Sony, Warner, Rockstar e SEGA hanno evitato di pagare milioni di sterline grazie a una legge pensata per i team indie

Sony, Warner, Rockstar e SEGA hanno sfruttato una legge pensata per gli indie per risparmiare milioni di sterline: giusto o sbagliato?

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a cura di Nicola Armondi

Uno dei grandi pregi del Regno Unito è che da anni ha iniziato a promuovere l'industria videoludica nel proprio territorio. Uno dei metodi più apprezzati è la Video Games Tax Relief (in breve, VGTR). Quest'ultima è un'iniziativa che permette di ottenere un rimborso pari fino al 20% delle spese di sviluppo: si tratta di una normativa pensata per aiutare i team indipendenti inglesi, i quali la definiscono spesso fondamentale per poter completare lo sviluppo del proprio gioco. Il problema è che, secondo un articolo pubblicato da The Guardian, anche grandi imprese stanno sfruttando la VGTR: i nomi coinvolti sono Sony, Warner, Rockstar e SEGA.

L'articolo spiega che l'80% del denaro speso dalla VGTR è finito in mano alle grandi aziende come quelle citate. Warner avrebbe ottenuto risarcimenti pari a 60 milioni di sterline, Rockstar (tramite Rockstar North) pari a 42 milioni, Sony pari a 30 milioni e SEGA a 20. Le richieste di rimborso da parte di piccoli team sono circa il 50%, ma ovviamente la cifra investita nei loro confronti (essendo relativa ai costi) è stata nettamente inferiore rispetto a quella assegnata alle grandi società.

La VGTR era nata per sostenere le produzioni locali, che avrebbero portato lo spirito inglese nel mondo, ma all'atto pratico dopo molti anni a beneficiarne sono sopratutto le grandi aziende. Il mondo indie ha ottenuto circa 10 milioni di sterline, mentre i AAA hanno ottenuto rimborsi pari a 314 milioni, valore triplo rispetto a quanto preventivato inizialmente.

Per poter sfruttare la VGTR è necessario sottostare a una serie di caratteristiche, come ad esempio proporre riferimenti culturali inglesi o europei. A conti fatti, però, anche giochi come Batman Arkham sono in grado di far parte di questa iniziativa: semplicemente utilizzare la lingua inglese e avere dipendenti nel Regno Unito o nell'Area economica europea è sufficiente a guadagnare punti. Sony e le grandi aziende non hanno compiuto nulla di illegale, ma la VGTR viene critica per aver speso soldi dei contribuenti per compagnie straniere.

La British Film Institute, che gestisce il test che determina se si è adeguati per sfruttare la VGTR, afferma però che ogni sterlina spesa nell'industria videoludica tramite la VGTR ha generato infine quattro sterline, grazie alle maggiori possibilità di impiego e produzione. Bisognerà vedere se l'iniziativa verrà ricalibrata e se punterà ad aiutare unicamente prodotti dal "puro spirito inglese". Le società citate in questo articolo non hanno rilasciato dichiarazioni in merito.