Resident Evil, Recensione del capolavoro Capcom per Nintendo Switch!

Il celebre remake di Resident Evil torna su Nintendo Switch dopo diciassette anni dalla sua uscita. Scopriamo se Villa Spencer riesce ancora a spaventarci.

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a cura di Andrea Maiellano

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Resident Evil Rebirth fu, in quell'oramai lontano 2002, un vero e proprio caso mediatico. Non solamente per essere uno dei primissimi Remake di un titolo celebre ma, soprattutto, per aver scosso il panorama videoludico con un inaspettato accordo fra Capcom e Nintendo atto a portare in esclusiva sul Gamecube il celebre brand horror. Potete immaginarvi le reazioni dei media di fronte a una rivelazione di tale portata, specialmente con una PlayStation 2 in grado di macinare record di vendita su base settimanale e che si trovava, quindi, spogliata di uno dei franchise più iconici di quella generazione di console. L'accordo prevedeva, infatti, non solamente un remake del primo capitolo del franchise in esclusiva per Nintendo ma anche un prequel inedito, il tanto discusso Resident Evil 0, e, soprattutto, il tanto atteso quarto capitolo del brand più famoso di Capcom.

La tragicomica fine dell'accordo di esclusività è noto a tutti ma, seppur ognuno dei tre titoli esclusivi per il Gamecube sia oramai disponibile su qualsiasi piattaforma disponibile sul mercato, il fascino di poterli giocare in mobilità su Nintendo Switch, a circa diciassette anni di distanza dalla loro uscita originaria, è bastato a creare un certo clamore su questa ennesima "operazione nostalgia" messa in atto da Capcom. Vi anticipiamo subito che, purtroppo, ci troviamo di fronte a una pura e semplice conversione 1:1 delle precedenti Remastered in HD uscite in precedenza, fattore che, unito a un prezzo di lancio davvero discutibile e a un sistema di distribuzione peculiare, lascia parzialmente l'amaro in bocca e una costante sensazione di "occasione sprecata".

Il Remake Di Resident Evil

Al giorno d'oggi, specialmente a causa di due generazioni videoludiche particolarmente affezionate a questa politica di costanti riproposizioni di titoli del passato, il termine Remake è all'ordine del giorno e, seppur in grado di smottare gli animi dei videogiocatori di fronte a operazioni di restauro di titoli dall'indubbio valore, h lentamente mostrato il fianco a una volontà di monetizzare grazie a un "effetto nostalgia" particolarmente attraente per il pubblico di videogiocatori attuali. Immaginatevi, però, l'impatto che l'annuncio di un Remake completamente ricostruito da zero del primo Resident Evil potesse avere sui giocatori di diciassette anni fa.

Interamente ricreato da zero con nuovi modelli poligonali, aggiunte all'intreccio narrativo, nuovi nemici e gameplay migliorato, l'annuncio del remake di Resident Evil fu come un fulmine a ciel sereno e l'aumento delle vendite del Nintendo Gamecube, che riusciì a generare, portò Nintendo a fare accordi con altre celebri software house per portare sulla sua console altri remake di titoli celebri in esclusiva (Metal Gear Solid: The Twin Snake vi dice nulla?). Il merito di tanto successo derivò dalla capacità di Capcom di prendere lo scheletro dell'immortale opera di Shinji Mikami e utilizzarla come fondamenta per costruire un titolo ex-novo che rimanesse fedele alla trama originale, espandendola ove necessario.

Per farvi comprendere meglio l'operato di Capcom possiamo esemplificarlo in questa maniera: invece di riproporre il gioco in una veste identica all'originale, ricreando semplicemente il comparto grafico da zero, come successo con il recente Crash Bandicoot N'Sane Trilogy, gli sviluppatori optarono per ripensare da zero i puzzle, spostare gli oggetti dalle loroposizioni originarie, inserire bossa aggiuntivi, nuovi nemici e modificare il gameplay e alcune meccaniche di gioco, limando la rigidità originale senza perdere l'iconica atmosfera in grado di generare tensione nel videogiocatore... un lavoro paragonabile al recente remake di Resident Evil 2 uscito lo scorso Gennaio. Il risultato fu talmente sorprendente da far divenire questa nuova edizione del gioco, un punto di riferimento per la saga, in grado di prendere il posto dell'opera originale, grazie alle modifiche sulla trama, far chiedere a gran voce ai fan di oltre una decade fa, un trattamento analogo per il secondo e terzo capitolo della saga e, soprattutto, far tremare per qualche istante l'impero che SONY aveva conquistato con la sua celeberrima PlayStation 2.

La Rimasterizzazione In HD

La versione per Nintendo Switch di Resident Evil si basa, però, sulla rimasterizzazione che Capcom sviluppò nel 2015 per PlayStation 3, PlayStation 4, Xbox 360, Xbox One e Windows. Seppur una rimasterizzazione di un Remake possa risultare alquanto bizzarro, il vero pregio di questa operazione non si basava sul solo migliorare un titolo già di per sè incredibile ma sul rendere finalmente disponibile, al di fuori dell'ecosistema Nintendo, il celebre remake nella sua versione migliore. Sistema di controllo migliorato, grafica rimasterizzata in hd, framerate bloccato a 30 fps, possibilità di essere giocato in widescreen con annessa espansione del campo visivo e con il supporto a trofei e obiettivi, la versione HD di Resident Evil si rivelò un vero successo di vendite, riuscendo a mostrare nuovamente la bontà dell'operato di Capcom e come la software house sia stata in grado di non far sentire il peso degli anni a una delle sue creature più celebri.

Il pregio maggiore della remastered di Resident Evil risiede sicuramente in un sistema di controllo rinnovato, in grado di prendere le distanze dall'iconico "Movimento Tank", elemento imprescindibile nei primi capitoli del franchise, sfruttando sapientemente gli stick analogici e i grilletti dorsali per limare le legnosità del gameplay originale riuscendo a rendere il titolo maggiormente in linea con le proposte videoludiche del mercato odierno. Il rinnovato sistema di controllo, inoltre, ha permesso di eliminare l'idea comune che vedeva un movimento legnoso dei protagonisti indissolubilmente legato alla sensazione di tensione data dal non potersi muovere agilmente all'interno degli scenari di gioco.  Capcom, però, con un'astuta mossa conservativa, decise di lasciare la possibilità ai giocatori di fruire del Remake di Resident Evil sia con il sistema di controllo originario che con l'originale aspect ratio in 4:3 lasciando la totale scelta di come vivere la propria esperienza all'utente finale. Un piccolo accorgimento in grado di far contenta la totalità del pubblico di riferimento.

Villa Spencer Nel Palmo Di Una Mano

La conversione per Nintendo Switch di Resident Evil, come accennavamo in apertura a questa analisi, purtroppo non aggiunge alcuna caratteristica inedita alla versione rilasciata nel 2015. La risoluzione si attesta sui 600p in portabilità fino a raggiungere i 900p una volta inserita la console all'interno del dock. Il framerate rimane ancorato a 30fps, con qualche calo davvero impercettibile utilizzando la Switch in mobilità. Curiosamente i tempi di caricamento variano rispetto alla modalità con la quale deciderete di fruire il titolo: in modalità "Docked" abbiamo notato delle tempistiche persino più ridotte rispetto alla versione per PlayStaion4/Xbox One, mentre in mobilità, suddette tempistiche, vedono un aumento sostanziale che arriva a superare di oltre dieci secondi le controparti per console domestiche.

Il vero "Tallone di Achille" di questa conversione per Nintendo Switch di Resident Evil, però, risiede tutta nel prezzo a cui viene proposta al pubblico. In Europa il celebre remake viene venduto alla modica cifra di trenta euro e solo in versione digitale. Si parla di dieci euro in più rispetto al prezzo proposto dagli store digitali concorrenti per un videogioco che, esulando la sua indiscutibile qualità, sono diciassette anni che si presenta in varie forme sul mercato. Una richiesta davvero esosa e che potrebbe, da sola, compromettere il piacere del fruire di un piccolo capolavoro del genere in totale mobilità. La totale assenza di caratteristiche inedite, inoltre, non aiuta assolutamente nel consigliare questa versione a chi non sia davvero fan del brand o a quella ridottissima fetta di pubblico che non ha altre console al di fuori di Nintendo Switch e non ha mai potuto perdersi negli orrori di Villa Spencer.