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a cura di Massimo Costante

Senior Editor

Last Day of June - Nintendo Switch

 

Last Day of June è un'avventura emozionante, che con una narrazione originale fatta di colori e melodie, vuole raccontare una storia d'amore che non conosce i limiti del tempo.

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CONTRO: Alcuni passaggi sono un po' ripetitivi.

VERDETTO: Last Day of June è una piccola opera d'arte che farà la gioia di chi ama le avventure grafiche, ma anche di chi vuole semplicemente immergersi in una storia narrata dalle emozioni suscitate dai colori e dalle musiche. Gli enigmi che affronterete sono semplici e geniali al tempo stesso e implicano alcuni passaggi un po' ripetitivi, ma utili per incastrare al meglio tutti i tasselli del puzzle.

L'Italia è un paese di molte eccellenze, che si parli di scienza, motori, cucina, patrimoni culturali e, soprattutto, di videogiochi, possiamo ostentare importanti primati. Esemplare in questo caso il team Ovosonico che ha sviluppato Last Day of June, un'avventura che si distingue dalla moltitudine di titoli che affollano il mercato, puntando direttamente al vostro cuore.

Il team di sviluppo di Ovosonico, capitanato da Massimo Guarini, già autori di Murasaky Baby, hanno scritto una favola, una storia che inizia già con quello che dovrebbe essere il finale ideale di ogni racconto: due innamorati felici davanti a un tramonto mozzafiato; ma lo stesso prologo nasconde un triste destino. Carl e June non torneranno mai più a casa insieme.

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Quel giorno, June aveva pensato di dare un regalo a Carl davanti al vecchio molo, con il lago e il tramonto a fare da cornice, con gli alberi e i fiori a comporre quello che sembrerebbe un autentico quadro di Monet. I colori sono molto accesi, a tratti surreali, ma è chiara la licenza artistica che hanno voluto sposare gli sviluppatori, offrendo alla coppia un momento davvero magico.

Purtroppo, sembra che una tempesta stia arrivando, Carl e June decidono di andare in auto e di fare ritorno a casa, ma mentre Carl si trova alla guida, un bambino sbuca dal nulla in mezzo alla strada per recuperare il suo pallone. Carl riesce a evitarlo, ma l'auto va fuori strada e l'impatto contro il muro è fatale. June non tornerà più a casa e Carl dovrà sopravvivere alla sua amata in una sedia a rotelle.

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June era una pittrice talentuosa e, nella casa che divideva con Carl, ogni quadro parla di lei, delle sue emozioni, del suo amore per i grandi maestri dell'arte, come dimostrano per esempio le sue versioni de "La Gioconda" o "L'urlo", giusto per citare due delle opere più famose appese sulle pareti. Ma June ha riprodotto in alcune tele anche gli abitanti del piccolo paese dove viveva, le stesse persone che, in qualche modo, hanno influito nella sua vita e... nella sua morte.

Il bambino col pallone, un anziano, la ragazza che sta traslocando e il cacciatore, sono immortalati in quattro tele distinte e legati in maniera indissolubile alla morte di June. E se gli eventi di quella sera fossero andati in maniera diversa, June sarebbe ancora viva. Ma è possibile cambiare il destino?

Butterfly Effect

Il povero Carl costretto sulla sedia a rotelle scopre nello studio di June le quattro tele e, toccandole, riesce a tornare indietro nel tempo, compiendo uno strano viaggio che si limita a ripercorrere quelle ultime ore dove lui e June sono stati felici prima della tragedia.

Solo che ogni quadro gli offre la possibilità di rivivere quegli istanti nei panni del bambino, poi della ragazza intenta a traslocare e così via, con la possibilità di cambiare le azioni in una sorta di butterfly effect, evitando alla fine l'incidente con l'auto.

Questo continuo "cosa sarebbe successo se..." obbliga il giocatore a ripercorre più volte gli eventi, portando a termine la giornata con la morte di June, fino a quando non sarà trovata la perfetta combinazione alternativa che permetterà a June di vivere ancora insieme a Carl.

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Sarete costretti a rivedere il tragico epilogo anche dozzine di volte - senza poter saltare la scena - prima di concludere la giornata col "finale positivo" e, anche questo all'inizio non basterà, dovendo trovare il giusto incastro con gli eventi degli altri personaggi.

Inizialmente, Last Day of June potrebbe sembrare un semplice film interattivo dove premere i pulsanti richiesti sullo schermo per andare avanti, ma vi basterà entrare nel primo dipinto per capire che il gioco offre molto di più, seguendo le meccaniche di un'avventura grafica.

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Infatti, nei panni dei quattro personaggi, dovrete esplorare il piccolo villaggio, sbloccare delle aree che poi saranno accessibili nei quadri degli altri tre protagonisti, e come avrete ormai capito risolvere degli enigmi che vi faranno compiere un destino diverso.

Venire a capo della giusta combinazione, sarà come dover risolvere un cubo di Rubik, con un forte backtracking, che però svelerà una storia toccante e anche dei colpi di scena.

Massima espressione nei sensi

I personaggi di Last Day of June non parlano e non hanno occhi. Un'autentica sfida per gli sviluppatori, che impone di far passare tutte le emozioni attraverso i pochi versi enunciati dai personaggi, i colori e, soprattutto, le melodie che ci hanno accompagnato per tutta la durata del gioco. Un lavoro che ci ha ricordato moltissimo un'altra opera di spessore: To the Moon di Kan Gao.

La nostra avventura si è conclusa dopo poco più di 4 ore di gioco. In questo arco di tempo, ogni emozione è passata attraverso la palette cromatica adottata, un dipinto continuo e in movimento, che non vi lascerà indifferenti anche se non capite la differenza tra un Picasso e un Modigliani. Last Day of June non ha bisogno dei canonici meccanismi narrativi per lanciare il suo messaggio, il lato artistico supplisce in maniera magistrale in questo compito dove le parole in ogni caso non sarebbero bastate.

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Una nota di merito va spesa in favore del compositore Steven Wilson. Vi confessiamo che mentre scriviamo queste righe, stiamo ascoltando le quindici tracce che compongono la colonna sonora originale composta appositamente per quest'ultima fatica di Ovosonico.

Steven è un musicista d'eccezione, che non si è risparmiato nelle melodie che segnano ogni minuto trascorso nel piccolo villaggio di Carl e June, accostandosi alla perfezione a ogni evento "narrato" e a tutti gli stati d'animo che vi travolgeranno giocando a questa piccola perla.

Nintendo Switch ha ospitato egregiamente questo titolo, mostrando colori vivi e linee morbide nei contorni nelle sessioni in mobilità. Le stesse linee hanno mostrato qualche scalettatura di troppo in modalità TV, ma nulla che possa pregiudicare l'esperienza di gioco.

Massimo Guarini e il suo team hanno realizzato un'opera d'arte che starebbe bene appesa sulle vostre pareti di casa, meriterebbe il giusto spazio nella vostra libreria o meglio ancora narrata alla vostra dolce metà prima di dormire. Ma Last Day of June è semplicemente un gioco, un titolo che ci ha ricordato che anche i videogiochi possono emozionare le masse come i grandi capolavori delle dieci arti maggiori.


Tom's Consiglia

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