Recensione Fate/Extella: The Umbral Star

Dopo un debutto in sordina su PS4 e Vita, Fate/Extella: The Umbral Star arriva su Switch. Il titolo Marvelous ha finalmente trovato casa?

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a cura di Jacopo Retrosi

Fate/Extella: The Umbral Star

 

Il musou ispirato alla saga di Fate sbarca infine su Nintendo Switch. Botte da orbi, guardaroba succinti, drammi esistenziali e comicità demenziale sono all'ordine del gorno in questo parapiglia di spiriti eroici. Dentro una realtà virtuale. Sulla luna.

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CONTRO: Raffazzonato in più punti; Formula di gioco e setting per pochi intenditori; Pecca di varietà.

VERDETTO: Un musou tradizionale, impreziosito da un cast d'eccezione, macchiato di contro da non poche impurità. Discreto, sia nel concept che nell'esecuzione; speriamo in un secondo capitolo studiato per approfondire il promettenete canovaccio di base. Ideale se cercate azione istantanea e senza fronzoli. Viaggi in treno compresi.

Vedere un Fate figurare sugli scafali nostrani è di per sé un evento eccezionale, figuriamoci se a ospitarlo è una console Nintendo. Certo, Fate/Extella: The Umbral Star è probabilmente il capitolo meno indicato per fare da stendardo al decennale brand Type-Moon, ma è pur sempre un inizio. Un inizio per la serie di Fate, che con un po' di fortuna potrebbe riuscire a mettere radici anche da noi, e un inizio per Nintendo, che si sta dimostrando sempre più aperta a prodotti dal sapore prettamente nipponico - in genere monopolio Sony.

La produzione Marvelous tuttavia non è una new entry nel panorama videoludico; il titolo era infatti già uscito a gennaio su PS4 e Vita. La versione Switch si presenta quindi come l'edizione definitiva, offrendo le prestazioni della versione PS4 assieme alla portatilità di quella Vita, più tutti i DLC finora pubblicati; abbiamo dunque tra le mani un altro acquisto obbligato per la piccola console Nintendo? Di seguito la recensione di Fate/Extella: The Umbral Star per Nintendo Switch.

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Pur adottando il setting di Fate/Extra per il background della vicenda e attingendo a svariati capitoli della serie per delineare il cast, Fate/Extella: The Umbral Star prova a imporsi al giocatore come un'esperienza originale, risparmiando inutili spiegazioni sulla guerra per il Santo Graal, i Servant e i loro Noble Phantasm, il sistema di classi, le magie di comando e altri capisaldi della saga, qui perlopiù di contorno o reinterpretati ad hoc.

Anche chi non ha mai sentito parlare di Fate può quindi dare una chance a Extella. Ciononostante fatichiamo a immaginare come sia possibile apprezzare il titolo Marvelous senza conoscere anche solo parzialmente l'universo di gioco o una manciata dei beniamini che compongono il roster di combattenti. Ritrovarsi faccia a faccia con alcune personalità storiche in chiave squisitamente nipponica ha il suo "fascino" - nel bene e nel male - tuttavia il ruolo di gran parte dei personaggi all'interno della storia è estremamente limitato, lasciando davvero ben poco spazio all'immaginazione.

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La trama in sé poi non è certo da oscar. Il comparto narrativo che scandisce gli scontri è impostato come una visual novel, di quelle generiche: monologhi interiori, amnesie, flashback confusi, menate filosofiche, interminabili spiegoni di concetti inutilmente complicati reiterati a oltranza e gag spicciole da commedia romantica, condite da fanservice più o meno becero... Sa tutto di già visto, ma ha i suoi momenti e se sapete a cosa andate incontro - o non avete mai saggiato il repertorio standard dell'intrattenimento giapponese - lo stravagante cast di Fate/Extella non vi deluderà.

La scorza che avvolge il titolo sarà anche un polpettone su licenza di riferimenti culturali a casaccio ed esagoni amorosi intrappolati in un labirinto virtuale a cavallo tra il fantasy e l'hi-tech, ma alla radice Fate/Extella: The Umbral Star è un musou, divenuto da un po' di tempo il genere di riferimento per eccellenza per adattamenti di serie animate e/o mashup ignoranti. Parliamo di un archetipo ripetitivo per natura, una tara genetica a cui purtroppo non sfugge neanche la produzione Marvelous, tuttavia dobbiamo lodare il buon lavoro svolto dal team nipponico per rendere l'esperienza quanto più godibile nonostante i pochi mezzi a disposizione.

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Il combat system è fluido, immediato e regala grandi soddisfazioni, merito delle sequenze di attacchi altamente spettacolari e del considerevole numero di nemici a schermo. Ognuno dei 16 Servant vanta uno stile di combattimento ben distinto, che ne riflette la classe e i poteri esibiti nelle altre trasposizioni, incentivando il giocatore a variare approccio a seconda dell'eroe selezionato - sebbene le combinazioni di tasti siano sempre le stesse. Bastano 5 minuti per prendere confidenza e iniziare a divertirsi... e altrettanti per stufarsi, nel caso l'intrattenimento "stupido" tipico dei musou proprio non riesca a entusiasmare.

Fate/Extella in particolar modo soffre della "maledizione del primo capitolo"; ottima base di partenza, contenuti scarni a supportarla. Intendiamoci, tra campagna principale e side-story c'è carne da macello per dozzine di ore di gioco, ma si è costretti a convivere con una manciata di location, alcune orchestrate pure maluccio, e pochissima varietà sia per quanto riguarda i nemici che affollano lo schermo che il repertorio di abilità equipaggiabili.

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Tecnicamente invece il titolo Marvelous si difende piuttosto bene. Il personaggio del giocatore scorrazza in giro per il campo di battaglia senza incertezze, seminando a destra e a manca effetti speciali e ragdoll inermi senza mai intaccare le performance del motore grafico, che mantiene saldamente i 60 fotogrammi al secondo (anche in modalità portable); non male se pensate che lo schermo di solito è invaso da una media di 150/200 entità

Abbiamo inoltre apprezzato gli splendidi artwork che accompagnano i dialoghi e il look delle - poche - location, un po' meno il level design a tratti confusionario e i modelli poligonali non molto dettagliati (su Switch ovviamente il problema appare meno evidente rispetto alla controparte PS4). Buoni il doppiaggio in lingua originale - le stesse voci dell'anime e altre firme note - e la colonna sonora, anche se avremmo preferito più brani d'atmosfera alla Fate e meno techno rockeggiante. Più classe insomma! Non che importi granché, ogni forma di suono viene troppo spesso sommersa dal clangore delle legnate...

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Pur prendendo atto dei suoi difetti, Fate/Extella: The Umbral Star è un titolo divertente e accattivante, a suo agio sul nuovo hardware della casa di Kyoto. Molte delle meccaniche proposte da Marvelous sono però ancora acerbe, altre sviscerate in modo approssimativo.

Ci sarebbe piaciuta ad esempio una maggiore comunicazione tra scontri all'arma bianca e fasi puramente narrative, un qualche sistema che influenzasse la storia o gli schieramenti in campo a seconda delle nostre scelte dialogiche o del nostro comportamento in battaglia. Forse in un ipotetico sequel?

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L'ostentata ripetitività di fondo, quasi metodica, è congenita al suo genere di appartenenza, lamentarsene non ha senso e Fate/Extella non ambisce certo a farvi cambiare idea su questo filone videoludico. Rammentate tuttavia che il titolo si rivolge a una cerchia ristretta di un pubblico già abbastanza di nicchia (fan di Fate nonché fan dei musou).

Se i vostri gusti coincidono con i due criteri fiondatevi subito in negozio, in caso contrario inquadrate Fate/Extella: The Umbral Star come un passatempo spensierato, bizzarro e spudoratamente giapponese, ottimo per spegnere il cervello tra una pausa e l'altra. 

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Per quale piattaforma acquistarlo dunque? La versione PS4 è pressoché identica a quella Switch e si trova ormai a metà prezzo, ma quando si tratta della console Nintendo la formula è la solita: se viaggiate spesso, sapete a chi rivolgervi. E non dimenticate i DLC, quelli sono importanti. A tal proposito, non ne abbiamo fatto menzione nell'articolo; in cosa consistono? Costumi da bagno, che domande!?