Rainbow Six Siege: l'evoluzione eccezionale del gioco Ubisoft

Rainbow Six Siege si è evoluto molto dal lancio. Ripercorriamo gli anni che hanno plasmato lo sparatutto tattico di Ubisoft.

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a cura di Martina Fargnoli

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La prima stagione dell'anno 7 di Rainbow Six Siege si sta avvicinando con l'approssimarsi sempre più del Six Invitational 2022, l’evento eSport più atteso dai fan di Siege che ha inizio l'8 febbraio. L'aggiornamento più recente, invece, è Operazione High Calibre, l'ultimo del 2021 che traghetterà i giocatori fino all'inizio della prossima stagione. In attesa di scoprire tutte le novità e poter provare i nuovi operatori, ripercorriamo l'evoluzione dello sparatutto tattico targato Ubisoft: dai suoi inizi incerti e traballanti, fino al raggiungimento di un posto d’onore tra i migliori sparatutto in circolazione, forte anche di una scena esportiva a supportarlo.

Rainbow Six Siege il lancio

Prima di arrivare al lancio di Rainbow Six Siege, a quel fatidico 1 dicembre 2015, è bene fare un passo indietro di molti anni fino al 2011. In quell’occasione venne presentato per la prima volta Rainbow Six Patriots, il successore dell'amato Rainbow Six Vegas 2. Il titolo avrebbe dovuto avere un focus più mirato sulla modalità a giocatore singolo con un approccio narrativo votato al far vivere gli eventi di gioco da più prospettive. Tra le novità anche nuove modalità di ingaggio come le irruzioni con cariche e gli assalti col rampino, e una modalità multigiocatore tattica in grado di stimolare il gioco di squadra.

Se far saltare muri e botole, o calarsi dai tetti, vi sembrano meccaniche familiari è perché la storia di Patriots si intreccia velocemente a quella di Siege. Patriots aveva inizialmente come target la settima generazione di console, ma con l'ormai prossimo avvento della nuova generazione offerta da PS4 e Xbox One, Ubisoft pensò che non fosse più una buona idea pubblicare un nuovo gioco sulle console ormai vicine al pensionamento. Fu così che un team di circa 25 persone iniziò a lavorare a un nuovo progetto basato su 3 principi cardine: gameplay tattico, multiplayer prima di ogni cosa e duraturo nel tempo. Patriots fu cancellato e al suo posto prese forma Siege.

Alla base di Rainbow Six Siege c'è un concetto molto semplice: 2 squadre da 5 giocatori ciascuna si fronteggiano per un obiettivo. Uno dei team è in attacco e cerca di isolare i difensori e ridurne le forze, mentre l'altro team in difesa fortifica posizioni chiave e cerca di resistere ai tentativi nemici. Un concetto che deve molto nelle sue fasi primitive all'immagine di un vecchio assedio medievale che ha ispirato e guidato gli sviluppatori nell'identificazione delle meccaniche chiave, nonché nella scelta del nome "Siege". L'assedio si sviluppa per lo più su mappe progettate per favorire gli scontri ravvicinati.

Grande enfasi è data alla raccolta delle informazioni sul campo, alla verticalità degli ambienti e alla distruzione degli stessi per rimodellare a proprio vantaggio gli spazi. Aprirsi linee di tiro pulite e dirette sugli obiettivi, aggirare gli avversari, sorprenderli dall’alto e molto altro è possibile grazie anche a una serie di gadget ed abilità che sono uniche a seconda del personaggio.

Un gameplay coinvolgente che risulta diverso dagli sparatutto che dominano il mercato e che al lancio sembra convincere sia stampa che pubblico. A destare le preoccupazioni maggiori dei critici sono il numero dei contenuti, ritenuti limitati per intrattenere a lungo e tutta una serie di problemi tecnici: dalla stabilità dei server alla registrazione dei colpi non sempre certa. Non mancano poi alcune riflessioni sul sistema di progressione e monetizzazione ritenuto più vicino ai free 2 play.

Anno 1: i primi sviluppi

Rainbow Six Siege è un gioco che fa molte cose bene sotto il profilo del gunplay e dell’esperienza generale degli scontri fuoco, ma il team si ritrova a dover fare un grande lavoro per correggere tutti i problemi che affliggono il titolo – sfida che ancora oggi Ubisoft Montreal affronta perché ogni nuova aggiunta è una potenziale fonte di nuovi bug. L'impegno si divide anche tra nuovi contenuti per mantenere sempre vivace il meta ed eventi community per non far attendere troppo tra un contenuto e l’altro.

La filosofia post lancio di Tom Clancy’s Rainbow Six Siege è però chiara: cercare di ridurre al minimo le disparità interne alla community impedendo che l’accesso ai nuovi operatori avvenga solo ed esclusivamente dietro DLC a pagamento. Nuovi elementi di gameplay, mappe e modalità di gioco sono disponibili gratuitamente per tutti nel corso degli anni. I nuovi operatori e gran parte delle skin sono invece sbloccabili tramite i Punti Fama – ottenibili in gioco - o i crediti R6 – acquistabili con valuta reale, oppure sbloccati immediatamente per tutti i possessori del Season Pass con una settimana di anticipo rispetto agli altri.

Il primo corposo aggiornamento che segue questi passi è l’Operazione Black Ice che introduce i due nuovi operatori della JTF2 Buck e Frost, la mappa artica Yatch e la modalità spettatore per una vista tattica sul match, seguendo singoli giocatori o in modalità libera per avere una panoramica della mappa e farsi un’idea del gioco. Un assalitore e un difensore che introducono delle dinamiche interessanti con Buck abile nel poter passare da attacchi a distanza ad attacchi ravvicinati con lo shotgun sotto canna, utile anche per le irruzioni, e Frost glaciale e implacabile con le sue trappole tappeto mimetizzate alla perfezione.

Operazione Polvere, Skull Rain e Red Crow continuano ad ampliare il gioco allo stesso ritmo per introdurre 6 nuovi operatori e altre 3 mappe nel corso dell’Anno 1. Tra i traguardi significativi raggiunti dal gioco anche l’implementazione di misure anti-cheat più severe con l’integrazione del motore anti-trucchi FairFight con BattlEye attivo lato client. Sempre nell’ottica di ridurre vantaggi non previsti e rendere il gioco competitivo più corretto, le migliorie più efficaci hanno riguardato le compenetrazioni poligonali che potevano mostrare parti del corpo attraverso le pareti. Anche l’HUD di gioco ha attraversato un costante aggiornamento per rendere più evidenti gli elementi di gioco più importanti.

Anno 2: più stabilità per il competitivo

Se il 2016 di Rainbow Six Siege si è concluso in crescendo, prendendo mese dopo mese sempre più forma lo sparatutto ideale, il 2017 è stato l’anno in cui si è svolta la prima edizione del Six Invitational. Una grande competizione che alla sua prima edizione ha interessato dodici squadre Xbox One e PC provenienti da tutto il mondo e un montepremi di 200.000 $ suddiviso per piattaforma. L’anno 2 però è stato importante anche per l’Operazione Health, il primo massiccio intervento mirato rivolto allo stato di salute generale del gioco che ha sostituito l’espansione polacca inizialmente prevista.

Il refactoring delle hitbox si è dimostrato essenziale: da sempre problematiche, con l’arrivo di nuovi operatori si è avuta ancora meno consistenza nel rilevamento dei danni e si è passati a un modello in cui contava solo il corpo umano ai fini del danno. L’ulteriore investimento in server aggiornati e più potenti poneva le basi per futuri update per migliorare la rilevazione dei colpi e la latenza.

Un altro dei problemi spesso incontrato dai giocatori riguardava la pulizia generale delle mappe: a volte effetti come il bloom e un’illuminazione irregolare finivano per avere effetti negativi sull’esperienza dei giocatori. Rivedendo anche le texture, l’obiettivo del team era di mantenere elevata la stabilità e ridurre la presenza di artifici grafici. Operazione Health è stato un passaggio essenziale e significativo nell’indirizzare il futuro di Siege.

Ogni nuova stagione porta con sé molti cambiamenti, ma qui la bravura di Ubisoft è stata nell’aprirsi ben presto alla community, mantenendo soprattutto un calendario degli interventi aggiornato. Ha portato analisti e sviluppatori a illustrare tutti i lavori in corso, dedicando approfondimenti spesso tecnici ma interessanti per comprendere quanto lavoro può richiedere una modifica che ai giocatori sembra una sciocchezza.

Anno 3: con l'eSport si fa sul serio

L'anno 3 di contenuti segue i precedenti per quanto riguarda il numero degli operatori ma presenta delle sostanziali differenze col passato per quanto riguarda la pubblicazione di nuove mappe. La novità più lampante è l’evento cooperativo a tempo limitato Outbreak che domina la stagione 1: un successo inatteso che porta anni più tardi allo sviluppo del gioco standalone Rainbow Six Extraction. L’altra novità più sostanziosa è il rework di alcune mappe del passato con la prima rivisitazione introdotta in Operazione Para Bellum sulla mappa Club House e la seconda in Grim Sky applicata alla mappa Base di Hereford.

Il rework di vecchie mappe è stato possibile grazie a tutti i dati acquisiti sul modo in cui i giocatori interagiscono con gli spazi, quali le fasi più avvantaggiate e gli operatori più utilizzati. Un aggiornamento non solo grafico ma anche funzionale che ha permesso di mantenere l’aspetto tattico aprendo però a nuove possibilità e re-immettendo nel flusso di gioco mappe che ormai non offrivano più grandi stimoli e il cui non utilizzo riduceva ulteriormente il pool di scelta nel competitivo.

Un’altra delle funzionalità rivolte al gioco competitivo è la “pick and ban” grazie alla quale 2 assalitori e 2 difensori vengono resi non disponibili per tutta la durata di un incontro. In questo modo si possono escludere quegli operatori che si ritengono troppo forti, che potrebbero rivelarsi un problema per il proprio approccio alla partita o che gli avversari sanno usare troppo bene.

Nell’anno 3 Ubisoft ha spinto il piede sull’acceleratore per lo sviluppo di una scena e-sport ancora più forte con l’istituzione di due tornei Major all'anno, ai quali prenderanno parte ogni volta ben 16 squadre da quattro diverse regioni e per la prima volta abbiamo potuto assistere a un torneo internazionale sul suolo italiano durante la Milan Games Week 2018.

Anno 4: rendere il gioco più accogliente

Gli eventi e-sport premiamo i migliori talenti, ma rappresentano anche la celebrazione di una passione e un momento di festa e interazione tra i fan. Considerato quanto alcuni match di Rainbow Six Siege possano risultare intensi, le partite si dimostrano un ottimo modo per offrire spettacolo. Se Siege ha raggiunto un grande successo nel tempo è merito anche di questo legame che si è venuto a creare tra i giocatori e tra giocatori e il team di sviluppo. Sappiamo anche che le community online non sono spesso il luogo più accogliente del mondo – e Siege non fa eccezione – ma non si arriva a 70 milioni di giocatori per caso.

Tra i comportamenti scorretti più odiati c’è quello di compagni di squadra che intenzionalmente e senza motivo ti sparano, una piaga molto presente su Siege. Ecco perché una delle nuove funzionalità valutate nell’anno 4 riguardava proprio l’introduzione del fuoco amico inverso per cercare di arginare l’abuso del fuoco amico. L’altra priorità in gioco, oltre a risolvere dei fastidiosi exploit che hanno interessato diversi operatori, è stata rappresentata soprattutto dall’aggiornamento delle liste per accogliere i nuovi giocatori e rendere più dolce il passaggio dalle modalità libere a quelle competitive.

Dopo 4 anni e un numero sempre più crescente di Operatori può essere difficile per i nuovi giocatori metabolizzare in tempi rapidi tutta l’offerta di Siege. Le ripercussioni di un non adeguato addestramento si riversano poi nel gioco competitivo che perde di qualità. La creazione della lista scenari Nuova recluta, con poche mappe e un livello massimo di 50, e la nuova lista scenari Non classificata, sono tutte misure atte a far prendere confidenza ai giocatori.

L’anno 4 ha visto la prima collaborazione di Rainbow Six: Siege con Netflix con un evento a tema ispirato alla serie La Casa di Carta e l’introduzione di un modello Battle Pass, lanciato prima con una fase di studio con il Mini Battle Pass gratuito sul Dr. Harishva.

Anno 5: Sam Fisher si unisce alla squadra

È difficile trovare in altri giochi il mix vincente tra sparatorie tattiche, ruoli e abilità degli operatori e distruzione degli scenari libera che offre Rainbow Six Siege. Uno degli elementi distintivi è sempre stato proprio quello degli esplosivi per l’uso strategico e con l’anno 5 si è apportata una revisione al funzionamento delle esplosioni e dei danni da schegge. Il nuovo sistema è stato pensato per un feedback più chiaro e un’immersione maggiore, determinando i danni subiti in base al numero di oggetti attraversati dalle schegge dall'origine dell'esplosione.

La lotta ai comportamenti scorretti è una battaglia che in un gioco online non conosce pace, soprattutto quando le chat di gioco vengono utilizzate per offendere compagni e avversari. Dagli stessi dati rivelati da Ubisoft, emerse che circa l’85% delle segnalazioni di comportamenti offensivi faceva riferimento ai giocatori della squadra avversaria. Per migliorare questa situazione si sono iniziate ad introdurre delle impostazioni specifiche per differenziare i canali di chat.

Se in un gioco dove la comunicazione è essenziale i giocatori rinunciano alle interazioni con gli altri, altri sistemi devono garantire che si possano comunque veicolare le informazioni importanti. Il ping 2.0 testato in Operazione Shadow Legacy ha trasformato il vecchio sistema di ping in uno nuovo con segnalazioni contestuali in base al gadget evidenziato, ping numerati in base al giocatore e segnalazioni anche attraverso droni e telecamere creando qualche malumore nel gioco competitivo.

Shadow Legacy ha portato anche un’altra sorpresa: Sam Fisher si è unito al team Rainbow. Forse non quello che speravano esattamente i fan di Splinter Cell che dovranno attendere ancora per sapere qualcosa in più sul remake di Splinter Cell annunciato a dicembre 2021.

Un’altra significativa modifica al gameplay ha interessato il sistema dei Rinforzi. Se avete giocato a Raibow Six Siege prima di Shadow Legacy ricorderete che ogni operatore aveva a disposizione 2 rinforzi da muro per barricare la zona intorno all’obiettivo invece ora ci sono 10 rinforzi condivisi tra tutti i membri della squadra. Il vantaggio è che i giocatori più esperti possono farsi carico del piazzamento delle difese mentre i meno esperti familiarizzano con la mappa senza bruciare secondi preziosi.

Anno 6: sicurezza e nuove idee

In uno sforzo continuo per combattere i comportamenti tossici, come abbiamo già visto con molte iniziative già iniziate nell’anno 5, si è parlato molto anche del sistema di reputazione che ha l’obiettivo di “aiutare i giocatori a dare la priorità a interazioni sane, migliorare la cooperazione e premiare i comportamenti positivi in modo che coloro che creano un'atmosfera sicura e inclusiva si sentano riconosciuti e apprezzati come membri chiave della community di Rainbow Six Siege”.

Un’altra area di intervento è legata alle trasmissioni degli streamer e che in modo migliorarne la sicurezza per evitare ad esempio lo stream sniping e le uccisioni in coda. La prima versione della modalità Streamer prevede alcune modifiche alla diffusione di dati che terzi potrebbero utilizzare per identificare lo streamer come la possibilità di nascondere nome, avatar, regione e latenza. Come abbiamo potuto notare nel corso degli anni, molte feature vengono introdotte nei server di test e poi affinate successivamente.

Rainbow Six Siege è un gioco sempre in evoluzione e dobbiamo dire che quest’anno non sono mancate idee al di fuori dell’ordinario come la dinamica di gioco dopo la morte disponibile però solo sul server test. Poter prendere possesso dei droni dopo la morte e utilizzarli per fornire informazioni ai compagni ancora in vita non ha convinto: troppo sbilanciata. Altre modifiche, come i punti PS che sostituiscono la corazza, sono state implementate dopo la fase di test.

Ora il server test sarà aperto solo tre volte nel corso della stagione e i contenuti saranno divisi in contenuti della stagione, contenuti del laboratorio per feature sperimentali e contenuti per il bilanciamento vitale per mantenere il titolo sempre ad alti livelli competitivi. Cosa ci riserverà il futuro? Come dicevamo in apertura, per le novità dell’anno 7 dovremo attendere il Six Invitational che si svolgerà dall’8 febbraio, quando avrà inizio la fase a gironi, e si concluderà il 20 febbraio con la finale. Ci aspettiamo il consueto panel che illustrerà non solo la prima stagione ma tutti i piani per l’anno 7.