Recensione The Technomancer

La nostra recensione di The Technomancer, l'ultima fatica dello studio Spiders e seguito spirituale di Mars: War Logs. Marte è il teatro di una lunga guerra, ma un giovane tecnomante sta per cambiare le cose.

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a cura di Matteo Lusso

Recensione The Technomancer

 

Marte è l'ultima frontiera raggiunta dall'umanità, ma ogni contatto con la Terra è andato perso da generazioni. Cosa si nasconde dietro questo lungo silenzio? Deve scoprirlo il protagonista Zachariah che, come membro dei tecnomanti, ha il compito di ricontattare la Terra. Ma a causa della Guerra dell'Acqua in atto su Marte, lo attendono molte sfide da superare prima di poter raggiungere la verità.

Recensione The Technomancer

CONTRO: ...ma a volte ci sono picchi troppo elevati; troppo corto per gli standard dei GDR; la gestione delle missioni è caotica; i nemici ricompaiono troppo velocemente; le ambientazioni sono molto piccole e poche in numero; il backtracking è esagerato; il karma negativo è praticamente inutile; animazioni facciali e dei personaggi secondari  scadenti.

VERDETTO: The Technomancer è un GDR dalle meccaniche solide miste a un grezzo ma funzionale sistema di combattimento all'arma bianca tipico degli hack 'n' slash. La storia raccontata, pur senza compagni o nemici memorabili, è interessante e lascia spazio a molte scelte morali e decisioni. Purtroppo le ambientazioni sono piccole e ridotte all'osso, e il respawn dei nemici rende il backtracking, specie nella parte finale, quasi insopportabile.

Life On Mars?

Marte è un pianeta colonizzato dagli umani da tempo immemore. I discendenti dei primi abitanti si sono adattati al clima ostile dividendosi in corporazioni che ora combattono fra loro per il controllo dell'acqua, mentre le radiazioni hanno creato una nuova specie di umani mutati sfruttati come schiavi. In tutto ciò, un giovane di nome Zachariah Mancer, in grado di controllare l'elettricità col proprio corpo e ritenuto magico per questo, sta per entrare a far parte dell'antico ordine dei tecnomanti, il cui compito è quello di contattare nuovamente il pianeta Terra.

L'incipit della vicenda è quantomeno interessante e pian piano la situazione diventa sempre più difficile e carica di responsabilità per Zachariah. La trama avanza costante e senza particolari colpi di scena, ma rimane pur sempre godibile, soprattutto grazie al gran numero di scelte che il giocatore deve affrontare modificando lo svolgimento della trama.

Ovviamente si tratta di opzioni apparenti visto che la storia finisce sempre allo stesso modo, però le nostre decisioni sono cruciali sia nel definire gli alleati, sia nel scegliere chi vive e chi muore, al punto da ricordare per molti versi la libertà offerta dalla saga di The Witcher. In ogni caso la sola trama principale richiede circa 12 ore se giocata al livello di difficoltà più basso, ma sono presenti numerose missioni secondarie in grado di aumentare notevolmente il tempo di gioco.

The Technomancer

I tecnomanti hanno una storia molto interessante che viene svelata durante le missioni principali. Il loro "potere" permette di controllare l'elettricità e di utilizzarla in combattimento e questo offre loro una posizione di prestigio nell'esercito a scapito della libertà personale, poiché sono tenuti sotto controllo dall'occhio vigile della corporazione di Abundance.

La Guerra dell'Acqua in atto fra la nostra corporazione e quella di Aurora tuttavia passa velocemente in secondo piano e, anzi, si vede poco e nulla dei nostri nemici, tanto che la stessa città di Ophir non appare nemmeno in guerra, infatti i personaggi non giocanti sono pochi e statici

Questa sensazione di vuoto si protrae per tutta l'avventura e viene inasprita da filmati e animazioni facciali sottotono e missioni poco ispirate, tanto che a volte si rischia di fallirne qualcuna perché non si capisce se deve essere completata prima di un'altra o no.

The technomancer

Perlomeno il gameplay nudo e crudo basato sui combattimenti non è da buttare via, anzi è uno degli elementi più riusciti del gioco. Peccato però per queste sbavature che non riescono a far brillare The Technomancer fra i moderni GdR. Almeno graficamente il titolo si difende bene, complici anche le ambientazioni non particolarmente vaste, e riesce a regalare alcuni scorci desertici di Marte davvero ben fatti e quasi da cartolina, insieme a un'ottima qualità delle ombre e ai cicli giorno e notte. Tutto questo mantenendo un framerate elevato senza la presenza di fastidosi scatti o rallentamenti.