Rule of Rose, tutti contro i videogiochi

In arrivo un videogioco violento, spunto per l'ennesima crociata televisiva contro i videogames

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a cura di Manolo De Agostini

Chi di voi nei giorni scorsi ha seguito almeno un telegiornale è venuto a conoscenza del gioco "Rule of rose", un horror in cui una ragazzina finisce nelle mani di altre coetanee disturbate, ritrovandosi addirittura chiusa viva in una cassa per poi essere seppellita. Chiaro, non è proprio il massimo della trama, ma per chi come noi pensa di avere la testa ben salda sulle spalle, si tratta solo di un videogioco.

Comunque sia, da questo servizio si è riaperto il dibattito "videogiochi = violenza tra i giovani" che periodicamente si ripropone in Italia.

C'è chi è partito in quarta demonizzando l'intero insieme dei videogiochi, mentre c'è chi non vede il problema.

Va detto che sulle confezioni dei videogiochi ci sono ben stampigliate le fasce d'età, scelte in seguito a verifiche dell'ESRB (Entertainment Software Rating Board); purtroppo i genitori che comprano i giochi ai figli spesso non ci badano, e i negozianti non fanno nulla per cautelare il cliente da un acquisto scorretto.

Inoltre va sottolineato che anche altre forme d'espressione dell'intelletto umano, come il cinema o la stessa televisione, ci sottopongono immagini forse addirittura più crude, ma che ormai sono la consuetudine e che non fanno più notizia. Spostare l'attenzione sul mondo dei videogiochi è un atto per coprire le scene al limite dell'erotico e di sangue che alcuni telegiornali ci propinano in fascia protetta?

Ci piacerebbe sentire il vostro parere su questo "spinoso" argomento, visto che gran parte di voi si diletta con i videogames: i videogiochi violenti hanno influenzato in qualche modo la vostra vita sociale? Ritenete che possano farlo? Pensate che l'ESRB debba attuare controlli più duri?