina con un espediente narrativo che gli imporrà di partire per un lungo viaggio. Un messaggio a schermo compare sulla mappa di gioco mostrandoci l'ubicazione degli altri protagonisti di Octopath Traveler e invitandoci ad incontrarli prima di continuare la nostra avventura. Dopo aver concluso una brevissima missione secondaria, atta solo a illustrarci le dinamiche di queste  storie interconnesse alla nostra avventura, decidiamo di terminare questa breve prova del nuovo JRPG di Square Enix, in attesa di potervi dare il nostro parere su questo ambizioso progetto nella nostra futura recensione di Octopath Traveler. 

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