PS3 e Xbox 360 hanno penalizzato il mondo dei videogiochi

Il boss di Ubisoft, Yves Guillemot, afferma che il ciclo delle console attuale è stato troppo lungo e questo ha fatto male all'industria, che non ha potuto innovare.

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a cura di Manolo De Agostini

L'industria dei videogiochi è stata penalizzata dal ciclo di vita più lungo del normale di Xbox 360, PlayStation 3 e Wii. A dirlo l'amministratore delegato e cofondatore di Ubisoft, Yves Guillemot. "Quello che ci è mancato è stata una nuova console ogni cinque anni". "Stiamo stati penalizzati dall'assenza di nuove console sul mercato. Capisco che i produttori non le vogliano realizzare troppo spesso perché è costoso, ma è importante per l'intero settore avere nuove console perché aiuta la creatività".

Guillemot potrebbe guardarsi in casa propria prima di dire che non si può innovare. Prendiamo ad esempio Watch Dogs, un gioco che l'azienda introdurrà il prossimo anno su PC, Xbox 360 e PS3 (e sulle presunte console next-gen) e che rappresenta un prodotto decisamente innovativo. Certo, una console nuova apre molte possibilità, ma forse non bisognerebbe cercare scuse se molte software house hanno preferito non rischiare puntando su giochi in fotocopia e sequel negli ultimi anni.

Il discorso dell'AD però ha comunque delle sfaccettature interessanti. "È molto meno rischioso per noi creare nuovi giochi e prodotti quando siamo all'inizio di una generazione. […] Alla fine della generazione di console i consumatori vogliono nuove cose, ma non ne acquistano molte. Sanno che i loro amici giocheranno a Call of Duty o Assassin's Creed, e così opteranno per questi titoli. Quindi mettere fine a un ciclo è molto difficile".

Nella logica di Guillemot, se non capiamo male, solo il nuovo hardware può portare la creatività necessaria per cercare di innovare. I consumatori quindi dovrebbero acquistare nuove console ogni pochi anni per assistere a novità interessanti. Secondo noi più di creatività si dovrebbe parlare di volontà di rischiare. Non è propriamente un colpa, dato che le software house sono aziende e per rimanere un vita devono vendere, ma almeno non ci si propini la solita scusa per aver prodotto sequel ogni anno. E non vale certo solo per Ubisoft.

Negli anni comunque non sono mancate dichiarazioni opposte. Ricordiamo Danny Bilson di THQ, che a inizio 2011 indicava 100 euro a gioco per le console next-gen, profetizzando "uno scenario disastroso nel caso dovesse arrivare sul mercato una nuova generazione di console entro tre anni". A ogni modo una nuova generazione di console è necessaria entro un anno, per tante ragioni: una è la troppa differenza tra console e PC, che porta gli amanti del computer a sorbirsi porting in DirectX 9 con qualche libreria DirectX 11, giusto per vantare tale compaibilità. Vogliamo ben altro.