PSP: 5 curiosità che (forse) non sapevate sulla console Sony

Vediamo da vicino alcune curiosità sulla meravigliosa PSP: un piccolo salto nel passato, scoprendo insieme qualcosa di nuovo sulla console portatile Sony.

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a cura di Valentina Valzania

Imbarchiamoci in questo articolo dedicato alle curiosità sulla PSP - ovvero la tanto adorata  PlaysStation Portable - è giunta sul mercato nell’ormai lontano 2004/2005 facendo strage nei cuori di tutti noi; regalandoci delle piccole perle da giocare in modalità portatile. La nostalgia dei vecchi tempi è sempre tanta e quindi: perché non onorare i vecchi tempi con questo piccolo approfondimento?

Magari proprio per dare nuovamente uno sguardo adorante a quel gioiellino che ha accompagnato i nostri viaggi su Grand Theft Auto Liberty City Stories in macchina con i nostri genitori, oppure su Dexter, nel suo percorso solitario, senza la compagnia di Jek; potremo continuare citando titolo quali Vice City, Monster Hunter Tekken ma il punto dell’articolo di oggi non è questo. La PSP ci ha raccontato storie importanti e allo stesso tempo ci ha tenuto compagnia con coraggio, nonostante il mercato del periodo fosse già saturo di portabilità: a distanza di anni vogliamo raccontarvi qualcosa di bello su questa console, tra curiosità e perle interessanti “sul suo conto”.

Perché giocare su PSP era così bello?

Se avete posseduto questa console almeno una volta nella vostra vita, vi ricorderete indubbiamente la splendida sensazione di prendere la PSP tra le mani, guardare lo schermo e  pensare “wow”. La qualità dell’immagine, dei colori: tutto era di una qualità enorme per gli occhi di noi giocatori. E in effetti non era solo il nostro amore e la nostra passione a farcelo percepire: erano il 16,77 milioni di colori sullo schermo LCD a renderci sbalorditi.

Avete capito bene, all’epoca la PlaysStation Portable era indubbiamente un - compatto - capolavoro pronto a regalarci momenti indimenticabili e con una qualità grafica che avevamo visto difficilmente prima di allora. Anche giochi che erano passati su PS2 avevano un aspetto migliori, perché? Proprio per quei 16,77 milioni di colori gestibili dallo schermo, indubbiamente accompagnati da una RAM e una memoria principale importante e solida.

Un unico - enorme - successo

Come abbiamo detto, la console firmata Sony si inserì in un mercato profondamente saturo: di console portabili ne erano uscite moltissime negli ultimi anni tra Game Boy di ogni genere e Nintendo DS, successo mondiale di quel periodo. Nonostante tutto la PSP riuscì realmente a entrare in competizione con Nintendo che sembrava inavvicinabile a livello di vendite.

Il prodotto riuscì ad arrivare a 80 milioni di vendite, diventando una delle console della settima generazione più acquistata a livello globale. Un successo incredibile che permise a Sony di diventare ufficialmente la concorrente della grande azienda giapponese. Un successo unico, forse anche inaspettato, ma soprattutto irripetibile. La PS Vita non avrebbe avuto lo stesso splendente percorso, poco dopo.

Il famoso rumore del “dischetto che gira”

Vi sarà capitato di sentire un rumore durante le fasi di gioco più concitate, magari con più elementi su schermo o quando eravate incollati alla console da ore ininterrottamente, senza lasciare un minimo di pausa alla PSP. Quel suono, simile a quello che potevamo sentire anche su una qualsiasi PlayStation 2, era dovuto alle cartucce di gioco (i dischetti) resi più spessi da una leggera custodia di plastica.

Per questo non era raro avvertire distintamente il dischetto all’opera all’interno della console: gli UMD dei mindisk causavano quel rumore che ci teneva compagnia e allo stesso tempo - anche se magari non lo sapevamo - ci assicurava che il gioco fosse al sicuro nel suo sottile strato di plastica.

La pirateria, che brutta bestia

Non neghiamolo, tutti quanti abbiamo conosciuto almeno un ragazzino, compagno di scuola, cugino che aveva piratato la propria PSP per evitare di acquistare giochi e scaricarli illegalmente. La realtà è che il livello di hackeraggio per la PlaysStation Portable all’epoca - soprattutto all’inizio della produzione - era molto alto e comune: anche perché non si trattava di un procedimento lungo o complesso e, ahimè, questo incoraggiò la pirateria.

Proprio per questo motivo dal firmware 3.71 la Sony decise di contrastare l’illegalità per come poteva: venne ridotta la velocità della lettura delle memory stick proprio per rendere “la vita più difficile” a chi tentava la via più facile per fruire illegalmente dei prodotti Sony e non solo. Un piccolo passo per l’uomo, un grande passo contro gli esperti in hacking. Le successive console, la slim e la light, vennero dotate di una nuova CPU per impedire la lettura di prodotti non firmati Sony.

Pixel morti e dove trovarli

Abbiamo parlato della bellezza dello schermo LCD della PSP, ma nonostante questo va ricordato uno dei difetti più grandi al riguardo: nella sua altissima qualità, era molto fragile e non era difficile graffiarlo oppure romperlo. Indubbiamente un problema non da poco. Applicando una pellicola il peggio era scongiurato ma altrimenti trovare pixel morti - magari sempre accesi o sempre spenti - capitava frequentemente.

In pochi sanno che superati i 6 pixel in tale condizione - quindi  sempre neri, gialli, blu, bianchi o verdi - si poteva richiedere direttamente a Sony di cambiare la console e farsene dare una nuova, senza difetti. Un’accortezza non da poco da parte dell’azienda giapponese.

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