Le voci di corridoio che arrivano dal mondo della tecnologia videoludica parlano di una nuova console Sony che potrebbe ridefinire gli standard di memoria del gaming casalingo. Mentre l'industria si prepara alla prossima generazione di hardware, i numeri che emergono dalle indiscrezioni suggeriscono un approccio misurato ma ambizioso da parte del colosso giapponese. La PlayStation 6 dovrebbe infatti essere equipaggiata con 24 GB di RAM, secondo quanto emerso dalle analisi degli esperti di Digital Foundry durante il loro podcast settimanale.
L'evoluzione necessaria della memoria
L'incremento di 8 GB rispetto alla configurazione attuale di PS5 e PS5 Pro non rappresenta un salto tecnologico rivoluzionario, ma risponde a esigenze concrete del panorama videoludico contemporaneo. Gli sviluppatori si trovano infatti a dover gestire texture sempre più dettagliate e asset artistici di complessità crescente, mentre l'integrazione del machine learning nei giochi e l'implementazione di sistemi di ray tracing più sofisticati richiedono risorse di memoria superiori. Il limite dei 16 GB attuali, pur permettendo risultati di alto livello, inizia a mostrare i primi segni di pressione sulle pipeline di sviluppo.
La scelta di Sony appare dettata anche da considerazioni economiche pragmatiche. I costi dei moduli DRAM non hanno subito riduzioni significative negli ultimi anni, rendendo poco conveniente un incremento più generoso della memoria. I 24 GB rappresenterebbero quindi un compromesso intelligente tra prestazioni future e sostenibilità economica del prodotto finale.
La strategia multi-piattaforma di Sony
Le indiscrezioni suggeriscono che la casa giapponese stia lavorando parallelamente a una console portatile capace di eseguire nativamente i giochi PS5. Questa mossa strategica, se confermata, darebbe nuovo senso alla configurazione da 24 GB della console casalinga: con la versione portatile ferma a 16 GB, gli sviluppatori avrebbero un margine operativo confortevole per ottimizzare i loro titoli su entrambe le piattaforme senza compromessi significativi.
La differenza di 8 GB tra le due versioni non sarebbe casuale, ma rappresenterebbe uno spazio di manovra prezioso per i team di sviluppo. Questo approccio permetterebbe di mantenere una coerenza tecnica tra le piattaforme, evitando le problematiche che spesso emergono quando si devono adattare giochi pensati per hardware molto diversi.
Il confronto con Microsoft
Mentre Sony sembra orientata verso un'evoluzione tradizionale del concetto di console, Microsoft appare intenzionata a esplorare territori meno convenzionali. Gli analisti di Digital Foundry ipotizzano che il successore di Xbox Series X possa abbandonare il formato console classico per abbracciare un approccio ibrido, simile a un "PC-in-a-box" con componenti preassemblati. Questa strategia mirerebbe a colmare il divario tra console e PC economici, ma comporterebbe costi elevati e sfide complesse in termini di posizionamento commerciale.
La divergenza nelle strategie dei due colossi del gaming riflette visioni differenti del futuro dell'intrattenimento domestico. Sony mantiene la sua filosofia consolidata di console accessibile ma tecnologicamente avanzata, mentre Microsoft sembra voler ridefinire completamente il concetto di piattaforma di gioco casalinga. Se le previsioni si riveleranno corrette, la prossima generazione di console potrebbe presentare differenze più marcate di quanto visto in passato, offrendo ai consumatori scelte realmente distinte piuttosto che variazioni su un tema comune.