Storia, grafica e sonoro

Recensione di Bloodborne, il nuovo gioco di ruolo d'azione per PS4 sviluppato da From Software, il team responsabile di Demon's Souls e Dark Souls.

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a cura di Andrea Ferrario

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Storia: qualcosa di sinistro sta per accadere

La diroccata città di Yharnam è quasi deserta. Bestie disumane vagano per le strade. Le case, i castelli e le chiese, una volta magnifici ora crollano in rovina. Soltanto alcuni folli cacciatori di demoni, che s'iniettano il sangue delle bestie, si ergono fra la città e il caos totale, e molti di essi sono sanguinari tanto quanto le loro prede.

Dopo una trasfusione di sangue anche voi diventate un cacciatore, soltanto per scoprire che la morte si aggira dietro ogni angolo. La vostra unica tregua risiede nel Sogno del Cacciatore, un mondo etereo in cui una misera bambola quasi umana può incanalare l'eco del sangue e trasformarlo in forza.

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Demon's Souls e la saga di Dark Souls hanno sempre avuto una predilezione per la trama minimalista, e Bloodborne non fa eccezione. Potrete mettere insieme qualche pezzo della storia di Yharnam dalle poche battute dei reticenti personaggi che incontrerete sul vostro cammino, leggendo le descrizioni degli oggetti e qualche nota sparsa in giro, o durante le rare sequenze animate. La storia in sé è oscura, ermetica, per scelta degli sviluppatori. A conti fatti, è una buona ragione per esplorare la città.

Il problema della trama è legato alla scarsità di equipaggiamento. Gli altri giochi della serie Souls avevano così tanto da scoprire che le schermate di caricamento (che in Bloodborne sono molto lunghe) erano ricche di personaggi, di equipaggiamento e di oggetti consumabili, che messi tutti insieme davano più sostanza al mondo di gioco. Ora le schermate di caricamento mostrano solo il logo di Bloodborne, capace di stuzzicare la mia curiosità soltanto su una cosa: quando sarebbe finito il caricamento.

Grafica: l'arte gotica di Yharnam

Se avete visto i concept art, gli screenshot e i trailer di Bloodborne avrete intuito che il gioco punta molto sull'ambientazione. Yharnam rappresenta una stramba fusione fra l'horror gotico e la Londra Vittoriana, e From Software sembra aver combinato questi elementi senza alcuno sforzo. Dalle inquietanti piazze di paese ai boschi infestati e a città sotterranee; ogni parte di Yharnam sembra davvero unica e assolutamente fantastica, e lo è in modo molto particolare, visto che il gioco avanza dal tramonto alla sera, a mezzanotte e oltre nel vostro viaggio.

Anche il level design merita di essere ammirato. Bloodborne segna un cambio di direzione, a metà strada fra il mondo completamente interconnesso di Dark Souls e i quattro distinti sentieri di Dark Souls II. Ci sono quattro macro-aree, ma spesso potete scegliere l'ordine in cui affrontarle, si collegano in modi intelligenti e inaspettati. Yharnam e i suoi dintorni sembrano autentici e "vivi", anche se forse questa parola non è adatta a un gioco del genere.

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Il design dei personaggi e delle texture, sfortunatamente, non raggiunge gli stessi standard. I tessuti sembrano un po' troppo lisci e scivolosi, soprattutto quando sono innaffiati di sangue. Vi siete mai sporcati i vestiti di sangue? Converrete con noi che non è molto luccicante. Nonostante le numerose opzioni di creazione del personaggio è estremamente difficile creare un cacciatore che non sembri strano, ma forse il punto è proprio questo: Bloodborne è un gioco molto bello in un mondo molto brutto.

Musica e sonoro: disturbo di fondo

Nonostante sia un gioco di ruolo d'azione, Bloodborne pesca abbondantemente dal filone dei giochi horror. Come risultato, il design sonoro è una parte cruciale dell'esperienza, e il gioco sotto questo aspetto è semplicemente eccezionale. La musica minimalista si nota saltuariamente, e nelle occasioni in cui ci si farà caso – come con i canti angosciosi in una prigione dimenticata, o con un coro imponente durante una concitata battaglia con un boss – non si può fare altro che rimanere a bocca a perta.

Il doppiaggio è convincente, ma sono gli effetti sonori il punto forte del gioco. Una campana in lontananza o un gemito inquietante sono tutto ciò che occorre per farvi sobbalzare il cuore e spaventarvi per quello che potrebbe esserci dietro il prossimo angolo buio o quella porta chiusa che continua a sobbalzare. I suoni degli scontri, dei mostri e perfino dell'ambiente sono tutti calibrati in modo da mantenervi sulle spine, e lo fanno in modo eccellente.

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Conclusioni: la benedizione del sangue

Bloodborne è nella posizione non invidiabile di essere un gran gioco, ma non quanto i suoi predecessori. Probabilmente era necessario renderlo più accessibile, in modo particolare visto che Bloodborne non è soltanto un altro GDR d'azione, ma è uno dei motivi per cui comprare PS4 al posto di Xbox One.

Forse è troppo facile e troppo poco complesso, ma un'azienda non può promettere una cosiddetta "killer app" e fare un gioco solo in pochi riescono a completare. Per i fan di vecchia data potrebbe sembrare un passo indietro, anche se non di dimensioni catastrofiche.

Bloodborne centra completamente il bersaglio sotto qualsiasi altro aspetto. I combattimenti sono veloci ed entusiasmanti, senza sacrificare la difficoltà impegnativa dei titoli precdenti. Yharnam è un mondo incredibilmente affascinante da esplorare per diverse decine di ore. Gli elementi visivi e soprattutto sonori sono di altissimo livello.

Se vi approcciate a Bloodborne pensando di trovarvi davanti a Dark Souls II rimarrete delusi. Ma se volete provare qualcosa di nuovo, come From Software, scoprirete di avere per le mani un gioco molto difficile da abbandonare. Un appello ai novellini là fuori: giocateci assolutamente. Se vi piace, avrete altri tre titoli da recuperare.