Sangue di drago! Trama e missioni secondarie

Recensione di The Elder Scrolls V: Skyrim, il nuovo gioco di ruolo di Bethesda.

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a cura di Roberto Buonanno

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Sangue di drago! Trama e missioni secondarie

Raccontare la trama di un gioco Bethesda è scontato, la si può anche indovinare. Sei un poveraccio condannato per sbaglio alla peggiore delle morti e, improvvisamente, arriva il Deus Ex Machina a salvarti. In Oblivion era il Capitano Picard nei panni dell'Imperatore, in Skyrim è un bel drago ruspante.

In poche parole, senza togliere nulla alla suspance, il giocatore si scopre essere niente di meno che il leggendario Dovahkin, il Sangue di Drago. Nonostante si tratti di un destino e di un cliché abbastanza banale, l'avventura ha il suo fascino. Saranno le distese molto vichinghe, sarà perché ammazzare draghi a randellate non è da tutti, la storia è però ben fatta e interessante, anche se dopo il millesimo dialogo vi sfido a non premere furiosamente il tasto per saltare rapidamente da una frase all'altra.

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Le missioni secondarie sono tantissime, la mappa è veramente grande. Diversamente da Oblvion non è facile passeggiare a zonzo per Skyrim. Le montagne sono un problema veramente...insormontabile. Si spende molto tempo a cercar sentieri e passi e non si riesce a camminare o cavalcare cinque minuti senza trovare un labirinto, una fortezza, un ladro, un mostro o un qualsiasi spunto per una missione. Ne finisci una e ne iniziano sei.

Immenso e forse spiazzante. Per fortuna che il gestore delle trame è veramente ben fatto, se ne avessi uno simile come ToDo manager per l'ufficio passerei di livello in azienda ogni settimana.

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Come sempre, appena finita la sequenza introduttiva, se la missione principale ti dice di andare in un certo punto, tu puoi fare esattamente l'opposto e ignorarla anche per sessanta ore. Consiglio però di affrontare almeno le primissime fasi della quest perché chiarisce un po' di aspetti del gioco e fa da tutorial avanzato. E non aggiungo altro per non togliere il gusto della sorpresa.