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L'ultima istanza di della serie 2K dedicata all'NBA si propone come la simulazione di basket definitiva. Sarà riuscita la serie a migliorarsi quest'anno?

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a cura di Francesco Dellagiacoma

Una volta creato il proprio giocatore, si parte da una media delle statistiche pari a 60, con il gioco stesso che invita a provare ad arrivare a 99: più facile a dirsi che a farsi. Una volta firmato il primo contratto con una squadra, ci ritroveremo spaesati nel "quartiere", una sorta di menù interattivo dal quale possiamo accedere a vari luoghi: palestra, campetto, Footlocker, NBA Store e altri posti. Ognuno di questi permette di migliorare il proprio avatar o di personalizzarlo.

Le statistiche di base possono essere migliorate spendendo VC (virtual currency) che si guadagna di partita in partita, aumentando a seconda delle prestazioni o tramite contratti pubblicitari. La risalita dai 60 punti ai 75 è un vero e proprio inferno, soprattutto se da una parte abbiamo la possibilità di pagare per acquistare VC senza alcuna fatica.

Le microtransazioni in NBA 2K18 - non vogliamo girarci intorno - sono un grave difetto: se il titolo fosse solamente single-player, allora non l'avremmo definito un "pay to win", ma sarebbe stata solamente una brutta scelta da parte degli sviluppatori. Invece il problema si pone quando ci si rende conto che anche il multigiocatore può essere facilitato con l'acquisto di virtual currency e ciò compromette l'esperienza di gioco in maniera incisiva. La modalità Pro-Am, dove possiamo competere in squadra contro altri giocatori online, vede l'uso dei personaggi creati in modalità carriera, inutile dire che la possibilità di accelerare il tutto spendendo soldi veri non è particolarmente apprezzabile.

Se pensiamo poi che un paio di scarpe costa più di 2000 monete, e che di media a partita se ne ottengono 600, basta poco che rendersi conto che tutta la struttura della modalità carriera è costruita per invogliare l'utente a spendere valuta reale. Una pessima scelta in una modalità altrimenti veramente molto ben studiata e divertente, con intermezzi di "storia" che presentano vari personaggi, introducendoci al mondo dell'NBA. Un bonus va al personaggio del manager, che ripete costantemente la frase "eat what you kill", risultando una delle più divertenti aggiunte di quest'anno.

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La modalità General Manager invece ha soddisfatto le nostre aspettative: completa e complessa ci mette alla guida di un team a nostra scelta, proprio nei panni di "DJ", che dopo un infortunio decide di continuare la propria carriera nell'NBA, ma su di un sentiero diverso.

Compravendita, prezzo dei biglietti, schemi, obiettivi, conferenze stampa: in questa modalità c'è veramente tutto. Potete analizzare giocatori tramite grafici, confrontarli tra loro, cambiare allenatore e altro ancora. Ovviamente con l'opzione di potersi mettere anche in gioco controllando il proprio team sul campo. Interpretare questo ruolo ci è piaciuto veramente tanto, e non è un caso che questa sia una delle modalità più apprezzate della saga in generale: se da NBA 2K18 cercate questa esperienza, allora non rimarrete minimamente delusi. 

Concludiamo segnalando alcuni problemi - della versione PC - nei filmati d'intermezzo e nell'area open-world del "quartiere", presente nella modalità carriera. In alcuni momenti i cali di frame-rate sono veramente vistosi, rendendo l'esperienza di gioco poco fluida e a tratti frustrante. Sarebbe inoltre il caso di dare la possibilità di accedere ad ogni area tramite il menù, senza l'obbligo di raggiungerla a piedi ogni volta.

NBA2K18 Curry

Una colonna sonora di ottimo livello - soprattutto per gli amanti del pop e dell'hip-hop - aiuta ad immergersi ancora di più nell'atmosfera NBA, rendendo piacevoli le lunghe sessioni di gioco. In generale, come già detto, il comparto audio è ben fornito sia dal punto di vista tecnico (telecronaca, effetti audio, doppiaggio) sia da quello musicale.

NBA 2K18 offre una longevità potenzialmente infinita, grazie alle varie modalità presenti e, ad esempio, ai super-team con i migliori giocatori di una franchigia e quelli classici come i Lakers 00-01 e i Celtics 07-08 (entrambi se la cavano egregiamente contro GSW, per la cronaca). In quest'ultima edizione di 2K c'è veramente tantissimo da fare e grazie a un gameplay praticamente perfetto che consente di eseguire schemi offensivi e difensivi in maniera naturale, l'esperienza diventa ancora più piacevole.

Purtroppo non è tutto oro quel che luccica, e dobbiamo segnalare alcuni problemi. In primo luogo il comparto tecnico ha qualche già accennato problema di frame-rate nella versione PC, che soprattutto nelle zone "open-world" rende il gioco estremamente frustrante. Le opzioni di gioco sono veramente molte, ma i menù sono eccessivamente scomodi da navigare. Oltre a questo si aggiunge il fatto che i caricamenti a volte risultano estremamente lunghi e tediosi.

A livello grafico il titolo non è male, anche se un rinnovo sarebbe sicuramente gradito. Oltre a questo manca la possibilità di saltare molti intermezzi narrativi e - come già detto - il problema della virtual currency non è da sottovalutare. La difficoltà ancora più alta nell'ottenere VC azzoppa l'esperienza di gioco nella modalità carriera, e le microtransazioni non sono un pregio, soprattutto in un titolo tripla A che viene venduto a prezzo pieno.

Il verdetto

Bulls610

NBA 2K18 fa un passo avanti e due indietro. Se da una parte le nuove aggiunte e il gameplay ulteriormente rifinito, assieme all'utilizzo sapiente delle licenze e all'incredibile atmosfera, potrebbero renderlo la simulazione di basket definitiva, dall'altra alcune scelte compromettono veramente l'esperienza di gioco. I problemini tecnici che affliggono la versione PC, e un sistema di gioco che "invoglia" all'acquisto di virtual currency con denaro reale non permettono a 2K18 di ottenere il massimo dei voti, anche se considerando solamente il gameplay nudo e crudo il titolo sarebbe perfetto. 

La simulazione per eccellenza deve sicuramente maturare, cercando di compiere scelte che promuovano un gameplay divertente, soprattutto per quanto riguarda l'online e la modalità carriera, tra le più popolari ma che ha ricevuto aspre critiche dall'utenza. Insomma, se per comprare una maglietta dobbiamo giocare 4 partite di regular season, forse qualche problema c'è! 

Per dovere di cronaca vi segnaliamo che abbiamo provato NBA 2K18 in versione PC (GTX 1080 e i5-6600K) tramite Steam. Ricordiamo che il titolo è disponibile dal 19 settembre anche su PS4, PS3, Xbox One, Xbox 360 e Nintendo Switch.


Tom's Consiglia

NBA 2K18 è disponibile in versione digitale per PC sull'affidabile Green Man Gaming e per PS4 e Xbox One su Amazon.