Quanto ci arrabbiamo giocando? La risposta vi sorprenderà

Time2play ha intervistato i videogiocatori italiani per capire quanto ci arrabbiamo giocando e perché: vediamo i risultati e riflettiamoci.

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a cura di Giulia Serena

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Da quando ho ricordi, mi sono sempre arrabbiata giocando. Durante l'era della PlayStation 1, a cui ho iniziato a giocare a circa sei anni, mi irritavo ogni volta che morivo schiacciata o cadevo in un burrone sul primo Crash Bandicoot, e spegnevo la console in preda all'ira quando la mia Lara Croft stramazzava al suolo.

Crescendo le cose non sono migliorate, anzi: gioco dopo gioco, console dopo console, il rage quit è sempre stato dietro l'angolo, sviluppandosi ancor di più quando sono passata dal singleplayer al multiplayer. Contare quanti titoli ho abbandonato per colpa della rabbia sarebbe impossibile, così come risalire a quante volte ho sentito salire l'ira durante le partite in versus, sia locale che online.

https://www.youtube.com/watch?fbclid=IwAR0EifrQapoK9i98HCdOOD4d4cokbDfyCwHQ1yH-RukDK5GRw84DSg90lBo&v=IpzeTsn8ZWA&feature=youtu.be

Fortunatamente ho scoperto di non essere l'unica a trasformarmi nella versione diabolica di Kazumi (o di Kazuya, come preferite) di Tekken quando mi innervosisco giocando; time2play a settembre 2022 ha chiesto a mille videogiocatori italiani se si sentissero arrabbiati mentre giocano, contro chi o cosa e con quale frequenza. I risultati di questa indagine sono davvero interessanti, e oggi sono qui per parlarvene (mentre potete trovare lo studio intero a questo link).

Chi si arrabbia giocando e perché?

Partiamo dalle basi: quanti italiani si arrabbiano giocando? Considerando che gli intervistati giocano in media 13.6 ore settimanali, quindi circa 2 ore al giorno, più del 40% per ogni categoria — Nintendo Switch, PC, Smartphone, PlayStation e Xbox — si infievoliscono raramente. Circa il 30% invece si infuria qualche volta, mentre a provare ira giornalmente sono in particolare i giocatori PC, Smartphone e Xbox. I più tranquilli sono gli usuari di Nintendo Switch, dato che solo il 7.4% ha dichiarato di adirarsi tutti i giorni.

Quindi, abbiamo capito che circa un italiano su dieci si arrabbia tutti i giorni giocando, ma cos'è che fa scaturire l'ira? Per il 64.2% dei giocatori — e mi inserisco anche io — la cosa più irritante che può succedere è perdere ripetutamente lo stesso livello all'interno di un titolo; ammettiamolo, tutti abbiamo avuto quel videogame (o, verosimilmente, più di uno) dove ci siamo ritrovati a ripetere ancora e ancora lo stesso segmento, sentendo l'indicatore della collera salire ogni volta.

Per il 40.4% dei videogiocatori sono invece i bug a scaturire la furia, mentre per il 38.7% trovano più insopportabile gli altri giocatori che barano o hackerano in multiplayer. Infine, un quarto degli italiani odia i griefers (ovvero coloro che violano le regole di un server o di una community online) e poco meno di un quinto vorrebbe che i campers non esistessero — leggendo questo dato mi sono venute in mente tutte le volte che ho smattato quando un camper mi ha ucciso durante un deathmatch in Battlefield o Call of Duty —.

Sorprendentemente, i giochi che fanno arrabbiare di più gli italiani non sono però gli FPS online: i titoli più quotati sono Elden Ring al 31.4% e League of Legends al 27.7%; seguono a ruota Call of Duty al 25.1%, The Elder Scrolls al 24% e Among Us al 19.8%. Chiude la fila Battlefield, che fa arrabbiare solo il 17.2% degli intervistati. Ovviamente questi risultati sono dovuti in gran parte al periodo in cui è stata condotta l'indagine (ricordo, a settembre di quest'anno), ma comunque possiamo avere un'idea generale di cosa sia capace di far scaturire la furia dentro di noi.

Il cimitero delle periferiche

Cosa c'è di peggio però che arrabbiarsi con sé stessi mentre si gioca? Facile, trasmettere la collera verso qualcuno o qualcosa. Purtroppo, più spesso di quanto vorremmo riversiamo la nostra ira sugli altri, che siano oggetti inanimati o persone con cui stiamo giocando; difatti, ben il 48% dei PC gamer ammette di essersi arrabbiato con un suo caro durante una partita. Le percentuali rimangono alte anche con le altre categorie: troviamo infatti un 42% per gli usuari di Xbox, un 36.8% per quanto riguarda gli Smartphone, un 36.5% per Nintendo Switch e un 32.7% per gli amanti di PlayStation. Insomma, fatemi un favore, andate a chiedere scusa al vostro partner, migliore amico, fratello o sorella per tutte le volte in cui vi siete scagliati contro di loro.

Se però a una persona cara potete chiedere scusa, questo non è il caso per gli oggetti inanimati: l'incredibile 64.4% degli intervistati ha rivelato di aver rotto almeno una volta un controller o un mouse giocando. Ci sono poi altri oggetti interessanti che sono stati mira della collera dei videogiocatori: il 20% ha colpito pareti o altre cose in casa (che dolore), il 16.6% ha avuto il coraggio di distruggere il monitor, il 13.3% si è scagliato contro il telefono, e il 10% contro piatti o stoviglie (perché si trovavano vicino alla postazione da gaming?).

È meglio arrabbiarsi o essere zen?

Dunque, tiriamo le fila del discorso e ricapitoliamo quanto abbiamo scoperto. Direi che è lampante il fatto che ci arrabbiamo troppo spesso e troppo facilmente, e che tendiamo a riversare la nostra ira su oggetti o persone vicino a noi. In un mondo perfetto e utopistico, tutti i videogame dovrebbero avere livelli superabili al primo colpo ed essere privi di bug o giocatori baroni, ma la domanda è: ci piacerebbe davvero se fosse così? Provate a immaginare davvero di vincere sempre, di sconfiggere ogni boss con estrema facilità, di arrivare costantemente primi nelle classifiche online. Non ci sarebbe qualcosa che non quadra?

I videogiochi sono fatti sì per svagarci e rilassarci, ma anche per metterci alla prova, per farci sfruttare i neuroni nel cervello e per fronteggiarci con altre persone al nostro livello. Una delle sensazioni più belle che si possono provare è la soddisfazione di riuscire a trionfare dopo una prova dura, e i giochi sono capaci di farcela provare quotidianamente. Quindi ringraziamo le boss fight difficili, gli avversari con le nostre stesse skill e i dungeon apparentemente infiniti, perché senza di loro perderemmo una grande parte di quello che significa giocare.