Recensione Brawlout, poco Super, tanto Smash, niente Bros.

La recensione di Brawlout per Switch, l'apprendista di Super Smash Bros. al debutto in casa del maestro. Un'ombra della sua musa ispiratrice o qualcosa di più?

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a cura di Jacopo Retrosi

Brawlout

 

Togli le mascotte Nintendo e quell'aura da party game a Super Smash Bros. e cosa rimane? Brawlout di Angry Mob Games. Stringato, conciso, per giocatori competitivi. Possibilmente con una buona connessione.

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CONTRO: Pochi contenuti; Manca di personalità e rifiniture; Sovente ingiocabile online; Sistema di progressione pessimo.

VERDETTO: Brawlout ce l'ha messa tutta per sbarcare su Switch in anticipo rispetto all'illustre collega, ma forse avrebbe beneficiato di un po' di rodaggio extra. Intendiamoci, la produzione Angry Mob Games propone una formula di gioco galvanizzante, che i fan del colossal del maestro Sakurai sapranno sicuramente apprezzare, tuttavia mancano le basi per un'esperienza duratura e coinvolgente. Apprezziamo la volontà degli sviluppatori di continuare a supportare il gioco con contenuti inediti, ma è solo quando Brawlout vanterà un canovaccio dignitoso che potremo consigliare di investire quei 20 euro o meno per l'acquisto sull'eShop. Ora come ora, troppi compromessi e troppe limitazioni minano quello che sarebbe altrimenti un ottimo picchiaduro a tutto tondo.

Super Smash Bros. su Nintendo Switch si farà. Che si tratti di una versione Deluxe con tutti i contenuti delle edizioni Wii U e 3DS più DLC o direttamente del quinto capitolo non è ancora dato saperlo, ma è impensabile che uno dei brand più popolari della casa di Kyoto non metta piede sulla console ibrida.

Mentre attendono trepidanti l'annuncio da parte del buon Sakurai (o di chi ne farà le veci), i possessori di Switch in cerca di sganassoni possono però rivolgersi a Brawlout di Angry Mob Games, che si è già costruito una certa reputazione su Steam come miglior "clone" in circolazione di Super Smash Bros.

Lo abbiamo provato con mano e una volta tanto ci troviamo concordi con le voci. Brawlout attinge a piene mani al repertorio del picchiaduro in salsa platform di HAL Laboratory senza curarsi troppo delle ovvie similitudini, proponendo un'esperienza sì familiare ma impreziosita da alcuni accorgimenti che gli donano quella nota di colorito naturale che non guasta mai. Un'intrigante variante sul tema, forse un pelo esile per lasciare il segno.

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Niente oggetti o mosse finali, arene senza fronzoli, modalità limitate alle classiche "Time" e "Stock", un roster circoscritto ed estremamente specializzato, Brawlout è un picchiaduro arcade votato alla scena competitiva, per giocatori che ambiscono più a mettersi alla prova che non a sostituire dadi e carte da gioco con calci e pugni. In quest'ottica è facile sminuire la produzione Angry Mob Games come una sorta di Super Smash Bros. a dieta: con soli 8 personaggi e scenari "tutti uguali" non si anima certo una festa a lungo, anche se il combat system con la giusta compagnia è un vero spasso.

Ogni lottatore presenta uno stile di combattimento unico, che richiede un approccio particolare: Olaf Tyson ad esempio non arriva molto lontano con i suoi pugni, ma è in grado di di agevolarsi il compito surgelando gli avversari oppure limitando lo spazio di manovra con pilastri di ghiaccio e superfici scivolose, Paco invece se la cava alla grande nell'afferrare e sbatacchiare i malcapitati come un novello Donkey Kong, Chief Featers può percorrere lunghe distanze in volo per recuperare da un lancio o esibirsi in lunghe combo aeree, Volt se ne va in giro a infastidire gli altri con le sue trappole elettriche e così via.

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Le analogie con i beniamini di Smash Bros. si sprecano e nonostante la cifra esigua il cast non è neanche troppo bilanciato, con le guest star (il Drifter di Hyper Light Drifter e Juan di Guacamelee) e un paio tra i personaggi originali nettamente più versatili e pericolosi rispetto alla concorrenza, un dettaglio che emerge tanto nelle sfide tra amici (occasione perfetta per scoprire gli attacchi più molesti e/o inoppugnabili) quanto in quelle contro la CPU, specie nella modalità arcade dove dobbiamo affrontarne tre per volta; figuriamoci online poi.

Gli scontri sono frenetici e favoriscono i giocatori aggressivi, complice un tempo di ripresa dai colpi particolarmente lungo, che consente a una mano abile di palleggiare l'avversario per lunghi periodi senza mai dargli l'opportunità di toccare terra, anche fuori dal ring. Le poche e semplici combinazioni di tasti permettono a chiunque di iniziare subito a giocare, ma occorre comunque una certa pratica per tirare fuori il meglio da ogni lottatore. L'IA a tal proposito svolge perfettamente il ruolo di "coach", grazie a svariati livelli di difficoltà e alla capacità di coordinarsi alla perfezione quando in squadra con qualcuno, per quanto si riveli un po' tonta alle volte.

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