Star Wars Battlefront 3, LucasArts blocca il fan remake

Galaxy in Turmoil è il nome del remake di Star Wars Battlefront 3 sviluppato da un gruppo di fan, ma ora bloccato da LucasArts. Tuttavia il progetto continua.

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a cura di Matteo Lusso

Star Wars Battlefront 3 non è mai giunto nelle mani dei giocatori. LucasArts non pubblicò mai il titolo nonostante nel 2008 lo studio Free Radical fosse a un passo dal completamento. Un gruppo di modder, chiamati Frontwire Studios, e in seguito diventati un vero e proprio studio di sviluppatori, ha cercato di riavviare il progetto con il remake Galaxy in Turmoil, ma LucasArts ha chiesto di cessarne lo sviluppo.

Galaxy in Turmoil, di recente, ha ottenuto anche il lasciapassare di Valve per la pubblicazione gratuita su Steam, ma il problema del copyright è arrivato implacabile come era lecito aspettarsi.

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Con una lettera spedita il 22 giugno da LucasArts a Tony Romanelli, presidente di Frontwire Studios, l'azienda chiede la cessazione dello sviluppo e la rimozione di ogni asset legato a Star Wars entro sette giorni per non incorrere in un'azione legale. Tuttavia il diavolo non è sempre così brutto come lo si dipinge e LucasArts ha incontrato Romanelli per spiegare meglio la situazione.

Il problema della licenza non riguarda la volontà di eliminare qualsiasi progetto videoludico legato al brand di Star Wars, ma il fatto che l'azienda ha firmato un contratto esclusivo con EA per la creazione e pubblicazione di videogiochi legati alla serie e consentire lo sviluppo di Galaxy in Turmoil viola tale accordo.

Benché Frontwire Studios non abbia ricevuto nessuna risposta da parte del publisher, LucasArts ha trasmesso le preoccupazioni di EA a Romanelli circa un possibile danneggiamento delle vendite dell'ultimo Battlefront, proprio a casa del remake senza scopo di lucro sviluppato dai fan di Star Wars.

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"Non vogliamo portare via i loro giocatori", dichiara Romanelli. "Noi amiamo il Battlefront di EA. Non è il miglior gioco. Non è il gioco che volevamo, ma in fin dei conti è un ottimo gioco. Non vogliamo danneggiare loro o il loro flusso di denaro". Infatti è anche disposto a cedere il controllo del progetto direttamente a EA in modo che possa proteggere il marchio di Battlefront, ma semplicemente l'azienda non è interessata a discutere con Frontwire Studios.

Il piccolo studio di sviluppo conta 50 sviluppatori volontari da tutto il mondo, che si organizzano fra loro, pur senza essere fisicamente vicini, grazie a strumenti per la comunicazione come Discord, una rete intranet privata e un sistema di controllo versione per software. Il tutto senza ricevere alcuno stipendio.

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Nonostante fosse questione di qualche mese affinchè i giocatori potessero provare il titolo in un test pubblico, ora se ne riparlerà fra nove mesi. Il progetto infatti continuerà eliminando qualsiasi riferimento a Star Wars. Però, a causa di questa diatriba legale, il 20% del lavoro - veicoli e ambientazioni di Star Wars - andrà perduto.

Per Frontwire Studios questa potrebbe però diventare un'ottima occasione per proporre un videogioco sci-fi secondo la propria visione e non più legato al solo marchio di Star Wars.

"Abbiamo un piano completo di cosa vogliamo fare. Siamo spinti dal desiderio di portare in vita la nostra visione, senza essere più legati a Star Wars. Abbiamo più spazio per sperimentare e fare qualcosa che non abbiamo mai fatto prima. Stiamo adottando un approccio misto che unisce lo sci-fi al fantasy".

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Galaxy in Turmoil probabilmente non cambierà nome, dato che non vi è alcun legame con Star Wars, e il gameplay manterrà la visione originale. Nonostante le grandi sfide per questo piccolo studio, il titolo avrà sia una compagna single player che il multigiocatore online. Per non rendere quest'ultimo molto complesso sarà utilizzato il sistema peer-to-peer per i match fino a 14 giocatori, mentre chi vuole potrà usare un server ad-hoc per consentire partite fino a 64 giocatori.

In futuro inoltre, quando sarà disponibile qualcosa di giocabile, potrebbe anche iniziare una compagna di crowfunding per ricompensare i programmatori volontari e anche per pagare il motion capture in modo da migliorare maggiormente il titolo.