Recensione Stories: The Path of Destinies

Stories: The Path of Destinies è il gioco di ruolo e d'azione che lascia molta libertà nello scegliere quale evento affrontare. Basterà l'alta rigiocabilità?

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a cura di Martina Fargnoli

Editor

Stories: The Path of Destinies

 

Stories: The Path of Destinies è l'action-rpg di Spearhead Games, già autori del puzzle Tiny Brain e del titolo competitivo Arena: Cyber Evolution, disponibile per PC e PS4.

Stories

CONTRO: alla lunga ripetitivo; sfida quasi inesistente; qualche calo di frame rate.

VERDETTO: L'action-rpg di Spearhead Games imbastisce fin dalla presentazione uno stile narrativo che ricorda i libri-gioco molto in voga negli anni ottanta. La struttura ricorda infatti una serie di percorsi che si sviluppano solo in base alle scelte del giocatore, che in cinque atti è in grado di delineare una storia combinando dei blocchi narrativi autoconclusivi a suo piacimento. La sensazione di avere un certo controllo sulle vicende è piacevole, ma non si può dire la stessa cosa per la ripetitività del giocare quasi sempre gli stessi livelli per provare diverse combinazioni. Nonostante la storia si arricchisca di dettagli a ogni iterazione, il design dei livelli presenta poche novità o non ne presenta per niente.

A ognuno la sua storia

Nei panni della volpe antropomorfa Reynardo ci troviamo immischiati in un affare di ribelli in rivolta contro il potere centrale di un malvagio re rospo e del suo temibile esercito di corvi. Preparatevi ad avere a che fare con strani riti di magia e poteri talmente forti da essere in grado di spazzare le isole galleggianti di Boreas su cui le storie prendono forma.

Il nostro pirata dei cieli dovrà fare scelte difficili e scoprire cosa realmente si nasconde dietro ogni situazione. Un narratore onnipresente ricorda Bastion e racconta con tono scherzoso i fatti, descrivendo personaggi ed eventi, spesso commentando le azioni più disparate come il rompere vasi o l'apertura di casse del tesoro. Il tono ironico, spesso intriso di riferimenti alla cultura popolare, spezza e rende meno cupa la narrazione che ha il più delle volte risvolti non proprio leggeri come morti e tradimenti.

L'avventura si compone di 5 atti, ciascuno rappresentato da dei blocchi narrativi autoconclusivi che una volta portati a termine permettono al giocatore di sviluppare il successivo passo a suo piacimento scegliendo tra alcune opzioni disponibili, come scegliere se continuare il percorso visitando un certo luogo o preferirgli un'altra destinazione.

Terminata la prima versione della storia, avremo modo di ricominciare dal primo capitolo e scegliere nuove ramificazioni per vivere una storia diversa dalla precedente grazie al libro magico in nostro possesso. Le storie sono divise in 4 categorie principali che corrispondono a delle "verità" da sbloccare per avere una comprensione migliore dei personaggi che entrano in gioco o degli artefatti con cui Reynardo interagirà. Ciascuna delle 4 tipologie di storia ospita al suo interno ulteriori biforcazioni.

L'aspetto interessante è che ogni volta che si ricomincia avremo memoria delle avventure precedenti, ma purtroppo i livelli che affronteremo avranno più o meno la stessa struttura e la sensazione di déjà vu è forte. A una componente di storytelling così varia non si accompagna una variazione significativa del level design negli scenari, per cui ci troveremo a camminare e combattere ripetendo gli stessi percorsi e scontri che alla lunga possono annoiare e non invogliano a scoprire quante altre storie ci sono da raccontare.

Un temibile pirata?

Reynardo non ha paura a sguainare la spada, anzi proseguendo nel gioco potrà forgiarne fino a un massimo di 4. Ogni arma ha un potere unico che potrà essere sfruttato in battaglia o fuori di essa. In aggiunta le spade funzionano come chiavi in grado di aprire le porte identificate con lo stesso colore. La loro apertura conduce a tesori, pergamene, o a un'abbreviazione del percorso. Il protagonista ha inoltre un guanto che potrà essere incastonato con pietre che conferiscono dei bonus.

Stories: The Path of Destinies

Trattandosi principalmente di un gioco d'azione con elementi RPG alternati a situazioni platform e stealth, è disponibile anche un albero delle abilità in cui apprendere mosse come lo scatto o accrescere le statistiche come la vitalità. C'è una buona scelta di attacchi e si possono potenziarne gli effetti ulteriormente, ma prima andranno sbloccate le "verità" per accedere a un ramo successivo.

I combattimenti sono piuttosto semplici, si basano per lo più su attacchi con il tasto sinistro del mouse e contrattacchi dei colpi dei nemici, indicati da un punto interrogativo sulla testa.

Stories: The Path of Destinies

Aumentando di livello e proseguendo nel viaggio saranno introdotti dei nuovi nemici che ci spingeranno almeno all'inizio a far uso degli scatti, per non restare nel loro raggio d'esplosione, o del "rampino" per strappare i loro scudi. Nel complesso gli scontri si esauriscono in poche mosse e non invogliano minimamente a provare combinazioni diverse; sarebbero stati più avvincenti se al crescere delle nostre abilità fosse aumentata anche la difficoltà.

Certo, nessuno vi impedisce di provare soluzioni diverse per ingannare la noia ma il grado di sfida è davvero basso, con i nemici che vi attaccheranno uno alla volta. Abbiamo riscontrato qualche leggero calo di frame rate quando su schermo c'erano più di sei unità. Inoltre abbiamo riscontrato qualche perplessita nel fatto che in un gioco così incentrato sulla narrazione manchi un vero e proprio nemico carismatico contro cui battersi.

Conclusioni

Stories: The Path of Destinies offre fino a 24 finali diversi. I livelli sono praticamente sempre uguali salvo piccole variazioni nella narrazione o grazie alle diramazioni ottenibili aprendo le porte magiche. Dopo 8 ore di gioco ero già in possesso di tutte le gemme, le spade potenziate e avevo già individuato i percorsi migliori, perciò il titolo non aveva più molto da offrire se non l'incentivo di vedere come sarebbe andata la storia compiendo altre scelte.

L'Unreal Engine 4 fa il suo lavoro, ma niente di più. Lo stile cartoon però ben si presta all'idea di un libro di fiabe. La voce narrante inglese è uno degli elementi migliori grazie ai suoi sagaci commenti che in più di un'occasione sono capaci di strappare un sorriso. È disponibile anche la traduzione testuale in italiano, nonostante qualche battuta si perda un po'.